Calabria, Occhiuto replica alla Ue: «Tempi per pagare ridotti del 60%»
Rischio infrazione Ue
di Donata Marrazzo
3' di lettura
«Sarà il governo a dimostrare all’Europa che non ci sono più le ragioni per la messa in mora dell’Italia a causa del ritardo dei pagamenti nell’ambito del settore sanitario regionale». In Calabria, secondo il governatore Roberto Occhiuto, non c’è più alcuna violazione della direttiva Ue per i termini dei pagamenti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione. Dovrebbe essere, quindi, scongiurata la procedura d’infrazione a cui faceva riferimento una lettera con parere motivato inviata alcune settimane fa dalla Commissione europea: «Ho preso in mano un sistema sanitario commissariato per 12 anni dal governo centrale. Ho raccolto macerie, ma in un anno sono riuscito a ridurre i tempi dei pagamenti da 140 a 50 giorni, abbattendo la media di circa il 60%». Il presidente della Regione, che dopo il suo insediamento ha assunto anche i poteri di commissario ad acta della sanità, rivendica i risultati del lavoro svolto finora. Soprattutto rispetto alla situazione debitoria che negli anni ha affossato il sistema sanitario calabrese: «Con la Guardia di Finanza abbiamo svolto un’analisi accurata delle pretese dei creditori, avviando il processo di circolarizzazione del debito verso i fornitori. Sono risultate posizioni debitorie per 800 milioni di euro e pensiamo di poterle anche ridurre, ritenendo che alcune non vadano riconosciute. Entro la fine del mese sarò in grado di avviare le transazioni di tutte le fatture emesse fino alla data del 31 dicembre 2020, non ancora pagate al 31 luglio 2022. Così conto di azzerare il debito». Ed entro il 30 giugno tutte le aziende sanitarie chiuderanno definitivamente i bilanci dell’anno 2022, «fornendo finalmente un quadro certo dei conti».
Ma, nonostante la costituzione di Azienda zero, nuovo ente per il governo della Sanità regionale, il motore del sistema sanitario calabrese resta fermo: minime le prestazioni erogate, svuotati molti presidi sanitari. «Il problema sono le assunzioni – ammette Occhiuto – Delle 1500 procedure avviate, molte sono stabilizzazioni di precari e solo in minima parte si tratta di medici. Ne mancano circa 2500. Del resto, è per questo che ho richiesto l'intervento dei camici bianchi cubani». Cinquantuno medici caraibici hanno preso servizio all'inizio dell'anno negli ospedali di Polistena, Gioia Tauro, Locri e Melito Porto Salvo. Ed è solo una soluzione tampone.
Ma commissariamento a parte, i problemi, secondo il governatore della Calabria, partono da lontano e investono tutto il Paese: «È stato commesso un errore clamoroso – afferma – quello del numero chiuso nelle università. Non solo, non si è investito sulle specializzazioni ed è urgente farlo adesso, aumentando le borse di studio». Il problema dei medici gettonisti, poi, cioè di quegli specialisti retribuiti per ogni singolo turno coperto in ospedale, aggraverebbe ulteriormente la situazione. Un modello speculativo, che è il segno di una grave carenza organizzativa e di programmazione di carattere nazionale: «In tanti si dimettono dal sistema sanitario pubblico per andare a lavorare a gettone nelle cooperative, dove guadagnano anche 10 volte di più, facendo spendere al sistema sanitario cifre enormi. Lo Stato, insomma, ci rimette. Sono stato fra i primi a denunciarlo, e per questo ho deciso di contrattualizzare i medici cubani. Molti neolaureati, inoltre, preferiscono andare a lavorare all’estero, anche fuori dall'Europa. Ma fino a oggi la politica non si era accorta di niente».
La ricostruzione
ll debito
Dopo 12 anni di commissariamento la sanità della Cabaria aveva totalizzato 800 milioni di debiti (come emerso da una analisi della Guardia di Finanza). Ma non tutti saranno riconosciuti, per il governatore Occhiuto
Tempi di pagamento
La Regione saldava i suoi creditori in media in 150 giorni. Per il Governatore tale media si è ridotta a 50 giorni con un calo del 60%.
L’arretrato
Entro fine mese – parola del governatore – partiranno le transazioni delle fatture emesse fino al 31 dicembre 2020 e non pagate entro il 31 luglio 2022.
I bilanci
Entro fine giugno tutte le aziende sanitarie chiuderanno i bilanci del 2022
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