il Graffio del Lunedì

Calcio serie A: Sarri sulla graticola, le colpe del caldo e la grande bellezza svanita

Povero Maurizio Sarri: è già sulla graticola. A Torino non gliene va bene una. Prima si becca una polmonite, poi quando ritorna in panchina a Firenze, contro i viola, al posto della Juventus trova un'altra squadra, con una strana maglia biancorossa che incredibilmente gioca ancora peggio di quella di Max Allegri

di Dario Ceccarelli

(Afp)

2' di lettura

Povero Maurizio Sarri: è già sulla graticola. A Torino non gliene va bene una. Prima si becca una polmonite, poi quando ritorna in panchina a Firenze, contro i viola, al posto della Juventus trova un'altra squadra, con una strana maglia biancorossa che incredibilmente gioca ancora peggio di quella di Max Allegri. Che però un pregio l'aveva: vinceva uno scudetto dietro l'altro.

E così dopo tre giornate l'Inter di Conte-tris è in testa in classifica. Non capitava dal dicembre 2107, quindi è una notizia clamorosa. Come è “clamorosa” quella che viene da Verona, dove il Milan di Marco Giampaolo ha battuto (su rigore di Piatek) il Verona rimasto in dieci per una espulsione. I rossoneri continuano a giocar male, ma forse in questo campionato, partito all'insegna della grande bellezza, giocar male è una tendenza che va per la maggiore. Ci vuole tempo, dicono. Per Giampaolo, tecnico per il momento molto incompreso anche perché deve fare le nozze con i fichi secchi, ce ne vorrà tanto. Ma purtroppo per lui, e per i tifosi rossoneri, sabato prossimo incombe già il derby con l'Inter.

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Ma se Giampaolo quasi si auto punisce evidenziando gli errori, Sarri invece la prende larga, molto larga. Colpa del caldo, colpa degli infortuni, colpa perfino dell'erba: insomma le inventa tutte riuscendo a far diventare simpatico perfino Antonio Conte che, giustamente, gli ricorda che il budget della Signora è doppio rispetto a quello dell'Inter, che pure non frequenta la mensa dei poveri di San Francesco.

Diciamo la verità: in questo calcio, tutto è sovradimensionato. Tutto tranne Stefano Sensi che con il suo metro e sessanta di statura, con un colpo di testa, dà il gol della vittoria all'Inter. Un piccolo genio questo ragazzo che con la sua lampada magica illumina l'Inter e spegne, almeno per una settimana, il sogno della grande bellezza juventina.

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