Cambiali, oltre 221 mila italiani nella morsa dei debiti
Dopo la fine delle moratorie per Covid,l’uso delle cambiali è ricominciato a crescere, dalle 218.063 del 2021 alle 221.110 dello scorso anno - Il fenomeno accelera con il rialzo dei tassi
di Nino Amadore
3' di lettura
Sono spesso l’ultima spiaggia. L’approdo di chi non può più rivolgersi alle banche né chiedere alle finanziare ma ha ancora un debito da pagare. Sono le cambiali, strumento di cui ormai si parla poco ma che continua a essere molto utilizzato soprattutto dai consumatori. La cambiale, nella percezione comune, sembra essere sparita e invece l’utilizzo cresce ed è destinato a crescere ancora in un momento complicato di aumenti generali: dai tassi di interesse all’energia e così via. «Una spiegazione – dice Antonio Angelino, responsabile ricerche di Cerved – può essere questa: con il rialzo dei tassi di interesse probabilmente non viene più ritenuto conveniente quel tipo di strumento, il prestito, e si preferisce fare ricorso ad altre strade. Può essere dunque sostitutivo del credito commerciale che si sta riducendo».
I dati post Covid
L’utilizzo delle cambiali, secondo i dati di InfoCamere, era calato drasticamente nel 2020, l’anno nefasto della pandemia: secondo Bankitalia «le famiglie indebitate hanno fatto ampio ricorso alle moratorie. Secondo stime, alla fine del 2020, circa 350.000 famiglie avevano aderito alla moratoria, il 12% di quelle indebitate. Al termine del periodo di sospensione, una quota di nuclei familiari che ha beneficiato della misura potrebbe avere difficoltà a riprendere il regolare pagamento delle rate: la capacità di sostenere gli oneri del debito dipenderà dalle condizioni generali dell’economia e dal recupero del reddito individuale».
L’uso di cambiali è ricominciato a crescere con il ritorno alla cosiddetta normalità: nel 2021 le cambiali in circolazione sono state 218.063 mentre nel 2022 sono state 221.110 con un incremento in valore assoluto di 3.047. Un aumento determinato soprattutto dalla crescita di cambiali in circolazione in Lombardia e Sicilia: nel primo caso si è passati da 51.445 del 2021 a 56.784 del 2022 con un incremento di 5.339; nel secondo caso si è passati da 14.149 cambiali in circolazione del 2021 a 16.167 del 2022 con un incremento di 2.018. Numeri certo ancora distanti dai risultati del 2019 che si è chiuso con 342.337 cambiali in circolazione: il calo può essere stato determinato dalle varie moratorie in vigore nel post pandemia.
Soprattutto nel settore del recupero crediti le cambiali sono diventate uno strumento sempre più utilizzato. Ne è un esempio il dato fornito da Fire, azienda messinese ormai presente su tutto il territorio nazionale (ricavi al 31 dicembre 2022 di 58,9 milioni a fronte dei 54,6 milioni del 2021) con una previsione di crescita nel piano industriale al 2025 del 10% con investimenti per acquisto di Npl per 30 milioni. Secondo i dati Fire, nel 2021 su un totale di piani di rientro di 88 milioni il 75% pari a 66 milioni è stato garantito con le cambiali. Nel 2022 su un totale di piani di rientro per 117 milioni la parte garantita da cambiali è salita a 93 milioni con una incidenza pari all’80 per cento. Il ricorso alle cambiali è un metodo con un duplice obiettivo: fare in modo che il cliente paghi il dovuto ma avviare anche una sorta di processo di inclusione finanziaria: «Al cliente che ha una storia creditizia compromessa, la cambiale permette di assumere un impegno credibile col creditore, stabilizzando la propria posizione e ridefinendo tempi di pagamento e importi sostenibili. Per chi ha erogato il credito, invece, la cambiale rappresenta una modalità garantita per rimodulare il rientro e, in caso di azione legale, evitare costi e tempi prolungati per ottenere un titolo esecutivo» spiegano gli addetti ai lavori secondo i quali nei prossimi sei mesi la situazione dei consumatori potrebbe ancora peggiorare. «Nell’ambito del processo di gestione del credito, il cliente in difficoltà nel rispettare degli impegni creditizi assunti può trarre beneficio dall'utilizzo dello strumento della cambiale – spiega Sergio Bommarito, Group chairman & Ceo del Gruppo Fire –. Per quanto possa sembrare anacronistico e ormai in disuso, in realtà si possono presentare situazioni nelle quali, la cambiale rappresenta uno strumento di inclusione finanziaria, con benefici non solo per i creditori (per esempio le banche e le finanziarie), ma soprattutto per chi non è riuscito in precedenza a rispettare gli obblighi di rimborso sottoscritti e non ha pertanto più accesso né a nuovo credito, né a strumenti di pagamento».
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