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Calano i naufragi ma gli assicuratori temono la guerra in Ucraina

L’annuale studio Allianz Agcs prefigura aumenti di richieste di risarcimento per le navi

di Raoul de Forcade

(Bloomberg)

3' di lettura

Diminuiscono le perdite di navi nel settore del trasporto marittimo ma la guerra in Ucraina, con un possibile aumento delle richieste di rimborsi, il boom del trasporto via mare e le problematiche relative alla sostenibilità, con i danni che i nuovi carburanti green protrebbero causare ai motori, destano qualche preoccupazione negli assicuratori marittimi.

È quanto emerge dallo studio annuale di Agcs (Allianz global corporate & speciality) che analizza le perdite e i sinistri (incidenti) di navigazione segnalati per navi oltre le 100 tonnellate lorde. «Nel 2021 - si legge nello studio - sono state riportate 54 perdite totali di navi a livello mondiale, rispetto alle 65 dell’anno precedente».

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Calo del 57% delle perdite totali

Il numero registrato l’anno scorso «rappresenta un calo del 57% in 10 anni (erano 127 le perdite totali nel 2012), mentre durante i primi anni ’90 la flotta mondiale perdeva più di 200 navi l’anno». La riduzione delle perdite totali nel 2021, spiega lo studio, è resa più incisiva «dal fatto che oggi esistono circa 130mila navi nella flotta mondiale rispetto alle circa 80mila di 30 anni fa». Un progresso che «riflette la maggiore attenzione alle misure di protezione attraverso programmi di formazione e sicurezza, il miglioramento del design delle navi, la tecnologia e la regolamentazione».

Mentre le perdite totali sono diminuite nell’ultimo anno, «il numero di incidenti di navigazione segnalati è aumentato e le Isole Britanniche ne hanno registrato la maggior parte (668 su 3mila). I danni ai macchinari hanno rappresentato più di un incidente su tre a livello globale (1.311), seguiti da collisioni (222) e incendi (178), con un aumento del numero di questi ultimi pari a quasi il 10%».

Industria marittima colpita dalla guerra

L’industria marittima, sostiene lo studio di Allianz, «è stata colpita su più fronti dall’invasione russa dell’Ucraina, con la perdita di vite umane e di navi nel Mar Nero, l’interruzione del commercio e il crescente peso delle sanzioni. Ma deve affrontare anche le sfide per le operazioni quotidiane, con effetti a catena per l’equipaggio, il costo e la disponibilità del combustibile e il potenziale e crescente rischio cyber».

L’invasione «ha ulteriori conseguenze su un’industria marittima mondiale che sta già affrontando varie carenze. I lavoratori marittimi russi rappresentano poco più del 10% della forza lavoro mondiale composta da 1,89 milioni di persone, mentre circa il 4% proviene dall’Ucraina. Questo personale potrebbe avere difficoltà a tornare a casa o raggiungere le navi alla fine dei contratti».

inoltre, «un conflitto prolungato potrebbe avere conseguenze più profonde, potenzialmente rimodellando il commercio globale di energia e altre materie prime. Un embargo esteso sul petrolio russo potrebbe contribuire a far aumentare il costo del combustibile e avere un impatto sulla sua disponibilità, spingendo gli armatori ad utilizzare carburanti alternativi».

E se questi fossero di qualità inferiore agli standard, si legge nello studio, «si potrebbe arrivare ad avere, in futuro, richieste di risarcimento per guasti ai macchinari. In questo scenario, le agenzie di sicurezza continuano a mettere in guardia su un’accresciuta prospettiva di rischi informatici per il settore marittimo quali blocco dei Gps, spoofing (falsificazione d’identità) del sistema di identificazione automatica Ais, problemi alle comunicazioni e interferenze elettroniche».

Aumento dei risarcimenti

«Il settore assicurativo - afferma Justus Heinrich, global product leader marine hull di Agcs - vedrà probabilmente un certo numero di richieste di risarcimento nell’ambito delle polizze rischio guerra da parte di navi danneggiate o perse a causa di mine marine, attacchi missilistici e bombardamenti nelle zone di conflitto».

Gli assicuratori, conclude Heinrich, «potrebbero anche ricevere richieste di risarcimento nell'ambito di polizze marine con estensione al rischio guerra per navi e carichi bloccati o intrappolati nei porti e nelle acque costiere ucraine».

Riproduzione riservata ©

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