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Bundesbank contro lo scudo Bce: le tre condizioni del presidente Nagel

Il nuovo strumento atteso al direttivo del 21 luglio è già sotto attacco. Da Francoforte: «Attenti a usare la politica monetaria per limitare i premi a rischio»

di Isabella Bufacchi

(Tobias Arhelger - stock.adobe.com)

3' di lettura

Il nuovo scudo anti-spread in fase di progettazione accelerata in Bce e in costruzione nei cantieri dell’Eurosistema, per essere preannunciato alla riunione del Consiglio direttivo il 21 luglio e funzionante alla riunione del 9 settembre, è già sotto attacco nella Bundesbank.

Il presidente della banca centrale tedesca Joachim Nagel, in un discorso in video a un convegno a Francoforte ieri, ha esternato senza giri di parole il suo netto scetticismo riguardo un nuovo strumento anti-frammentazione: «Bisogna stare attenti a utilizzare strumenti di politica monetaria per limitare i premi a rischio, si finisce facilmente in cattive acque perché è praticamente impossibile stabilire con certezza se un allargamento degli spread è giustificato dai fondamentali oppure no».

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Le pre-condizioni di Nagel

Per Nagel, un nuovo scudo anti-spread, in aggiunta alle Operazioni monetarie definitive OMT che sono state legalmente approvate dalla Corte di giustizia europea e dalla Corte costituzionale tedesca, sarebbe una misura di politica monetaria «inusuale» che può essere giustificata solo in «circostanze eccezionali e all’interno di condizioni strettamente definite». Tre pre-condizioni, per Nagel, devono essere soddisfatte: 1) l’allargamento degli spread è ingiustificato dai fondamentali; 2) la trasmissione della politica monetaria è danneggiata; 3) le due condizioni precedenti limitano la capacità dell’Eurosistema di mantenere la stabilità dei prezzi.

Nel caso in cui si verificassero queste tre condizioni, il Consiglio direttivo per Nagel può decidere se attivare lo strumento anti-frammentazione «che deve essere strettamente temporaneo»: Inoltre la Bce deve spiegare perché utilizza il nuovo scudo al posto delle OMT. I limiti dello scudo anti frammentazione per Nagel vanno ritrovati nell’orientamento della politica monetaria (non può andare contro un accomodamento o inasprimento), il mandato della Bce (rispetto della proporzionalità e divieto del finanziamento diretto degli Stati) e il mantenimento di adeguati incentivi per politiche fiscali ed economiche sostenibili e per la riduzione del debito pubblico nei singoli Stati. In altre parole, una «condizionalità fiscale è indispensabile».

Lagarde evita le polemiche

La presidente Christine Lagarde ha preferito tenersi alla larga dal dibattito sulla frammentazione, concentrando gli sforzi innovativi della Bce sul cambiamento climatico. Sono state annunciate ieri una serie di nuove misure per includere considerazioni sui cambiamenti climatici nel quadro di politica monetaria dell’Eurosistema e di «adeguare le partecipazioni in obbligazioni societarie nei portafogli di politica monetaria dell’Eurosistema e nel suo quadro di garanzia, di introdurre requisiti di informativa sul clima e di migliorare le sue pratiche di gestione del rischio». Con queste decisioni «stiamo trasformando il nostro impegno nella lotta al cambiamento climatico in un’azione reale», ha affermato Lagarde. Le nuove misure forniscono incentivi alle aziende e alle istituzioni finanziarie per essere più trasparenti riguardo alle loro emissioni di carbonio e per ridurle. E mirano a tenere conto del rischio finanziario legato al clima nel bilancio dell’Eurosistema.

TLTRO in chiave climatica

I mercati sperano che tra le novità “verdi” della Bce arriveranno TLTRO per finanziare il cambiamento climatico. Il membro del Board Fabio Panetta ha ricordato che ridurre la dipendenza dal combustibile fossile russo e centrare gli obiettivi del clima richiederà nella Ue investimenti pari a 500 miliardi all’anno fino al 2030.

Le condizioni ultra-accomodanti dei prestiti mirati TLTRO, in un contesto di normalizzazione della politica monetaria e rialzo dei tassi, non è detto che saranno oggetto di discussione al prossimo Consiglio direttivo: ma la questione è aperta. Gli analisti di banche e agenzie di rating hanno calcolato che le nuove condizioni delle TLTRO III dal 23 giugno (non più -1% ma la media dei tassi sui depositi calcolata nella vita residua) offriranno comunque un arbitraggio vantaggioso con i rialzi dei tassi a partire da luglio. La liquidità in eccesso parcheggiata presso la Bce e remunerata con tasso positivo consente un guadagno certo tra il tasso dei prestiti accumulati finora nelle TLTROs e il nuovo tasso di remunerazione dei depositi Bce. Ma le stime degli analisti, che si spingono fino a 24 miliardi di guadagni in certe condizioni, sono almeno più del doppio delle stime vicine ad ambienti Bce. Per quanto riguarda poi le banche italiane, pur avendo attinto alle TLTROs per circa 450 miliardi (dati fine aprile) la liquidità in eccesso è attorno ai 40-50 miliardi. Le TLTRO III non sono nate per favorire arbitraggi sui depositi o comprare titoli di Stato ma per mantenere alti i volumi dei prestiti a imprese e famiglie durante la pandemia: secondo la Bce questo scopo lo hanno raggiunto.

Riproduzione riservata ©
  • Isabella Bufacchivicecaporedattore corrispondente dalla Germania

    Luogo: Francoforte, Germania

    Lingue parlate: inglese, francese, tedesco, spagnolo

    Argomenti: mercato dei capitali, ECB watcher, fixed income e debito, strumenti derivati, Germania

    Premi: Premio Ischia Internazionale di Giornalismo per l’analisi economica, Premio Q8 per giovani giornalisti economici

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