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Butti: pronti a usare 550 milioni del Pnrr per posare fibra ottica sulla rete Fs

Il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti punta a firmare con Fs e Enel accordi per la posa aerea dell fibra ottica

di Carmine Fotina

4' di lettura

L'allerta è massima sui ritardi di copertura delle aree bianche, quelle a fallimento di mercato affidate in concessione a Open Fiber con il vecchio Piano banda larga. Ma anche i tempi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che finanzia gli interventi per portare reti ultrabroadband nelle aree grigie dove c'è solo un operatore privato che investe, iniziano a preoccupare il governo. Ne ha parlato Alessio Butti, sottosegretario della presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione, nel corso del convegno “Obiettivo Rinascita 2023” organizzato dal Sole-24 Ore sui progetti del Pnrr. Butti anticipa inoltre l’intenzione di firmare con Fs e Enel accordi per la posa aerea dell fibra ottica e di chiudere con Anas un protocollo d’intesa per la copertura wireless delle gallerie autostradali.

I ritardi su digitale e aree bianche

Butti ha innanzitutto passato in rassegna i risultati generali raggiunti dall'Italia sulle reti ad alta velocità. «Si fa notare spesso che l'indice europeo Desi vede l'Italia al settimo posto sulla connettività, ma vorrei ricordare a tutti che se guardiamo i collegamenti su rete fissa in Ftth (fiber to the home) siamo 25esimi, un fatto di per sé drammatico. Abbiamo due terzi dell'unità immobiliari non coperte da connettività che sia pari ad almeno 1 gigabit al secondo». In continuità con quanto in realtà riferito più volte, anche nel corso di audizioni parlamentari, il senatore di Fratelli d’Italia sottolinea le grandi difficoltà sulle aree bianche. «Al 28 febbraio – e sono dati pubblici, di Infratel, la società in-house del ministero delle Imprese e del made in Italy - i clienti che hanno fatto il take up (che quindi hanno attivato il servizio, ndr) sono 128.518, per un spesa di oltre 11.452 euro ciascuno: questo per me si chiama spreco di denaro pubblico, non addebitabile certamente al governo Meloni ma a chi ha ci ha preceduto sbagliando l'architettura del piano. Com'è stato possibile permettere di arrivare con la fibra solo fino a 40 metri da case o abitazioni senza porsi poi il problema di chi e come completa quella copertura?». E ancora altri numeri: «Sono state connesse 4,4 milioni di unità immobiliari, ne mancano ancora 5,1 milioni. Il ritmo dei collaudi nei Comuni e nei cantieri, poi, è lentissimo e va considerato che Infratel lo fa su un campione del 25%. Queste carenze sulle aree bianche spiegano perché sono terrorizzato per quello che potrà accedere sulle aree grigie finanziate dal Pnrr” (Tim-Fibercop e Open Fiber sono gli aggiudicatari del progetto “Italia a 1 Giga”).Le questioni, va detto, sono distinte. Perché da un lato (aree bianche) c'è uno schema di penali ma non ci sono scadenze concordate con la Ue. Dall'altro l'Italia ha l'obbligo di chiudere i cantieri entro la metà del 2026 per non perdere il diritto a incassare le rate europee del Pnrr.

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La revisione della Strategia

I due temi saranno al centro della revisione della Strategia per la banda ultralarga che il Comitato per la transizione digitale, su proposta del sottosegretario all’Innovazione, ha deciso di rivedere nell'arco dei prossimi 60 giorni con un documento che andrà poi in consiglio dei ministri. In riferimento in particolare al Pnrr, urge una decisione su quasi 1,5 miliardi di avanzi derivanti dalle gare per la banda ultralarga fissa, per il 5G, le isole minori, scuole e la sanità connessa.«Anche qui – aggiunge Butti – facciamo attenzione. Non sono risparmi frutto di una gestione oculata, ma effetto di una programmazione sbagliata all'origine con dati sovrastimati. E il governo Meloni ora ha tutta la titolarità per rivedere lo schema di assegnazione di questi fondi cercando di imporre una visione strategica per l'industria delle telecomunicazioni”.

Fibra ottica sulle reti Fs ed Enel

Una quota di 550 milioni, spiega il sottosegretario, potrebbe andare a un progetto con Fs «per la posa aerea della fibra ottica sfruttando 17mila chilometri di rete ferroviaria, per avere poi una densificazione di antenne e consentire finalmente un servizio efficace del wi-fi sia su treni ad alta velocità sia su quelli regionali. Nel frattempo è in arrivo un protocollo di intesa con Anas per avviare un lavoro di copertura anche delle gallerie autostradali». E di posa aerea della fibra Butti ha intenzione di continuare a parlare anche con i nuovi vertici dell’Enel, dopo un discorso avviato con il management uscente.

Stop per ora sull’innalzamento dei limiti elettromagnetici

Dal sottosegretario è poi arrivata la conferma che la partita per l'innalzamento dei limiti elettromagnetici degli impianti di telefonia mobile, che il ministero delle Imprese e del made in Italy sembrava intenzionato a inserire nel Ddl concorrenza, è ancora molto complessa.

«Faccio notare che la legge quadro del 2001 prevede che si possa intervenire con un Dpcm di rimodulazione su proposta dei ministeri dell'Ambiente e della Salute sentite le commissioni parlamentari competenti. E' evidente che il limite di 6 volt/metro sia largamente inferiore a quello di altri Paesi ma abbiamo un sistema di misurazione tarato sulle 24 ore, che quindi consente delle medie ponderate con abbassamento dei livelli mentre in altri sistemi Ue la misurazione è sui 15 minuti. Di questo bisogna tenere conto. È chiaro comunque che cercheremo di arrivare a una soluzione, ma deve essere condivisa con i territori per non fa riemergere comitati anti-5G che non farebbero altro che frenare lo sviluppo».


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