Calcio, presentata la guida Unicef e Figc per tutelare i diritti dei bambini
La pubblicazione “Children before players” è composta da un kit e da una serie di check-list e suggerimenti per disciplinare le regole, le responsabilità e le modalità di gestione dei minori affidati ai club
di Redazione Scuola
2' di lettura
Ascoltare e mettere al centro i bambini: questo l'obiettivo di Figc e Unicef che hanno presentato nella sede romana della Federcalcio la pubblicazione “Children Before Players”: una guida pratica sulla promozione dei diritti dei bambini nello sport, in particolare nel calcio. «E' una guida che indica una serie di passaggi e protocolli che tutti i responsabili, i formatori dovrebbero seguire - ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravina -, perchè la tutela dei minori, che diamo per scontata, non lo è. Alzare l'asticella verso l'attenzione di temi così delicati è doveroso, da parte di tutti. Stiamo vivendo una rivendicazione sociale di una serie di principi legati a diritti, ma si sente poco quello allo sport. Per l'adulto e per i bambini soprattutto, è sacrosanto, è un momento di formazione. Una società che non fa sport è una comunità più debole e povera a livello umano».
La pubblicazione
La pubblicazione “Children before players” è composta da un kit documentale e da una serie di check-list e suggerimenti per disciplinare le regole, le responsabilità e le modalità di gestione dei minori affidati ai club con l'obiettivo di contribuire a creare un ambiente sportivo volto al benessere dei calciatori e delle calciatrici minorenni. «Questa guida pone l'accento su temi fondamentali - ha spiegato la presidente Unicef Italia, Carmela Pace -. L'ascolto è fondamentale, sappiamo che i ragazzi vogliono essere ascoltati. In famiglia, a scuola e nello sport dobbiamo farlo, per seguire meglio i loro percorsi e renderli uomini realizzati. Occorre dedicare sforzi sulla formazione a tutti i livelli».
«La pubblicazione non è solo un enunciato di principi, ma ci sono check list per capire se siamo veramente dalle parte dei bambini - le parole del direttore generale Unicef Italia, Paolo Rozera -. Alcuni pensano che gli adulti debbano scrivere una politica sui bambini, senza ascoltarli ma questo secondo noi non è possibile. Se lo sport riesce a mettere al centro il bambino, si riesce a capire subito se il ragazzo manifesta un disagio mentale o di altro tipo. Ecco allora che lo sport può essere in grado di risolvere il problema grazie anche alla rete creata intorno al bambino».
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