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Buoni pasto, dopo la protesta in arrivo un tetto alle commissioni

Il viceministro all’Economia Castelli: limite al 5% e poi la riforma del settore

«No ticket day»: bar e supermercati il 15 giugno non accettano i buoni pasto

2' di lettura

Si sbroglia la matassa dei buoni pasto, che aveva portato alla protesta tutte le sigle del settore del commercio alimentare e dei supermercati. È in arrivo una nuova normativa che sgancia le commissioni pagate dagli esercenti dalle gare al ribasso realizzate dalle amministrazioni pubbliche: questo consentirà di mettere un tetto del 5% sulle commissioni e a porre le basi per realizzare una riforma del settore dei servizi sostitutivi delle mense entro la fine dell’anno. A sbloccare la situazione è stato un incontro al ministero dell’Economia del viceministro, Laura Castelli con le molte sigle (ANCD Conad, ANCC Coop, FIEPeT Confesercenti, Federdistribuzione, FIDA e FIPE-Confcommercio) che il 15 giugno avevano deciso di rifiutare i pagamenti in ticket.

L’impegno del viceministro Castelli

«Nel primo provvedimento utile - ha assicurato il viceministro - inseriremo una norma che ristabilisce equità, ed evita le storture di un settore che, di fatto, penalizzavano solo gli esercenti. In un momento di particolare crisi del settore, dovuto anche agli effetti negativi della Pandemia e della Guerra in Ucraina, assicuriamo un sostegno concreto con minori commissioni, a carico degli esercenti, che si possono stimare in quasi 150 milioni di euro, per le sole gare di prossima emanazione. Risorse che rimarranno quindi agli esercenti».

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Una recente modifica aveva legato il meccanismo del prezzo applicato agli esercenti alle gare al ribasso bandite da Consip per la Pubblica amministrazione. Il problema che questo aveva un impatto deciso sugli esercenti, sui quali si scaricava di fatto lo sconto. «Prima dell’introduzione della norma - aggiunge Castelli - su cui interveniamo, il meccanismo delle gare pubbliche registrava valori della commissione applicata agli esercenti non superiori al 5%, negli ultimi anni invece hanno visto lievitare notevolmente questa commissione».

Si punta ora ad una disciplina transitoria che svincolerà l’entità della commissione dallo sconto praticato alla pubblica amministrazione. Ma anche a proseguire nei confronti per riformare il settore entro l’anno.

Le sigle: serve una riforma strutturale

Positivo il commento delle sigle coinvolte. «Il passo in avanti che registriamo oggi sulla questione dei buoni pasto è estremamente positivo e apre la strada a una soluzione che auspichiamo, una volta approvata, ponga fine al più presto ad una situazione ormai insostenibile per le nostre aziende, che pagano commissioni eccessive a fronte di un prezioso servizio erogato ogni giorno a milioni di lavoratori. L’auspicio è che la soluzione individuata, che andrà adesso all’esame delle aule parlamentari, sia il primo tassello di un percorso che porti alla necessaria riforma strutturale del sistema dei buoni pasto, ormai non più procrastinabile».

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