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Bulgari racconta il Mediterraneo con la sua alta gioielleria. Il ceo: «Vendite oltre le aspettative»

La maison ha presentato a Palazzo Ducale “Mediterranea”, la collezione 2023 ispirata alla molteplicità del Mare Nostrum. Il ceo Babin: «Dai gioielli ai profumi, i nostri prodotti più preziosi sono i più venduti e trainano i nostri ricavi»

di Chiara Beghelli

La collana “Muse of Rome” della collezione Mediterranea culmina in uno smeraldo colombiano da oltre 281 carati

3' di lettura

Non fu un caso se Fernand Braudel, grande studioso del Mediterraneo, dedicò proprio a Venezia la sua ultima opera. Una città considerata summa di un eterno incontro, quello fra Oriente e Occidente, che ha segnato la storia millenaria del Mare Nostrum. Per questo “Mediterranea”, la nuova collezione di alta gioielleria di Bulgari, è forse la più filosofica mai proposta dalla maison romana, che nacque proprio grazie a un viaggio da Est verso Ovest, quello dell’argentiere Sotirios Voulgaris, approdato a Roma dalla Grecia nel 1884.

Bulgari presenta la sua alta gioielleria “Mediterranea” a Venezia

Sotto la loggia trecentesca di Palazzo Ducale, affacciata sul bacino di San Marco, martedì scorso sono state presentate 400 creazioni, dove fra gemme straordinarie come gli smeraldi colombiani e gli zaffiri di Ceylon da ben oltre 65 carati, si rincorrono gli echi di Bisanzio, architetture nordafricane, giardini italiani e l’immancabile bellezza dei monumenti di Roma. Una collezione e un evento che hanno raccontato il senso di una comunità anche nei dettagli, come la passerella di mosaici realizzata dalla fornace Orsoni 1888, l’ultima della città, dove le modelle hanno sfilato indossando i sandali Cleo del veneziano René Caovilla, impreziositi dal serpente, simbolo della maison romana. Il legame di Bulgari con la Serenissima era già molto stretto: nel 2017 aveva presentato l’alta gioielleria “Festa” nella Scuola Grande della Misericordia e ancor prima del passaggio a Lvmh, nel 2008 la maison aveva finanziato il restauro della Scala d’Oro proprio a Palazzo Ducale. Anche questa volta, tutta la collezione, con prezzi compresi fra i 100mila e vari milioni di euro, è già stata venduta, con richieste anche per multipli.

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Da sinsitra Priyanka Chopra, Jean.Christophe Babin, Anne Hathaway e Zendeya all’evento Bulgari di Venezia

«Tutto il segmento dell’high end, dunque l’alta gioielleria e l’alta orologeria, è stato il grande vincitore del post-Covid - commenta Jean-Christophe Babin, da dieci anni ceo Bulgari -. C’è emozione in queste creazioni, ma anche possibilità di investimento, soprattutto in tempi di inflazione e alta liquidità come questi. In particolare le pietre colorate sono ricercatissime, e noi siamo stati fra i fautori di questo apprezzamento proprio per la nostra storica passione per tali gemme. Ne abbiamo anche “scoperte” di nuove, come la tormalina di Paraiba, di cui dieci anni fa non parlava nessuno e che oggi ha prezzi più alti dei diamanti». Proprio un diamante, ma blu, conferma la lettura di Babin: proprio mentre Mediterranea veniva svelata al pubblico, a Ginevra Sotheby’s batteva il “Laguna Blu” da 11,16 carati per la cifra record di 25 milioni di dollari. «Quando Bulgari lo realizzò e vendette, negli anni Settanta, il suo prezzo era una frazione di quello di oggi», nota il ceo.

Nel primo trimestre 2023 la divisione Watches&Jewelry di Lvmh ha segnato un +11% rispetto allo stesso periodo 2022, con ricavi per quasi 2,6 miliardi di euro: «La performance ha superato le nostre aspettative e il mese di aprile è stato in linea -prosegue Babin -. La crescita maggiore si conferma sulla parte più alta della nostra offerta, che riguarda anche i profumi e la pelletteria». Una linea che passa anche dagli hotel, altro canale di racconto del marchio, che il 9 giugno comprenderà anche l’attesa apertura di Roma: «Puntiamo ad avere circa 20 unità in tutto il mondo, chissà, forse anche a Venezia un giorno, da offrire alla nostra comunità di clienti che ama ritrovare l’esperienza Bulgari anche in viaggio - aggiunge il ceo -. Gli hotel hanno un successo che conferma l’attrattività del nostro marchio e hanno peraltro un importante ruolo di reclutamento e ampliamento della nostra clientela». Con cui la maison punta a rafforzare il legame passando pure dalla tecnologia.

La collana “Tribute to Venice”

Se nella collezione di alta gioielleria del 2022 un solo gioiello era stato pensato anche in versione Nft, quest’anno il loro numero sale a tre. E si punta, nel prossimo futuro, a estendere la formula a tutti, portando anche nei gioielli quello che da quattro anni accade nelle borse Bulgari, dotate tutte di un microchip Nfc che dialoga con lo smartphone, fornendo notizie e anteprime ai clienti. L’innovazione e le contaminazioni non si fermano. Come il Mediterraneo secondo Braudel: non un mare unico, ma «un susseguirsi di mari».

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