C’era una volta il West, sconfitto dalla depressione
Nel 2018 oltre 48mila americani si sono tolti la vita: sono soprattutto uomini bianchi, di mezza età che vivono nelle aree rurali degli Stati dell'Ovest. Tra le cause, l'isolamento determinato dalle grandi distanze e la cultura cowboy. Ora, le restrizioni imposte dall'emergenza Coronavirus potrebbero aggravare il quadro
di Marco Dell'Aguzzo
2' di lettura
Quando il governatore del Wyoming ha informato la popolazione della chiusura di tutti i luoghi pubblici a causa del Coronavirus, molti sono stati invasi dallo sconforto. Come in buona parte del West americano, l'isolamento, qui, in uno Stato sconfinato, ma con una densità di appena 2,3 abitanti per chilometro quadrato, è molto più di una condizione temporanea. È la causa di un annoso problema di salute pubblica, difficile da risolvere.
Gli Stati Uniti occidentali non hanno ancora superato il culto del selvaggio West. Nel Wyoming, i cartelli stradali accolgono gli automobilisti con il motto Forever West. Il quarto di dollaro del Montana raffigura un teschio di bisonte. In quello dello Utah si ricorda invece il completamento della ferrovia che collegò le due coste del Paese, omaggiata anche da Sergio Leone.
Sotto la nostalgia per un mondo epico forse mai esistito davvero, la realtà odierna del West racconta però un dramma. Gli ultimi dati diffusi dagli istituti di sanità dicono che oltre 48mila americani si sono tolti la vita nel 2018. Statistiche più approfondite rivelano che a uccidersi sono soprattutto gli uomini bianchi di mezza età (45-64 anni) e che questi gesti estremi si registrano con più frequenza nelle aree rurali. Gli Stati in cui i tassi di suicidio sono più alti sono Montana (28,9), Alaska (27), Wyoming (26,9), New Mexico (23,3), Idaho (23,2) e Utah (22,7). La cultura cowboy, di cui gli abitanti dell'Ovest sono imbevuti, può aiutare a spiegare perché la crisi si concentri proprio qui. Agli uomini viene insegnato fin da bambini a essere autosufficienti e a “tirarsi su da soli”, ma questo orgoglio finisce poi per bloccarli dal chiedere aiuto quando hanno un problema. La mentalità machista non è l'unico fattore: anche la geografia ha un peso determinante. Il West è fatto di territori immensi ma scarsamente popolati, e l'isolamento prolungato favorisce la depressione. L'inverno, in particolare, alimenta la tristezza e sopravvivervi non è facile: il freddo e la neve confinano in casa, aggravando il senso di solitudine e spingendo all'alcolismo. Ora, le restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria, seppur necessarie, potrebbero complicare il quadro.
Dal 1999 i suicidi negli Stati Uniti sono cresciuti di un terzo e fanno più vittime degli incidenti stradali e degli omicidi. Le “morti per disperazione” – termine coniato apposta per indicare i decessi dovuti al suicidio oppure all'abuso di droghe e alcol – hanno contribuito all'abbassamento dell'aspettativa di vita degli americani dal 2015 al 2017. Più che le difficoltà economiche, forse la causa principale è un generico sentimento di sconforto esistenziale, accentuato dalla mancanza di autentici rapporti sociali. Anche volendo, combattere la depressione nello spopolato West non è semplice. Le strutture per curarsi possono essere molto lontane e nelle contee rurali gli psichiatri sono spesso assenti. Abbondano invece le armi: il tasso di possesso nel Wyoming è del 53,8 per cento, uno dei più alti della nazione. Nel Montana è del 52,3; nell'Idaho del 56,9.
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