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Business della birra in crescita guidato dai consumi fuori casa

Nel 2022 due litri in più a testa e le prospettive sono positive per gli acquisti in bar e ristoranti, ma aumentano le importazioni. Il presidente di Assobirra: «In Germania il fisco quattro volte più basso»

di Maurizio Maestrelli, Emiliano Sgambato

Per la prima volta ricerca unisce Birra e filiera dell’agroalimentare Made in Italy

4' di lettura

Quello tra gli italiani e la birra è un rapporto che continua a rafforzarsi di anno in anno. Nemmeno la crisi legata al Covid e le successive difficoltà per il comparto determinate dai rincari che hanno colpito un po’ tutto, dalle materie prime ai servizi energetici, sembra aver ostacolato il consumo di birra che ha ripreso a crescere soprattutto nel canale fuoricasa.

Nel 2022 gli italiani, secondo l’Annual Report pubblicato da Assobirra, ne hanno consumata un milione di ettolitri in più rispetto al 2019 (18,4 milioni di ettolitri la produzione totale), cioè 37,8 litri pro capite (due litri in più rispetto al 2021) confermando una tendenza in crescita che prosegue dal 2012, con un calo avvertito solo nel 2019-2020.

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Trend più forte della crisi

Un segnale forte di come la birra stia entrando sempre più nel quotidiano, superando almeno parzialmente gli storici limiti dati dalla stagionalità, dal pubblico prevalentemente giovanile e dal tradizionale abbinamento con la pizza, bastione inscalfibile e che a dire il vero nessuno dei protagonisti del settore ha intenzione di scalfire. La sensazione che si ricava dai numeri offerti dal Report, con produzione nazionale in crescita del 3,3% e consumi complessivi del 6%, è quella di un vero e proprio radicamento nelle abitudini dei consumatori. Il business complessivo ha raggiunto secondo Assobirra 9,4 miliardi, ma un segnale di preoccupazione arriva dall’import, cresciuto del 10%.

«La produzione di birra in Italia è in svantaggio rispetto a quella estera – ha commentato il presidente di Assobirra Alfredo Pratolongo – che gode in alcuni casi di un fattore competitivo importante: accise anche quattro volte inferiori, come nel caso della Germania, rispetto a quelle pagate in Italia. La birra è l’unica bevanda da pasto che ne è gravata, un’anomalia che ha un impatto su produttori, distributori e consumatori. Inoltre, se non verranno stabilizzate le riduzioni delle accise per i piccoli birrifici, molte aziende entreranno in difficoltà. È urgente continuare a promuovere il comparto utilizzando la leva fiscale come impulso agli investimenti».

Guidano i consumi fuori casa

Le buone notizie arrivano soprattutto dai consumi fuori casa, secondo Assobirra cresciuti di oltre un quinto nel 2021. Così non stupisce che una ricerca di Nomisma per Osservatorio Birra e Agronetwork abbia confermato come la birra sia la bevanda più richiesta nel canale fuoricasa seguita dalle bollicine, dal vino bianco e da quello rosso. Il sondaggio, effettuato tra professionisti dell’horeca, ha messo in luce come la chiave del successo della birra sia la sua versatilità, sia nelle occasioni di consumo sia nell’abbinamento a tutto pasto.

I meriti di tutto ciò vanno equamente distribuiti tra tutti i principali attori del comparto, i grandi birrifici come Heineken Italia, Birra Peroni, ABinBev, Carlsberg, Birra Forst e Birra Castello e il piccolo esercito di microbirrifici, il cui peso complessivo sale piuttosto lentamente ma con costanza. Da un lato c'è una comunicazione istituzionale mirata a diffondere sì un consumo moderato e consapevole; Assobirra è forse l’unica associazione di categoria che da anni si impegna su questo fronte, ma rivolta a spiegare quanto siano numerose le potenziali occasioni di consumo della birra, dall’aperitivo alla pausa pranzo al dopocena. Dall’altro c’è la sempre ricca e diversificata offerta dei microbirrifici che meno vincolati ai volumi da produrre hanno saputo liberare una creatività che affascina sempre più nuovi consumatori e mantiene viva la passione e l’apprezzamento in quelli da tempo conquistati.

La carica dei piccoli birrifici

Non esistono in questo caso dati ufficiali sul giro d’affari, ma tra gli addetti ai lavori circola una stima di 400 milioni di euro per una produzione di 500mila ettolitri. Secondo il report “Birra artigianale, filiera e mercati” di Unionbirrai (associazione dei piccoli birrifici indipendenti), le oltre 1.300 realtà che producono birra in Italia sono raddoppiate rispetto al 2015 e occupano oltre 9.600 addetti (+22% nello stesso periodo). In base a questi dati l’Italia si colloca al sesto posto in Europa per numero di realtà (dopo Francia, Regno Unito, Germania, Svizzera e Olanda) e al nono per produzione. In crescita i birrifici agricoli, arrivati a quota 290 imprese dall’ottantina del 2015.

Alle consolidate carte vincenti della birra – informalità e facilità di consumo – se ne sono aggiunte inoltre di nuove. Quello delle birre analcoliche ad esempio è ancora una nicchia di mercato ma che sta crescendo e che ha ormai coinvolto non solo tutti i grandi player, ma pure qualche birrificio artigianale e dall’estero arrivano segnali che questa nicchia sarà in forte espansione nel prossimo futuro.

I nuovi trend tra analcolico e agricolo

Sempre negli ultimi anni la birra ha inoltre saputo raccontarsi in maniera diversa dai classici stilemi: al tradizionale legame con il mondo dello sport, dell’estate e dell’amicizia si sono sostituiti, o almeno accompagnati, messaggi intesi a raccontare la naturalità del prodotto, il suo legame con la terra e l’agricoltura, un legame confermato da un sempre maggior ricorso a orzo maltato in Italia e alla nascente “industria” della coltivazione del luppolo.

Insomma, per quanto non si possano nascondere delle difficoltà oggettive, come il peso delle accise e la concorrenza delle birre importate , il settore sembra godere di buona salute con una tendenza consolidata positiva che fa ben sperare anche per il futuro. Un futuro che però va inteso non solo come incremento dei consumi, ma come una maggiore strutturazione dell'intera filiera, dal campo al bicchiere, che appare oggi più completa che mai e che pertanto necessiterebbe, a parere di tutti i protagonisti della filiera stessa, di un'attenzione più consapevole da parte delle istituzioni.

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