Camera, Elio Vito lascia Forza Italia e si dimette da deputato
La decisione è motivata, tra le altre cause, dalla scelta di Fi di apparentarsi con CasaPound a Lucca in vista del ballottagio delle Comunali del 26 giugno
I punti chiave
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Lo aveva annunciato e ora è arrivata la decisione ufficiale. Elio Vito ha deciso di lasciare Forza Italia e, contestualemente, di non sedere più in Parlamento a montecitorio. «Signor Presidente della Camera dei deputati, a seguito della mia decisione di lasciare Forza Italia, il partito nelle cui liste sono stato eletto, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare», scrive Vito in una lettera inviata a Roberto Fico. «Mi auguro - aggiunge - che questa decisione possa contribuire ad aiutare le giovani ed i giovani del nostro Paese a ritrovare il senso della fiducia nelle istituzioni, nel Parlamento e più in generale nella politica».
La decisione di Fi di apparentarsi a Lucca con CasaPound
Una decisione motivata, tra le altre cose, dalla scelta di Fi di apparentarsi con CasaPound a Lucca in vista del ballottagio delle Comunali del 26 giugno. «In Fi - accusa Vito - le voci critiche sono state messe al bando». A Lucca, infatti, il candidato unitario del centrodestra Mario Pardini si avvia ad essere sostenuto dall’alleanza con il movimento politico di estrema destra.
Il j’accuse di Vito ai vertici del partito
Quanto a Forza Italia, nella lettera inviata a Fico l’ex deputato ha sottolineato: «In questi ultimi mesi ha messo in atto e promosso la pratica deteriore del trasformismo, alimentando cambi di partito e di gruppo non motivati da ragioni ideali, valoriali, politiche ma da meri interessi personali, elettorali, di voti, di preferenze». Poi ha aggiunto: «Forza Italia ha perso la sua natura di movimento politico leaderistico, liberale e democratico. La sua classe dirigente si è chiusa in una gestione accentrata ed esclusiva del potere e le voci critiche sono state messe al bando, silenziate ed escluse dagli strumenti di comunicazione».
Il dissenso sul ddl Zan
Vito ha poi ricordato il suo dissenso contro la posizione di Forza Italia sul ddl Zan contro l’omofobia: «Già in occasione del voto di Forza Italia al Senato che determinò il non passaggio all’esame degli articoli del ddl Zan, e del vergognoso applauso che lo accompagnò, lasciai i miei incarichi di partito. Successivamente ho sperato, ho cercato, ho creduto che fosse ancora possibile una fase di confronto e discussione, un cambiamento all’interno del partito.
Le critiche a Berlusconi sull’Ucraina
Sono accadute, invece, due altre cose molto gravi - aggiunge Vito - che mi rendono impossibile continuare a militare in Forza Italia. La prima riguarda le affermazioni di Berlusconi sull’aggressione russa dell’Ucraina che se da una parte sono state formalmente di condanna, dall’altra sono state elogiative di Putin, critiche verso le leadership occidentali e di comprensione verso presunte ragioni della Russia. Da ultimo, l’apparentamento a Lucca per il ballottaggio con formazioni estremistiche di destra. L’antifascismo è un valore costitutivo la Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga, soprattutto in questo momento storico, quando sono tornati gravi episodi di violenza squadrista».
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