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Cătălin Pavel e le tracce nascoste d’amore

Lo scrittore romeno scava negli echi del passato con il nuovo bestseller “Archeologia dell’amore”

di Francesca Vertucci

2' di lettura

Un excursus nei meandri dell’amore romantico, il cosiddetto “eros” greco, attraverso miti, fragili ritrovamenti e grandi monumenti per raccontare come l'essere umano abbia amato nel tempo e nello spazio: “Archeologia dell’amore”, l’ultimo libro dell’archeologo Cătălin Pavel – già bestseller in Romania e pubblicato da Neo Edizioni in Italia – è un racconto di racconti, una solida narrazione scampata alla fragile furia dei tempi.

Un fine ambizioso, ricostruire i sentimenti umani partendo dai resti del passato, per capire i meccanismi d’amore di una coppia lungo i secoli. Dall’uomo di Neanderthal all’arte sensuale di Picasso, passando per le catacombe su Adamo ed Eva ai graffiti erotici di Pompei, Pavel racconta gli affetti grazie all’ausilio dell’archeologia, alternando all'approccio scientifico riflessioni personali.

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Uomo Sapiens e Neanderthal

Singolare è l’ipotetico incontro narrato dall’autore tra uomo Sapiens e Neanderthal durante la Preistoria, dati gli svariati ritrovamenti che legherebbero le due etnie in maniera curiosa. Sempre di periodo preistorico si tratta nel capitolo 2, con alcuni tra i più celebri casi di scheletri abbracciati: uno proveniente dall'Italia – più precisamente a Valdaro - l'altro dall'Iran odierno. Le loro posizioni e storie sono differenti, ma l’equazione finale è che esistevano davvero legami significativi pure in epoche così remote. In tono scanzonato, ironico e dissacrante, lo scrittore indaga nel capitolo 4 sui recenti scavi romani in cui le dicerie erotiche riguardo Augusto e Cesare “si materializzano nel rapporto topografico apparentemente sessuato dei loro due rispettivi fori”. Veramente sontuoso il capitolo 5 con la descrizione accurata dell’arte greca e della sua relativa mitologia: l’egocentrismo di Eracle, la fedeltà amorevole di Ettore e Andromaca, il malinconico epilogo di Orfeo ed Euridice, il prestante Achille e il suo contorto rapporto con Briseide, le “marachelle” delle divinità ritratte sulle urne, sino a Ulisse e al suo movimentato destino erotico prima di ricongiungersi con Penelope.

Un compito arduo per l’autore, dato che la tenerezza nell’arte greca spesso è sottesa di una maledetta discrezione. Stralci di storie, racconti che “viaggiano” anch’essi assieme al lettore e narrano di come il sentimento amoroso non si sia mai eclissato, ma solo adattato ai secoli. Vi è persino un capitolo su Agatha Christie, rea solo di essersi innamorata di un archeologo. Un libro che contiene leggerezza, scientificità e concretezza, che non inventa saperi incerti, ma fornisce notizie e suggerisce risposte per nuove domande, perché “se è possibile trovare sia pure solo una traccia dell’amore, significa che l’amore è sopravvissuto nella sua interezza.”


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