ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’andamento dell’economia

Brunetta: «La crisi non c’è, Pil verso +3%. No al salario minimo per legge»

Il ministro della Pa al Festival di Trento: «Nel primo trimestre abbiamo avuto +0,1%, vuol dire 2,6% per tutto l'anno se non ci saranno negatività negli altri trimestri»

Brunetta: “Dalla crisi nasce la nuova Europa”

4' di lettura

«Lo dico: la crisi economica non c’è. Il Pil del primo trimestre è pari allo 0,1 per cento. Se anche il prossimo trimestre sarà ancora positivo andremo verso un +3 per cento sull’anno» Questo il messaggio lanciato dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta intervenendo a ’La sfida dell’economia e il ruolo dell’Europa’, panel del Festival dell’economia di Trento. Alla domanda siano dentro una crisi, Brunetta ha replicato che «se ben ricordo l’etimologia greca, crisi vuol dire mescolanza, siamo dentro una grande mescolanza e questo è indubbio. Se invece riteniamo crisi come sofferenza, Pil negativo, difficoltà, allora la vediamo in maniera diversa, sono un ottimista di natura». Il ministro ha ricordato che «l'anno scorso il Pil italiano è cresciuto del 6,6%, un rimbalzo certamente dopo l'anno della pandemia con il -9% ma una crescita così non si vedeva da decenni. La manifattura non ha mai smesso di produrre, neanche nei momenti più bui e non ha mai smesso di esportare». Se non ci fosse stata la guerra in Ucraina, ha continuato Brunetta, «la stima per il 2022 era di una crescita del 4,5%-5%, vuol dire che recuperavamo quasi 2 punti rispetto al totale che abbiamo perso». Comunque, ha continuato, «nel primo trimestre abbiamo avuto +0,1%, vuol dire 2,6% per tutto l'anno se non ci saranno negatività negli altri trimestre. Per carità, se i prossimi trimestre sono meno meno meno ci mangiamo l'acquisito. Però siccome il trimestre in corso sarà anche meglio del primo, ne deriva che la somma dei primi 2 trimestri mi rafforzano il 2,6% che può andare verso il 3%. Poi se i primi due trimestri sono positivi, l’effetto sugli altri due è positivo, ne deriva che… e qui mi taccio, sennò eccedo di ottimismo». Quindi, per Brunetta, una crescita «attorno al 3% la possiamo dare molto probabile. Prima della guerra era al 4,5%, vuol dire che l’Italia è resiliente, flessibile e la manifattura continua a produrre» e se a fine anno «cresciamo del 3%, con il 6,6% del 2021, a fine 2022 abbiamo recuperato quanto perso nel 2020 con il Covid, anche se abbiamo la cappa di piombo della guerra sulla testa», che dà un «mood negativo e crea una crisi psicologica, non economica». Volendo fare un ragionamento «superficiale», ha concluso Brunetta, «abbiamo un boom del turismo, in tutte le città d'arte è tutto prenotato, questo consola. Questo Paese è attrattivo».

La crisi russo-ucraina

Quanto alla crisi russo-ucraina «più la situazione bellica diventa complicata, più diventano facili la soluzione, gli scambi e i dividendi. Per esempio, la vicenda del grano è un aggravarsi della crisi ma potenzialmente una soluzione della crisi, secondo la teoria dei giochi» spiega Brunetta, in dialogo con Alberto Orioli, vicedirettore del Sole 24 Ore, sottolineando che comunque «se c'è pace senza libertà e democrazia non c'è pace, è la pace degli schiavi». «L’Europa si fa attraverso le soluzioni che vengono date alle crisi. L’Europa, da sempre, sta dando prove straordinarie di soluzioni alle crisi. Nonostante la follia dell’unanimità vengono prese decisioni, nei giorni scorsi è stato approvato, ad esempio, il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia» ha detto Brunetta parlando dell’Unione europea. «Quello che sta succedendo oggi - ha aggiunto - ci impone di fare cose mai fatte. Devo ancora capire i costi benefici della guerra da parte di Putin. Gli Ucraini resteranno inc....ti per tre generazioni nei confronti della Russia, con costi incredibili. Eppure a Mosca qualcuno ha messo in discussione tutto». Quanto al problema energia, «la guerra ci sta portando alla ridefinizione della nostra dipendenza energetica. La verità è che dopo l’invasione della Crimea non si è lavorato per l’indipendenza energetica. E’ stato uno dei più grandi errori» è il punto di vista di Brunetta.

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Inflazione, tornare alla scala mobile è una stupidaggine

«Chi vuole tornare alla scala mobile dice una stupidaggine, i lavoratori si tutelano con i contratti, con il welfare, con una buona Pa, con investimenti in capitale umano...» ha argomentato Brunetta parlando dell’aumento dell’inflazione e del fatto che sono emerse idee di tornare alla scala mobile (adeguamento automatico dei salari all’inflazione, ndr), della cui abolizione Brunetta ha detto di essere uno «dei padri». Brunetta si è anche detto contrario all’introduzione del salario minimo: «Non va bene il salario minimo per legge, è contro la nostra storia di relazioni industriali e sindacali, poi dobbiamo pensare a tutelare meglio i più deboli».

Non c’è nessuna crisi sui concorsi pubblici

«Nessuna crisi sui concorsi per il lavoro pubblico, oggi i concorsi durano 100 giorni dal bando alla pubblicazione delle graduatorie, alcuni giovani ne possono fare uno dietro l'altro e magari si dimettono da uno per prendere un posto migliore». Così Brunetta ha parlato dei concorsi pubblici riconoscendo che sì alcuni posti pubblici hanno stipendi più bassi ma «nel pubblico non c’è cassa integrazione e ci sono garanzie» che nel privato non ci sono. «Mi piacerebbe che pubblico privato avessero le stesse regole, la stessa trasparenza…», ha continuato Brunetta, aggiungendo che «certo in Italia c'è un problema di miss match» tra domanda e offerta di lavoro «ma io partirei dalla scuola, dalla cultura, dall'università – noi professori forse non abbiamo avuto il coraggio di cambiarla, vinci un concorso e stai lì a vita».

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