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BTP Valore: rendimenti crescenti e premio fedeltà per i piccoli risparmiatori

Da oggi 2 ottobre è possibile acquistare i titoli di Stato dedicati al retail: durata pari a 5 anni e cedole ogni tre mesi

di Gianni Trovati

Torna il Btp Valore, dal 2 al 6 ottobre seconda emissione

3' di lettura

Con la seconda edizione del BTp Valore che sarà in offerta da oggi 2 ottobre, il Tesoro prova a ingranare il passo del maratoneta sul terreno della raccolta dai piccoli risparmiatori dopo gli scatti degli ultimi anni.

Il più intenso è stato quello di maggio, realizzato proprio con il debutto del BTp Valore che ha raccolto 18,19 miliardi di euro da poco meno di 675mila contratti; il precedente più illustre era rappresentato dal BTp Italia del maggio 2020, che aveva totalizzato un soffio meno di 14 miliardi dai risparmiatori a cui si erano aggiunti 8,3 miliardi dagli istituzionali.

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Questa volta, più dei grandi numeri, l’obiettivo è quello di consolidare una corsa che va anche da sola, spinta da tassi in rialzo che hanno fatto tornare l’interesse dei titoli di Stato fra le famiglie italiane.

Anche per questo Via XX Settembre sfrutta l’onda del momento guardando lontano, e puntando a far crescere ancora nel tempo la quota di debito in mano ai piccoli risparmiatori domestici (salita in un anno dall’8,5% a un passo dal 12%) che torna utile nello sforzo di diversificazione e stabilizzazione necessario a gestire l’addio agli acquisti straordinari da parte dell’Eurosistema.

Anche i risparmiatori interessati al titolo devono guardare lontano. O, quantomeno, tutto il meccanismo del nuovo BTp è pensato per incentivare questo comportamento: e per spingere il comportamento del cassettista, più interessato al rendimento certo che alle fluttuazioni del mercato secondario.

Salita prefissata

L’orizzonte in realtà, grazie ai tassi elevati che permettono rendimenti significativi anche per scadenze relativamente brevi, non è troppo ampio, perché il nuovo titolo è a cinque anni, appena un anno in più rispetto al suo predecessore.

La sua caratteristica centrale è nel meccanismo step-up, che fa salire le cedole con il passare del tempo.

Nei primi tre anni, il minimo garantito comunicato venerdì dal Tesoro è del 4,1%, cioè leggermente più basso rispetto alle quotazioni attuali dei BTp ordinari di durata pari. Il livello si alza però al 4,5% nell’ultimo biennio di vita del titolo, che si conclude con un premio fedeltà dello 0,5% destinato a chi l’ha acquistato nel corso dell’emissione della prossima settimana (dura fino a venerdì 6 ottobre, salvo l’ipotesi teorica di chiusura anticipata) e lo ha mantenuto in portafoglio fino alla fine.

Il rendimento medio annuo, quindi, arriva al 4,26%, e si rafforza al 4,36% con il bonus dedicato alla «fedeltà» del risparmiatore.

Un livello del genere risponde al criterio classico utilizzato dal Tesoro nella costruzione delle offerte riservate al mercato retail, che punta a offrire un bonus rispetto ai bond governativi ordinari senza però gonfiare troppo i costi per le casse dello Stato, peraltro già alle prese con il prezzo salato del rialzo dei tassi.

Dal comportamento dei mercati dipenderà poi la scelta del Tesoro, che sarà comunicata al termine dell’emissione, di confermare o ritoccare al rialzo i rendimenti indicati venerdì.

Cedole ogni tre mesi

L’altra particolarità, questa volta inedita, del nuovo arrivato nella famiglia dei buoni del Tesoro intitolati al «Valore» è il ritmo della cedola, che scatterà ogni tre mesi abbandonando la solita cadenza semestrale.

Qui l’obiettivo è soprattutto quello di suggerire la percezione del rendimento una sorta di “secondo reddito” (la cui entità dipende ovviamente dall’investimento iniziale) che aiuta a proteggere la liquidità.

Il titolo non è agganciato all’inflazio n e, la salita del rendimento è predeterminata e fissa, ma bisogna ricordare che la dinamica dei prezzi è in via di normalizzazione, pur se molto lenta, e questa prospettiva riduce oggi l’appeal potenziale di un titolo indicizzato.

La platea

Quella che parte il 2 ottobre è la terza offerta dell’anno destinata al mercato retail (unico precedente il 2020 con l’emissione straordinaria del BTp Italia; di solito ci si ferma a una o due), che come sempre si basa sull’assenza di commissioni, l’acquisto alla pari, la tassazione agevolata dei titoli di Stato al 12,5% e l’esenzione dalle imposte di successione.

L’evoluzione degli ultimi anni ha visto crescere la presenza del retail «puro» (categoria che esclude il private banking), che fino al 2021 oscillava in genere fra il 50 e il 60% dei compratori per poi salire fino all’apice raggiunto con il 76% a marzo dal primo BTp Valore.

Resta da vedere ora quale sarà la nuova risposta dei gestori di portafogli.

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