Brutto ko Ferrari a Spa: sono i giovani dietro al podio a tener vivo lo spettacolo
Rosse fuori dalla Q3 ieri, fuori dalla zona punti oggi
di Alex D'Agosta
3' di lettura
Oggi è meglio parlare dei giovani. Albon (quinto), Ocon (sesto), Norris (decimo). Nomi ancora poco digeriti dai più. Ma sono stati loro i principali a lottare dietro a un podio di stradominio Mercedes, con Hamilton e Bottas nel rispettoso ordine gerarchico, più l'ormai immancabile Verstappen e un'inatteso Ricciardo (quarto), con una Renault, come Albon, molto a suo agio e relativamente “vicina” a casa. Sono loro quindi, “le promesse future”, a tenere alta l'attenzione anche sul finale di una gara mostruosamente privata dello spettacolo vero della Formula 1.
Dominio Mercedes
Per i puristi è infatti un vero insulto vedere una corsa per certi aspetti “poco interessante” a Spa. Ogni volta i cronisti spendono la classificazione di “università” dei motori, perché il circuito delle Ardenne ha messo a dura prova i migliori campioni di questo sport. Ha visto incidenti pazzeschi. Ha visto “follie” d'altri tempo, anche se relativamente recenti, come la scommessa di Jacques Villeneuve e Zonta, finita con un doppio incidente, solo per dimostrare di poter fare l'Eau Rouge senza togliere il piede dall'acceleratore. Ma con una Mercedes così dominante, che non offre ormai più occasione di confronto neanche con il team “numero due” in quanto a competitività, la Red Bull, allora, nuovamente, la “storia” anche di questa domenica è di quelle “da far perdere pubblico e passione”. Ferrari senza punti e senza voto.
Ferrari, la situazione è drammatica
Fotografando questo week-end, la situazione in casa Maranello è drammatica. Fuori dalla Q3 ieri, fuori dalla zona punti oggi. Fuori insomma dai primi dieci. Partiti 13mi e 14mi, Vettel e Leclerc hanno tagliato il traguardo a posizioni invertite, ma sempre lì, in un posto non adatto alla loro statura sportiva. Non senza però averci creduto. Non senza averci provato. Già al secondo giro infatti, Leclerc è scattato fino al nono posto.Al secondo giro si è visto balzare anche all'ottavo. Poi il tracollo. Già al settimo giro si è visto un sorpasso su Leclerc da parte di Kvyat senza alcuna difficoltà. Da parte di quel motore Honda che fino a pochi anni fa era “canzonato” come il peggiore del gruppo, nonostante il blasone del brand. Si è visto che, assetto a parte, manca la potenza.
Ma il contesto generale non è dei più semplici. La prima metà dell'estate ha visto accese polemiche sulla “spy story”, poi passata in secondo piano con il “caso” della Racing Point. Con il blocco dei regolamenti per il 2021, sale perciò l'ansia di non vedere una macchina potenzialmente competitiva sia nel prosieguo di questa stagione che nella prossima. È apparentemente una impasse dalla quale sembra essere difficile uscirne. Il team deve ovviamente fare del suo meglio per guardare avanti e portare nel 2022 un'auto nuova e possibilmente al vertice, ma quello che succederà nei prossimi 4 o 16 mesi non è proprio trascurabile. Perché il pubblico ovviamente riserva aspettative elevate, perché si chiama Ferrari, perché sembra scandaloso che non si possa fare di meglio.
Ma è così: non aver “imbroccato” la strada giusta non solo quest'anno, ma anche nelle stagioni precedenti, si continua a “pagare” per tutta questa prima era ibrida. Solo che quest'anno i problemi sono stati amplificati dalle difficoltà nello sviluppo, dal calo psicologico di Vettel e dall'aumentata competitività degli avversari. Perciò nei prossimi tempi non bisognerà far altro che cercare di supportare il team, sperando in novità che potranno arrivare già nelle prossime piste, con caratteristiche forse più favorevoli all'attuale monoposto. Oppure pazientare fino alle prossime stagioni. Ferrari è una buona azienda e sa che, in pista come nella gestione aziendale, bisogna fare delle scelte: o si cresce progressivamente, o si punta al rinnovamento drastico.
La Sauber-Alfa Romeo
La Sauber-Alfa Romeo a corrente alternata: il secondo team riconducibile all'Italia oggi ha fatto un po' più notizia del solito. Da un lato si è visto Raikkonen terminare davanti ai rivali in rosso, Vettel e Leclerc. Dall'altro si è visto Giovinazzi lottare anche per posizioni leggermente migliori, ma al giro 11 si è autoescluso dalla corsa con un incidente ritenuto regolare insieme a Russell. Un “botto” che a video ha fatto anche abbastanza paura, trattandosi di una di quelle situazioni che potevano portare anche a esiti ben più gravi. Tanta paura ma nessuno si è fatto male. Da lì, i primi cambi gomma e, per fortuna, i distacchi neutralizzati dalla lunga presenza della safety car. Fino al quarantaquattresimo e ultimo giro non ci sono più stati episodi del genere, ma tanto è bastato almeno per non subire l'umiliazione di essere ancora doppiati dai primi: tutti i diciassette sul traguardo hanno infatti tagliato a giri pieni.
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