Caffetterie «on the go», 12oz vuole passare da 25 a 100 negozi in Italia. E sbarca in Grecia
I piani di sviluppo di David Nathaniel grazie alla partnership con l’ olandese Jde Peets, gruppo di torrefazione da 7,7 miliardi di fatturato
di Natascia Ronchetti
3' di lettura
Nel 2015, otto anni fa, ebbe l'idea di rompere gli schemi della storica tradizione tutta italiana del caffè espresso consumato al banco, privilegiando il servizio veloce e on the road che più piace alla generazione Z. Oggi David Nathaniel, insieme al partner olandese Jde Peets, gruppo di torrefazione da 7,7 miliardi di fatturato, esce dall’Italia e approda in Grecia, primo passo di un piano di espansione che prevede 700 negozi 12oz entro il 2027 tra Italia, Europa e Paesi del Far East.
«Un progetto ambizioso sostenuto dalla fitta rete di relazioni internazionali di Jde Peets» dice Nathaniel, imprenditore italiano di origini irachene e libiche, già fondatore di Ndd, azienda che fornisce al mondo dell'hotellerie di lusso (mille alberghi clienti in Italia) caffè e macchine per produrne in grande quantità molto rapidamente, mantenendo intatte tutte le qualità organolettiche e l'aroma.
12oz, la sua ultima creatura, è già presente sul territorio nazionale con 25 negozi, da Milano a Napoli, molti dei quali collocati nelle grandi infrastrutture per il trasporto aereo e ferroviario. Luoghi caratterizzati da notevoli flussi di persone che chiedono insieme alla velocità la possibilità di consumare in movimento bevande a base di caffè e latte. La domanda proviene soprattutto dai giovani. Non a caso i clienti di 12oz sono per l'80% ragazzi e ragazze (soprattutto queste ultime) sotto i 25 anni. Consumatori che, nella patria della tazzina al banco, stanno trasformando il rito del caffè.
Per l'azienda, che quest’anno svilupperà un fatturato aggregato di 15 milioni di euro, il piano di espansione comporta un investimento notevole. «Ogni nuovo negozio richiede dai 100 ai 150 mila euro, costo al quale va aggiunto quello relativo al marketing, cui destiniamo ogni anno dal 5 al 7% del fatturato», spiega Nathaniel, proprietario del 49% delle azioni di 12oz: il 51% delle quote è detenuto dal gruppo olandese.
Per l'ingresso in Grecia è stata scelta Atene e in particolare una strada pedonale a pochi passi dall'Acropoli, destinazione di milioni di turisti ogni anno. Questo grazie alla partnership con Foodrinco, che fa parte del gruppo imprenditoriale ellenico Vytogiannis Group. L'accordo prevede l'apertura di altri tre negozi in Grecia entro l'anno. Poi, nell'arco di un lustro, anche lo sviluppo nei Paesi limitrofi, con una rete di 50 locali tra Cipro, Albania, Macedonia, Bulgaria.
Contemporaneamente sarà portata avanti l’espansione in Italia – per arrivare a 100 negozi, tra locali a gestione diretta e in franchising - e in altri Paesi europei e del Sud Est asiatico. Tutti avranno con lo stesso format: bevande calde e fredde da consumare in movimento, servite insieme a food dolce e salato.
«L'Italia, da dove siamo partiti – spiega Nathaniel – non era un mercato facile per una proposta come la nostra, che è prima di tutto una esperienza diversa di consumo di caffè, lontana da quella offerta da una tradizionale caffetteria».
Il concetto della bevanda on the go, che segue il consumatore, ha fatto breccia tra i più giovani, intercettando un nuovo tipo di domanda. Giovani, e in maggioranza donne, sono anche i dipendenti di 12oz, attualmente 170. E i negozi sono di varie dimensioni, si va dai 15 ai 70 metri quadrati.
Il primo locale è stato aperto in piazza Duomo a Milano. Poi sono arrivati quelli di Bergamo, Bologna, Venezia, Parma, Torino, Napoli, Verona. Con una svolta nel 2018, quando è nata la joint venture con Jde, secondo torrefattore al mondo, che ha investito nel concept, diventando il socio di maggioranza. La strategia di espansione si basa su accordi con operatori del settore in ogni Paese. “Stiamo individuando partner in ogni mercato nel quale vogliamo insediarci”, dice Nathaniel.
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