Calabria, Gino Strada: accordo tra Emergency e Protezione civile
Migrazione sanitaria, disavanzo di 160 milioni di euro e livelli essenziali di assistenza ai minimi termini, che posizionano la regione in coda alle altre
di Donata Marrazzo
5' di lettura
Accordo tra Emergency e Protezione civile in Calabria: da oggi l'associazione umanitaria di Gino Strada fornirà supporto nei Covid hotel e nei triage degli ospedali, e si occuperà della gestione dei nosocomi da campo. Di Maio si dice “certo che Strada darà un importante contributo per permettere alla Calabria di uscire” dalla crisi sanitaria e definisce il fondatore di Emergency un “patrimonio” che va protetto. Ieri le dimissioni anche di Gaudio da commissario per la Sanità della regione
Nella giornata di ieri 17 novembre, dopo qualche minuto di tentennamento, con notizie apparse e scomparse dal web, è tutto confermato: Eugenio Gaudio, appena nominato commissario ad acta per il piano di rientro della sanità calabrese rinuncia. I motivi sono di «natura familiare». In una intervista a Repubblica.it lo stesso ex rettore de La Sapienza spiega che alla base della decisione ci sono “motivi personali e familiari”. «Mia moglie - ha spiegato - non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare».
Già Gino Strada al momento della nomina di Gaudio non aveva accettato l'invito del Governo a fare squadra con l’ex rettore. Ora ha dato definitivamente forfait.
Spirlì: «Qui c’è da gestire la sanità, basta ispettori governativi»
«Qui non c’è da fare nomine - ha commentato il presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì a La Zanzara su Radio 24 - c’è da gestire la sanità. Basta ispettori governativi ne abbiamo le scatole piene. Non arriva la nomina di Strada perché dovranno passare sul mio corpo per fare le nomine, non abbiamo più bisogno di commissari». E ha aggiunto: «Se arriva Strada ne prendiamo atto, dopo il tris facciamo poker»
Cala l'entusiasmo a Palazzo Chigi
Archiviato Saverio Cotticelli, silurato (di fatto) Giuseppe Zuccatelli, svanita l'ipotesi di affidare l'incarico a Narciso Mostarda, attuale direttore generale della Asl 6 di Roma, la nomina del commissario ad acta per il piano di rientro della sanità calabrese era già monca sul nascere. Subito era calato l'entusiasmo a Palazzo Chigi, dove si riteneva che i due nomi indicati, Gaudio e Strada, fossero in grado di aiutare la sanità calabrese a ripartire. Tutto al limite della farsa.
«Non esiste il tandem Gaudio-Strada»
Il fondatore di Emergency ha dichiarato in una lettera aperta: «Apprendo dai media che ci sarebbe un tandem Gaudio-Strada a guidare la sanità in Calabria. Questo tandem semplicemente non esiste. Ribadisco di aver dato al Presidente del Consiglio la mia disponibilità a dare una mano in Calabria, ma dobbiamo ancora definire per che cosa e in quali termini».
L’accoglienza tiepida della politica
Era stata molto tiepida l'accoglienza per Gaudio, consigliere del ministro dell'Università e della Ricerca per la formazione nell'area sanitaria e per i rapporti con il Servizio sanitario nazionale, indagato per concorso in turbativa dalla Procura di Catania nell'inchiesta del 2019 sui concorsi truccati all'università di Catania. L’ex rettore, dopo le dimissioni, fa sapere che il procuratore di Catania ha detto al suo avvocato che stava andando a depositare la richiesta di archiviazione per il presunto abuso di ufficio.
«Il Governo rifiuta la disponibilità per l’incarico di Commissario a Gino Strada e opta per la scelta di Gaudio, un uomo di sistema che non segna alcuna volontà di discontinuità con il passato. Un’ennesima occasione persa. Noi diciamo No! Mobiliteremo tutto quello che possiamo per fermare questo ennesimo errore che ricade sui calabresi», avevano scritto ieri in un tweet le Sardine che per prime hanno indicato Strada per guidare la sanità calabrese.
Scontento anche il presidente della commissione Antimafia, il senatore 5 Stelle Nicola Morra, che aveva commentato: «Gaudio non va bene, serve un commissario che combatta le infiltrazioni della 'ndrangheta». Furiosa la Lega: «Oggi abbiamo assistito all’ennesima prova della lottizzazione della sanità in Calabria ai danni, come al solito, dei cittadini calabresi. Che c’entra Gino Strada? Si è persa l'occasione per concludere dignitosamente una vicenda vergognosa: dopo Zuccatelli arriva di nuovo Strada con ruoli indefiniti. Il prossimo chi sarà? Roberto Saviano?».
