I MALUMORI DEI 5 STELLE SULLA MANOVRA

Buffagni: no a norma Dl fisco che frena liquidità imprese

Il vertice della maggioranza politica sulla manovra finanziaria non sarà uno scambio di convenevoli. Un chiaro indizio è la critica aperta del viceministro grillino dello Sviluppo, Stefano Buffagni, alla norma del Dl fisco sulle ritenute fiscali negli appalti.

di Carmine Fotina

2' di lettura

Il vertice della maggoranza politica sulla manovra finanziaria non sarà uno scambio di convenevoli. È più di un indizio l’uscita di Stefano Buffagni, viceministro dello Sviluppo economico ed esponente di punta del Movimento 5 Stelle, sul decreto legge fiscale. La scarsa attenzione alle piccole e medie imprese, già sottolineata ad esempio dai grillini sui temi delle commissioni bancarie per i pagamenti elettronici e della flat tax, viene ora denunciata a proposito della norma sulle ritenute fiscali negli appalti.


«Combattere le finte cooperative come fa il Dl fiscale è sacrosanto - dice Buffagni - ma non si può fare cassa sulla pelle delle imprese. Le nostre imprese non muoiono di fatturato, ma di cassa, e non possiamo permetterci di drenare ulteriore liquidità. La manovra e i decreti collegati devono seguire due principi semplicissimi: “No” nuovi colpi alla liquidità delle aziende. “No” nuova burocrazia». Il messaggio postato su facebook è molto netto. Buffagni si riferisce alla norma sul versamento delle
ritenute fiscali ai lavori, che secondo il Dl compete al committente e non all’impresa.

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«Negli ultimi 10 anni - prosegue il viceministro che al Mise, al pari dei sottosegretari, è ancora in attesa dell’ufficializzazione della delega - i nostri imprenditori sono già stati caricati all'inverosimile. Da quando
siamo al Governo, con vari decreti tra cui SbloccaCantieri, Dl
Semplificazioni e Dl Crescita, abbiamo avviato un percorso di
alleggerimento del carico che deve proseguire. Nessuno pensi di
poter tornare indietro. Le imprese sono il motore del Paese e
noi abbiamo il dovere di aiutarle a ripartire, a fare crescita,
creare valore e posti di lavoro! Se crescono loro, cresce
l’Italia», spiega il sottosegretario allo Sviluppo Economico.

La misura contestata prevede che in tutti i casi in cui un committente affidi a un’impresa l’esecuzione di un’opera, il versamento delle ritenute fiscali per i lavoratori impiegati in quell’appalto venga effettuato direttamente dal committente stesso, a cui l’appaltatore o subappaltatore deve anticipare le somme. Una misura fortemente criticata nei giorni scorsi dalle imprese del settore delle costruzioni.

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