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BTp a 50 anni: domanda boom da 17 miliardi, l’84% dall’estero

Tre miliardi di euro di Btp a 50 anni sono stati collocati con la riapertura del titolo con cedola 2,80% e scadenza primo marzo 2067: il titolo ha spuntato un prezzo di 98,528 corrispondente a un rendimento lordo del 2,877%. Lo rende noto il ministero dell'Economia in una nota

di Vito Lops

Titoli governativi: I BTp sono i più interessanti

3' di lettura

Un successo con un timing perfetto. Nel momento migliore dell’anno per la carta italiana (lo spread BTp-Bund è a 210, mentre a novembre era a 320) il Tesoro ha collocato 3 miliardi di euro attraverso la riapertura del BTp a 50 cedola 2,80% e scadenza primo marzo 2067: il titolo ha spuntato un prezzo di 98,528 corrispondente a un rendimento lordo del
2,877%. Straordinario il dato sulla domanda: 17,5 miliardi, quasi sei volte l’importo offerto, obiettivo dei tecnici del Tesoro. Lo rende noto il ministero dell'Economia

L’84% della domanda è venuta da investitori esteri. Tra questi, circa il 35%
sono tedeschi, il 22% britannici, l’8% americani e il 2% asiatici. Il resto proviene da altri Paesi europei.

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La riapertura del titolo è stata effettuata mediante la costituzione di un sindacato composto da Citigroup global markets, Deutsche Bank A.g., Goldman Sachs Int. Bank e UniCredit, e dai restanti specialisti in titoli di Stato italiani in qualità di co-lead manager.

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Approfittando della rinnovata fiducia nei confronti dei governativi italiani dopo che Roma ha evitato la procedura Ue sul debito, il Tesoro ha riaperto il BTp a 50 anni emesso nel 2016.

Sul mercato secondario il rendimento del BTp a 50 anni si attesta intorno al 2,84%. Il rendimento offerto alla riapertura, di 3 punti base superiore, rappresenta il cosiddetto “premio di nuova emissione”.

«Quasi l’85% della domanda è arrivata da investitori stranieri. La domanda europea è stata trainata da asset manager e fondi pensione, i cosiddetti real money – spiega Pietro Bianculli, responsabile del debt syndicate di UniCredit, l’unica banca ad aver partecipato ad entrambi i collocamenti del BTp 50 anni - un’importante indicazione di fiducia che gli investitori ripongono nei confronti dell'Italia. Con questa operazione il Tesoro allunga la durata del debito ottenendo condizioni decisamente migliori rispetto a quelle di sei mesi fa quando è stata collocato via sindacato il titolo a 30 anni al tasso del 3,85%, circa 100 punti base in più di quanto fissato ieri per il titolo a 50 anni».

Altri esperti indicano che tra gli investitori esteri, gran parte della domanda è arrivata dalla Germania. «Ci contestano sul rispetto delle regole, ma poi acquistano i nostri titoli che obiettivamente offrono i rendimenti più elevati tra i Paesi di qualità. Una sorta di legge del contrappasso», sottolinea un trader.

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Tra i bond “Matusalemme” emessi negli ultimi anni da alcuni Paesi, i titoli italiani sono quelli che al momento offrono i rendimenti più elevati. Basti pensare che i titoli austriaci a 100 anni (emessi nel 2016 a fronte di un rendimento del 2,1%) oggi pagano sul secondario l’1,1%. A parità di durata con il BTp a 50 anni ci sono i Bonos spagnoli che però esprimono un tasso sensibilmente più basso, l’1,7%, ovvero circa 115 punti base in meno rispetto all'Italia. Non fa praticamente testo la Svizzera i cui bond a 40 anni non rendono nulla, qualcosina in più i 40ennali giapponesi (0,37%) e i trentennali tedeschi (0,25%).

Negli Stati Uniti, dove l’inflazione è più elevata rispetto all’area euro, al Giappone e alla Svizzera, i titoli a 30 anni pagano il 2,54%, 125 punti base in meno dei titoli a 30 anni del Regno Unito.

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