Ennesima impasse per il Governo
Così il Governo, che riteneva di aver cambiato passo, accantonando l’imbarazzo provocato da inadempienze ed esternazioni fuori misura dei due precedenti supercommissari, si ritrova invece in una nuova impasse. L’ennesima. E mentre Zuccatelli ha mollato anche l’incarico di commissario delle aziende ospedaliere di Catanzaro, resta invariato tutto lo scenario della sanità calabrese, che anzi diventa ogni giorno più critico. Intanto la Procura di Catanzaro indaga per epidemia colposa.
Il quadro allarmante dell'emergenza
Le criticità non riguardano solo la progressione dei contagi, ma la complessiva gestione dell'emergenza. Tamponi, tracciamento, posti letto determinano un quadro incerto e allarmante. In Calabria l'incidenza del coronavirus ogni 100mila abitanti è di 185,69 (0,18%), mentre è 648,33 (0, 65%) la rilevanza del virus a livello nazionale. La Giunta regionale brancola nel buio: per contenere la situazione sanitaria il presidente facente funzioni Nino Spirlì ha firmato qualche giorno fa un’ordinanza che prevede la conversione di posti letto di area medica, per un totale di 234 posti letto Covid più altri 10 di terapia intensiva. Ma il riordino della rete ospedaliera Covid era stato già previsto dal decreto 91 del 18 giugno, firmato dai dirigenti regionali e dal commissario Cotticelli: che però, come dichiarato nel corso della trasmissione televisiva “Titolo V”, non ne aveva contezza.
Ospedale da campo a Cosenza con il team dell'esercito
Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, in un vertice a Palazzo dei Bruzi con il team operativo dell’esercito, fa un passo avanti disponendo le operazioni preliminari per l’allestimento di un ospedale da campo nell'area di Vaglio Lise. La struttura arriverà direttamente dal Libano, intorno al 20 novembre, e dovrebbe essere pronta entro fine mese. L’ospedale supporterà l’Annunziata di Cosenza che è l’unico Hub di tutta la provincia. Ospiterà una quarantina di pazienti, dando la precedenza a coloro che stazionano, in attesa di cure, al pronto soccorso. Potrà essere ampliato fino a contenere ambulatori e laboratori per le analisi. «Abbiamo richiesto ai militari anche la Tac, 3 posti di terapia intensiva e 4 posti di terapia sub intensiva. Complessivamente, tra personale sanitario e tecnici, appartenenti all’esercito, la struttura potrà contare su 50 unità», ha dichiarato Occhiuto.
Lo sfascio del commissariamento
Ma oltre la pandemia, resta lo sfascio di sempre, che è il risultato di 10 anni di commissariamento (dal Governo Renzi a quello Gentiloni, fino al Conte 1 e Conte 2 con i decreti Calabria): il nuovo commissario Gaudio si troverà di fronte a un disavanzo di 160 milioni di euro. A livelli essenziali di assistenza ai minimi termini, che posizionano la regione in coda alle altre con 136 punti nella griglia Lea. E a una mobilità passiva che pesa sulle casse regionali per oltre 300 milioni di euro, con scostamenti e inappropriatezze significative: anagrafiche non corrispondenti, prestazioni di alta specialità con un solo giorno di degenza, interventi chemioterapici con doppia prestazione farmaceutica, ricoveri ripetuti e ravvicinati, maggiorazioni di prestazioni (+7%) previste per strutture universitarie non corrispondenti.
Il buco nero delle Asp
Infine le Asp sciolte per infiltrazioni mafiose: emblematico il caso di quella di Reggio Calabria, priva di carte contabili fino al 2013. Un buco nero incalcolabile nella sanità calabrese. Da accertamenti del Nucleo di Polizia economico-finanziaria e della Guardia di Finanza sono risultati, fra le tante anomalie, doppi pagamenti a favore di fatture già liquidate per ammanchi complessivi che possono essere quantificati in almeno 1 miliardo di euro. Il primo a mettere le mani su documenti e rendicontazioni sospette è stato l'ex commissario della Asp Santo Gioffrè. Un quadro che Sanità 24-Il Sole 24 Ore aveva ricostruito più di un anno fa. Ora che la situazione della sanità calabrese sta destando scalpore, torna d'attualità.
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