Calcio e coronavirus. In Ligue 1, Premier, Liga, Bundesliga e Serie A crescono i rischi sulle entrate dei diritti tv
Le principali Leghe calcistiche europee cominciano a fare i conti con il rischio che i ricavi televisivi di questo scorcio di stagione, funestato dal Covid-19, possano contrarsi fortemente nonostante i contratti blindati
di Marco Bellinazzo
4' di lettura
Le principali Leghe calcistiche europee cominciano a fare i conti con il rischio che i ricavi televisivi di questo scorcio di stagione, funestato dall’emergenza sanitaria, possano evaporare per effetto della crisi economica che potrebbe far calare abbonati e pubblicità e per l’incertezza sul prosieguo delle gare. Per questo, l’ipotesi di completare i campionati nazionali, sostenuta con forza dalla Uefa (che ieri ha “minacciato” la Federazione belga e chiunque ne segua l’esempio di tagliare fuori dalle Coppe europee i club appartenenti a tornei chiusi in anticipo con decisione unilaterale), viene portata avanti da tutti, quasi a dispetto dei dati epidemiologici ancora gravi.
Lo stop ai pagamenti in Francia
Dolo la sospensione dei campionati causa pandemia da coronavirus e in assenza di certezza sulla ripresa e conclusione degli stessi sia pure tra luglio e agosto (secondo le ultime previsioni) i broadcaster sono sul chi va là. L’allarme è scattato in particolare nella Premier league e nella Ligue 1 francese. In Francia il numero uno di Canal Plus ha fatto sapere alla Lega calcio transalpina che non verrà pagata la rata dei diritti per le due serie (Ligue 1 e Ligue 2) da 110 milioni di euro in scadenza il prossimo 5 aprile. Anche l’altra tv che trasmette le partite del campionato d’Oltralpe BeIN Sport, che è anche l’emittente qatariota del proprietario del Psg, lo sceicco Al Thani, ha annunciato che blocherà il prossimo pagamento da 42 milioni. I club francesi devono incassare ancora in tutto 280 milioni dei 759 previsti.
In Premier League
Oltremanica Sky Uk e Bt Sport avrebbero congelato i pagamenti in attesa di sapere che ne sarà della stagione. Alla fine del campionato mancano dieci giornate (92 partite), ed è per evitare di non intascare l’ultima tranche dei soldi che i club inglesi premono per tornare in campo. La perdita, in caso contrario, sarebbe enorme. Per l’esattezza i diritti domestici della Premier League per il triennio 2019-2022, hanno una valutazione pari a cinque miliardi di sterline (circa 5,7 miliardi di euro), in ribasso di 400 milioni di sterline rispetto al periodo 2016-2019, nonostante il numero di partite a disposizione siano aumentate da 168 a 200. Gli accordi per i primi cinque pacchetti, destinati esclusivamente alle tv, hanno portato nelle casse della Premier League 4,55 miliardi di sterline (5,17 miliardi di euro) da Sky e Bt Sports. Successivamente, Amazon si è aggiudicata i diritti per la trasmissione in streaming di 20 partite. La cessione dei diritti esteri fino al 2022 ha portato 4,2 miliardi (pari a circa 4,8 miliardi di euro).Dunque il valore dei diritti televisivi globali della Premier League (nazionali e internazionali) per il ciclo 2019-2022, ha raggiunto un valore sul triennio di 9,2 miliardi di sterline, pari a 10,4 miliardi di euro.
Bundesliga
In Germania Dazn ha sospeso i pagamenti, non versando la tranche finale di 30 milioni di euro finché non ci sarà chiarezza chiarezza sulle 81 partite ancora da disputare nelle ultime 9 giornate di campionato. In Germania i diritti tv fruttano 1,5 miliardi di euro che equivalgono al 37% dei ricavi del campionato. L’ad di Dazn Simon Denyer ha annunciato licenziamenti del personale in esubero a causa della drastica cancellazione degli eventi sportivi, ma con promessa di riassunzione passata la crisi. «Lo stop dello sport è la più grande catastrofe nel mondo sportivo negli ultimi 75 anni – ha detto Denyer – È la sfida più grande mai affrontata dalla nostra azienda». Mancano anche i 330 milioni finali dovuti da Sky Deutschland che ogni anno versa 876 milioni nelle borse della Bundesliga.
Intanto si profila una battaglia per il quadriennio 2021-2025. L’asta è stata rinviata a giugno e molti si aspettano un intervento di Amazon, che ha già acquisito un pacchetto tedesco di partite Champions per la stagione 2021-22.
Liga
In Spagna secondo uno studio interno della Liga spagnola, riportato da Palco23, la mancata conclusione dei campionati di prima e seconda divisione in Spagna potrebbe generare un danno economico di 678,4 milioni. Di questi, circa 610 milioni riguarderebbero la Liga Santander, la prima divisione calcistica del Paese.Rispetto ai 610 milioni di danno stimato per la Liga, ben 494 milioni deriverebbero dal mancato incasso della quota di diritti televisivi detenuti da Mediapro relativi alle ultime giornate di campionato. Come riportato da “Marca”, considerando anche i mancati ricavi a seguito dello stop delle competizioni europee (Champions ed Europa League) le perdite toccherebbero quota 956,6 milioni di euro. Nel caso la stagione si possa portare a conclusione a porte chiuse, le perdite sarebbero di 303,4 milioni di euro.
Serie A
Il bando 2018-2021 non prevede penali in caso di forza maggiore e l’ultima rata da versare il 1°maggio (sono sei divise a bimestri per un totale di 973 milioni a stagione tra Sky, che ne versa 780 per 266 partite, e Dazn, 193 per 114 gare) appare blindata. Finora sono state giocate 257 partite, le restanti 124 valgono circa 350 milioni di euro. I 233 dell’ultima rata dovuta anche da Img, l’intermediario Usa che ha acquisito i diritti per l’estero, più la quota relativa alla parte del campionato che non si è ancora disputata. Sky sta aspettando che la Lega comunichi quale sarà il futuro del campionato per capire cosa succederà. Stesso discorso per Dazn che si dice “alla
finestra” per capire quale sarà il futuro della stagione e se ci sarà la possibilità di concludere il campionato anche in estate. Che è l’ipotesi su cui lavorano club e federazione (il presidente della Figc, Gravina, ha indicato il 20 maggio come possibile data di ripresa). In ogni caso, l’apertura di un contenzioso tra Lega e titolari dei diritti tv non sarebbe utile a nessuno e la Lega si troverebbe a instaurare un braccio di ferro con i soggetti che, con ogni probabilità, saranno poi seduti al tavolo per comprare i diritti tv del triennio 2021-2024. E a quel punto, a meno che non sopraggiunga un “cavaliere bianco” (Amazon, Facebook, Netflix, tutti ipotesi che paiono difficili), non ci sarebbero certo le condizioni per ottenere rialzi significativi.
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