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Buono fiere al via, dal 9 settembre le richieste delle imprese

Può essere richiesto una sola volta da ciascun soggetto beneficiario ed è valido fino al 30 novembre 2022

di Nicola Barone

(LAPRESSE)

3' di lettura

Dal 9 settembre le imprese con sede sul territorio nazionale potranno prenotare il cosiddetto “buono fiere”, il nuovo incentivo che punta a sostenere la loro partecipazione alle manifestazioni fieristiche internazionali organizzate in Italia. È quanto comunica il ministero dello Sviluppo economico, che ha pubblicato il decreto che rende operativa la misura agevolativa introdotta dal ministro Giancarlo Giorgetti nell’articolo 25-bis del primo decreto Aiuti e per la quale sono state messe a disposizione risorse pari a 34 milioni di euro.

Giorgetti: fiere vetrina delle nostre aziende

«Le fiere sono la vetrina delle nostre aziende, luoghi dove l’ingegno del made in Italy trova la sua collocazione ideale all’interno di spazi che puntano favorire l’incontro tra gli espositori e i visitatori provenienti da tutto il mondo», dichiara il ministro Giorgetti. «Il buono fiere - aggiunge - va proprio in questa direzione, di contribuire sia alla promozione e alla valorizzazione delle eccellenze del sistema produttivo nazionale sia alla ripresa del mondo fieristico, un settore particolarmente colpito durante l’emergenza Covid ma anche dalle conseguenze del conflitto in Ucraina».

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Ambito di applicazione

In particolare, la misura - spiega il Mise - prevede un contributo a fondo perduto, nella misura massima di 10.000 euro, pari al 50% delle spese sostenute dalle imprese che partecipano a fiere internazionali organizzate sul territorio italiano nel periodo che va dal 16 luglio (data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto Aiuti) sino al 31 dicembre 2022. Gli eventi rispetto ai quali è possibile beneficiare del contributo sono quelli inseriti nel calendario fieristico approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e che interessano diversi settori.

Le verifiche sul possesso dei requisiti

Si tratta di «un aiuto concreto a un settore strategico colpito duramente dal Covid. Un segnale di fiducia e di incoraggiamento per il comparto produttivo, che vale posti di lavoro preziosi e dà lustro all'Italia nel mondo», secondo la deputata della Lega Benedetta Fiorini, segretario della commissione Attività produttive e prima firmataria della misura. Il buono, che può riguardare la partecipazione a una o più manifestazioni fieristiche, può essere richiesto una sola volta da ciascun soggetto beneficiario ed è valido fino al 30 novembre 2022, termine entro cui i beneficiari dovranno richiedere il rimborso delle spese sostenute per la partecipazione: dall’affitto agli allestimenti degli spazi espositivi, dai servizi per le attività promozionali a quelle relative al trasporto, noleggio di impianti nonché alle spese per l’impiego di personale a supporto dell’azienda. Per facilitare la presentazione delle richieste di rimborso, che dovranno avvenire seguendo la procedura messa a disposizione dal ministero sul sito, le imprese potranno effettuare, già a partire dalle ore 10 d+el 7 settembre, le verifiche sul possesso dei requisiti tecnici e delle autorizzazioni necessarie in vista dell’invio della domanda di prenotazione del buono dal 9 settembre. Il “Buono Fiere” verrà riconosciuto in considerazione dell’ordine temporale di presentazione delle domande e tenuto conto delle risorse stanziate per la misura.

Pazzali (Fiera Milano): contribuirà alla ripresa

Di «un importante e concreto aiuto, che rappresenta una scelta da parte del governo uscente di sostegno a tutto il settore» parla il presidente di Fondazione Fiere Milano, Enrico Pazzali. «Il sistema fieristico italiano - prosegue Pazzali - ha un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella crescita delle imprese nel nostro Paese: il tessuto industriale italiano, caratterizzato da Pmi, è stato particolarmente segnato dalla pandemia, ma questa iniziativa del governo – con 34 milioni di euro di risorse – contribuirà alla ripresa del sistema fieristico oltre che alla valorizzazione di quello produttivo».

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