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Camembert a rischio con le nuove regole Ue sugli imballaggi

Le scatole in legno del formaggio potrebbero essere bandite in quanto packaging non riciclabile. Pronti gli emendamenti per salvarle

(yuriygolub - stock.adobe.com)

2' di lettura

«Presenteremo un emendamento per chiarire lo status degli imballaggi alimentari in legno, come le scatole di camembert o di gorgonzola o anche i cestini di ostriche. Ovviamente non verranno vietati». Così il francese Pascal Canfin, presidente della commissione Ambiente del Parlamento europeo, risponde su X ai produttori francesi del celebre formaggio, preoccupati dal possibile bando della caratteristica scatola in legno del prodotto a causa del nuovo regolamento imballaggi europeo (Ppwr) che verrà votato in parlamento il 22 novembre.

Scatole non riciclabili

La commissione Ambiente, lo scorso 24 ottobre, ha approvato l’impostazione della norma proposta dalla Commissione Ue lo scorso anno. Una delle misure previste è quella di rendere tutti gli imballaggi riciclabili sul mercato dell’Unione Europea entro il 2030. «Tuttavia, le scatole di legno utilizzate per confezionare formaggi come il camembert non hanno un canale di riciclo dedicato. Nonostante una produzione abbastanza significativa, che rappresenta 2mila posti di lavoro in Francia, sarebbe troppo costoso creare una catena logistica per riciclare le scatole di camembert e Mont d’or. Tanto più che la proposta della Commissione europea specifica che il riciclo degli imballaggi deve essere «economicamente fattibile», ha osservato Le Figaro.

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Un possibile scenario vede la sostituzione dell’imballaggio in legno con quello in plastica riciclata. Un’ipotesi che ha scatenato in Francia un’ondata di sdegno. A partire dal tweet dell’imprenditore Guillaume Poitrinal: «Fino a che punto può portare la follia della burocrazia? La scatola di legno – a basse emissioni di carbonio, leggera, biodegradabile, prodotta in Francia – è migliore per il pianeta della plastica proveniente dal petrolio saudita, trasformato in Cina con l’elettricità dal carbone, e che finirà nell’oceano».

L’intervento della ministra

Anche la ministra francese agli Affari europei Laurence Boone è intervenuta nel dibattito, commentando: «Se si vuole fare una caricatura dell’Europa prima delle elezioni, si inizia infastidendo i produttori di camembert e i loro imballaggi in legno». Pur riconoscendo l’utilità di una promozione dell’uso di packaging riciclabile, ha sottolineato che «c’è bisogno di un po’ di realismo pragmatico e non di infastidire i produttori di camembert».

«Anche la Francia si accorge che la Ppwr non funziona. I primi nodi vengono al pettine: improvvisamente anche i francesi si sono resi conto che ci sono questioni fondamentali nella gestione della Ppwr che non possono essere sottovalutate», ha osservato Antonio D’Amato, presidente dell’European Paper Alliance (Eppa) e del gruppo di imballaggi in carta Seda.

Il risveglio della Francia

«Il packaging alimentare non è un orpello inutile, ma riveste un ruolo fondamentale per la vita dei prodotti stessi, la loro protezione e la salute del consumatore, e valorizza anche l’identità del prodotto come elemento distintivo di qualità e unicità. Come evidenziato anche dalle recenti polemiche in Francia relative al packaging del camembert. Facendo così si mette a rischio un’intera filiera agroalimentare europea, che deve essere invece salvaguardata e sostenuta e che vale oltre il 30% del Pil italiano, ma che è altrettanto significativa per molti altri Stati membri. Il risveglio di attenzione della Francia, sui rischi di una Ppwr troppo ideologica, arriva ai tempi supplementari, ma può essere un utile monito per quanti fino ad oggi hanno sottovalutato la portata devastante che questa legislazione può avere sulla competitività dell’economia europea, con impatti occupazionali e ambientali estremamente negativi», ha concluso D’Amato.


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