ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLo stadio di Milano

Buon compleanno, San Siro! Un futuro incerto per la gloriosa “Scala del calcio”

In attesa di qualche decisione, lo stadio milanese, come un lavoratore cui viene sempre rinviato il giorno della pensione, continua a fare il suo dovere riempiendo tutti i posti

di Dario Ceccarelli

Calcio, l'Inter valuta Rozzano per il nuovo stadio

4' di lettura

Cosa sarà dello stadio di San Siro quando tra 3 anni (oggi è il 97°anniversario) farà 100 anni? Sarà uno spettrale residuo archeologico del Novecento, piano piano corroso da erbacce e rifiuti, oppure in una serata primaverile di fine maggio accenderà ancora le luci per ospitare la finale di Champions League del 2026? 

E per le Olimpiadi invernali, sempre nel 2026, cosa farà il nostro glorioso tempio del calcio? Possibile che un vecchio rudere, considerato obsoleto e inadeguato dal football globalizzato, possa fare da scintillante location alla cerimonia d’apertura dei Giochi di Milano e Cortina come era stato indicato in fase di candidatura?

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Futuro incerto

Domande a cui nessuno sa rispondere. Anche se è surreale, mettiamoci il cuore in pace. Come nessuno sa rispondere dove andranno a giocare Inter e Milan. Nei loro futuribili, molto futuribili, impianti di San Donato e Rozzano, oppure ancora nel vecchio San Siro, protetto dal vincolo della Soprintendenza Archeologica Belle arti e Paesaggio? 

In attesa di qualche decisione, lo stadio di San Siro, come un lavoratore cui viene sempre rinviato il giorno della pensione, continua a fare il suo dovere riempiendo tutti i posti. Sia con il Milan, sia con l’Inter è sempre tutto esaurito. Sarà per il buon andamento dei due club, sarà per il dopo pandemia, comunque nel tempio del calcio milanese  il sold out è sempre garantito. Lo stesso anche per i  grandi concerti quasi sempre affollatissimi. 

San Siro è una garanzia: a partire da quello del mitologico Bob Marley, che si esibì il 27 giugno 1980, sono sempre venuti i pezzi da novanta. Dai Rolling Stones a Bruce Springsteen, da Ramazzotti ai Pooh passando per Vasco Rossi e Jovanotti. Esibirsi a San Siro è una consacrazione. Non tutti possono permetterselo, Milano è infatti molto esigente, non fa sconti alle mezze figure.

San Siro, storia per immagini della “Scala del calcio”

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Dentro la storia di Milano

Lo stadio di San Siro, ribattezzato nel 1980 Giuseppe Meazza, ma senza che il nome originale sia mai stato soppiantato, è una parte integrante non solo della storia calcistica italiana, ma anche della città di Milano. È una questione di prestigio, di blasone, dovuta sia al carico gloria delle due società, sia al fatto che “La Scala del calcio” ha ospitato tantissimi eventi internazionali, dalla Champions League alla Supercoppa, dai campionati mondiali (1934 e 1990) alle partite (45) della Nazionale Italiana. Solo l’Olimpico di Roma ne ha ospitate di più (63).

Tutto cominciò nel 1925 quando Piero Pirelli, all’epoca presidente del Milan, decide dare il via alla costruzione di uno stadio per la squadra rossonera. Milano, con il Politecnico e la sua industria crescente dei cantieri, è un luogo ideale per edificare un impianto adeguato alle nuove necessità. Il progetto verrà affidato all’ingegnere Alberto Cugini e all’architetto Ulisse Stacchini. In quel periodo era il calcio anglosassone a far da modello.Così la pianta dello stadio verrà progettata ispirandosi agli stadi  inglesi, con le tribune prossime al campo di gioco.

Le origini

Lo stadio fu costruito nel quartiere di San Siro, vicino all’ippodromo del Trotto. Ci vollero 13 mesi e cinque milioni di lire, cifra considerata  enorme per l’epoca. L’inaugurazione avverrà il 19 settembre 1926 con una amichevole tra Inter e Milan, terminata 6-3 per i nerazzurri. Nonostante questo successo, l’Inter, “costola" del Milan nata nel 1908 dopo una  storica scissione, dovrà attendere altri 20 anni prima che posso disputare a San Siro le partite casalinghe di campionato. 

Difficile stare dietro a tutte le ristrutturazioni dello stadio. In origine la struttura era molto più piccola, con quattro tribune rettilinee per un totale di circa 35mila posti. Nel 1935, con l’intervento del Comune di Milano, la capienza, aggiungendo 4 curve di raccordo tra le tribune, fu portata a 55mila. Ma è nel dopoguerra, nel 1955, che San Siro decolla diventando una cattedrale del calcio conosciuta in tutto il mondo. Cresce l’interesse, il calcio è il secondo sport nazionale dopo il ciclismo, e così viene realizzato un secondo anello di tribune che porterà la capienza totale a oltre 80mila persone. In questo impianto si svolgeranno i mitici derby degli anni Sessanta, quelli del Milan di Rocco e Rivera contro l’Inter di Helenio Herrera e Sandro Mazzola. Un periodo d’oro per il calcio milanese che porterà scudetti, Coppe dei Campioni e Coppe Intercontinentali. Era la Milano dei Vigorelli, della Fiera campionaria. Una città in gran fermento, simboleggiata dal grattacielo Pirelli,  che riempie la Rinascente e i negozi di corso Buenos Aieres e i ristoranti della Galleria. Una Milano brulicante di “cumenda” e di “terun”che vogliono dimenticare le ferite della guerra ricostruendo la città.

“La Scala del calcio”

E San Siro diventa “la Scala del calcio” con i successi di due squadre che si faranno rispettare  in Europa e nel mondo. Derby al calor bianco ben immortalati da Adriano Celentano (“eravamo in 100mila quel dì…”),  e da Enzo Jannacci che in "Vincenzina" cantava: “Zero a Zero anche ieri, ‘sto Milan qui, e ‘sto Rivera che ormai non mi segna più…”. È un derby canoro, un derby nel derby, che Roberto Vecchioni chiuderà con la struggente “Luci a San Siro”. 

Poi arriveranno gli Ottanta e i Novanta. Anni ruggenti, liquidi, più d’assalto, feroci e divertenti. Con l’invincibile  Milan di Berlusconi che fa l’acchiappatutto fino a quando, sull’altra sponda del Naviglio, arriva Massimo Moratti a rilevare il testimone del padre, Angelo, il presidente della Grande Inter che aveva spopolato 30 anni prima. 

Campioni indimenticabili

Anni indimenticabili con giocatori indimenticabili: i fratelli Baresi, la famiglia Maldini, il fenomeno Ronaldo, gli olandesi Van Basten  e Gullit. Poi Sacchi e il suo calcio folle e totale. E Mourinho con il Triplete. Anche San Siro non sta a guardare e, in vista dei Mondiali del 1990, quello delle "notti magiche" con Schillaci e Baggio, lo stadio viene ampliato con un terzo anello  e 11 torri cilindriche per facilitare l’accesso dei tifosi. Per la prima volta San Siro avrà la copertura di tutti gli spalti con seggiolini di vario colore  tutti numerati. Così non sarà più necessario arrivare allo stadio due ore prima per guadagnare il posto migliore. Anche quella però era una magia. Quella dell’attesa, della speranza, di sapere come sarebbe andata a finire. Adesso abbiamo Dazn e Sky che ci dicono tutto e ci fanno vedere tutto. Meglio prima o meglio adesso? È una domanda che non ha risposta. Come il futuro di San Siro.

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