Meloni: appunti Berlusconi su di me? Manca l’aggettivo «non ricattabile». Camera, il leghista Fontana eletto presidente. Letta: uno sfregio
I punti chiave
- Meloni: Letta su Fontana? Idea curiosa di democrazia
- Camera: Guerini, con Fontana posizioni antitetiche, ma buon lavoro
- Camera: Fontana si è fermato a 222, mancano 15 voti centrodestra
- Fontana atteso al Quirinale alle 18,30
- Camera: La Russa a Montecitorio da Fontana
- Letta: Fontana sfregio, Italia non lo merita
- Fazzolari (FdI): Letta mente su Putin, stupidità o ritorno a tempi Pci?
- Camera: tra 11 schede nulle voti per omonimi Fontana, anche Attilio
- Siparietto Salvini-Giorgetti: Mef? Se il nome si brucia..
- Radicali: scelta Fontana oscurantista penalizza Italia
- Fonti Nazareno: inquietante slittamento a destra, opposizione durissima
- Letta: Fontana? Il primo ad essere contento è Putin
- Camera: Lorenzo Fontana proclamato presidente, 222 voti
- Lorenzo Fontana eletto presidente, superata quota 201 voti
- Camera: terminata quarta votazione per presidente inizia spoglio
- Conte a Spiegel: mobilitazione se Meloni si allea con Orban e Vox
- Mulè (Fi): votiamo Fontana ma vigili su sue tesi pro Putin
- Camera: Lorenzo Fontana ha votato, deputati lo fotografano
- Meloni e Salvini a colloquio in cortile Montecitorio
- Meloni: a Italia serve un governo autorevole che lavori spedito
- Salvini scherza su Giorgetti, sta già preparando manovra
- Camera: in Aula striscione anti Fontana
- Camera: al via quarta votazione per eleggere il presidente
- Camera: Letta, compatti su Guerra, nome oltre schieramento
- Governo: Salvini riunito con i deputati della Lega alla Camera
- Giorgetti: «Io al Mef? Ma che ne so, manca una settimana»
- Camera: Pd voterà Maria Cecilia Guerra presidente
- Camera: Terzo polo indica Richetti presidente
- Renzi: non sono bravo con i calcoli come Franceschini
- Camera: Provenzano, Pd avrà candidato bandiera, probabile donna
- Camera: Tajani, Fi voterà Lorenzo Fontana
- Camera: alle 10,30 la seduta per eleggere il presidente
Conte: centrodestra già in frantumi, li tiene insieme solo sete potere
«Mentre Berlusconi e Meloni si scambiano accuse attraverso fogliettini e telecamere noi stiamo lavorando a un piano su carobollette ed energia su cui chiederemo un confronto al nuovo Governo. Il centrodestra non è ancora partito e già appare in frantumi: il fatto che si parli di ricattabilità è grave, perché registra scorrettezze e assenza di fiducia reciproca». Lo dichiara, in un post su Facebook, il leader del M5S Giuseppe Conte. «In quarantott’ore abbiamo assistito alla fine dell’idillio elettorale della destra per una imbarazzante guerra di poltrone. Meloni&Co. hanno chiesto e ottenuto il voto dei cittadini, ma hanno trascurato di dire che a tenerli insieme non è un’idea comune di Paese, ma la triste e consueta sete di potere», conclude l’ex premier.
Meloni: da sinistra parole irrispettose verso nuovi presidenti
«Agli esponenti di sinistra che stanno rilasciando dichiarazioni irrispettose verso i nuovi presidenti delle Camere, ricordo che le istituzioni vanno rispettate sempre e non solo quando sono loro espressione. Aggredirle in questo modo è un’offesa allo Stato e alla volontà popolare». Lo scrive in un tweet la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Sprint sui ministri, si delinea squadra di governo
Superati gli scogli delle presidenze delle Camere (anche se non brillantemente al Senato), Giorgia Meloni accelera sulla squadra di governo e tiene aperti i dossier economici e sull’energia, continuando, tra gli altri, i contatti con Roberto Cingolani. «Non c’è tempo da perdere. All’Italia serve un governo autorevole che lavori in modo spedito», è il mantra che ripete. Un punto fermo, in queste ore, sembra essere Giancarlo Giorgetti all’Economia, sdoganato plasticamente da Matteo Salvini a Montecitorio con chiacchiere, battute e foto nel cortile, accanto al decano Umberto Bossi. Si dà in queste ore assai probabile anche Antonio Tajani alla Farnesina, mentre rimangono stazionarie le quotazioni del prefetto Matteo Piantedosi al Viminale. Tuttavia la leader di Fratelli d’Italia non dimentica lo smacco subito ieri a Palazzo Madama, con i 16 voti mancanti di Forza Italia per Ignazio La Russa. E potrebbe farlo pesare nella scelta dei ministri, si ragiona in ambienti della maggioranza, a scapito di Fi e a vantaggio della Lega. Come Guardasigilli, Meloni sembra non voler cedere sull’ex pm Carlo Nordio, così come il più accreditato alla Difesa è Adolfo Urso di FdI. Al partito conservatore andrebbe pure il ministero dell’Istruzione (anche se finora non circolano nomi) e lo Sviluppo economico con Guido Crosetto in pole ma anche in pista per la poltrona di sottosegretario alla presidenza del Consiglio qualora non dovesse concretizzarsi il passaggio a Palazzo Chigi di Giovanbattista Fazzolari, il più accreditato, in queste ore.
Durigon (Lega): ci spiace per Tridico, quota 41 è soluzione
«Anche Tridico cambia opinione, dimenticando le proposte del partito da cui proviene. Quota 41, con buona pace del presidente dell’Inps, è la soluzione: è l’argine all’iniqua legge targata Fornero, già costata 12 miliardi di salvaguardie, e rappresenta una leva fondamentale di flessibilità per il mercato del lavoro». Lo dichiara il senatore della Lega e responsabile del dipartimento Lavoro del partito, Claudio Durigon.
Noi moderati da FdI. Cesa: tentiamo di fare il gruppo
Riunione nel tardo pomeriggio tra FdI e Noi Moderati: l’obiettivo, ha spiegato lasciango gli uffici di Fratelli d’Italia Lorenzo Cesa, arrivato insieme ad Antonio De Poli, quello di formare un gruppo centrista. «Abbiamo chiesto la deroga», ha detto Cesa, perché i numeri non sarebbero sufficienti, anche contando alcuni eletti all’estero che «fanno riferimento a noi». «Alla fine si cercherà di fare il gruppo alla Camera, e anche al Senato», ha assicurato lasciando Montecitorio anche il capogruppo uscente di FdI Francesco Lollobrigida.
Meloni: Letta su Fontana? Idea curiosa di democrazia
«È interessante questa sinistra che ci parla di rispetto delle istituzioni ma è un rispetto che vale solo se le rappresentano loro, è un’idea curiosa di democrazia che però abbiamo già sperimentato». Lo ha detto Giorgia Meloni lasciando la Camera e replicando ai cronisti che le chiedevano delle parole di Enrico Letta su Lorenzo Fontana.
Meloni: appunti Cav? Mancava un aggettivo: non ricattabile
«Mi pare che tra quegli appunti mancasse un punto e cioè “non ricattabile”». Così la leader di FdI Giorgia Meloni replica ai giornalisti che, all’uscita dalla Camera, le chiedono della foto degli appunti di Silvio Berlusconi di ieri al Senato, dove la premier in pectore viene descritta come «supponente, prepotente, arrogante e offensiva».
Crosetto: Zan vice? Confronto diversità senza pregiudizi
«Il Parlamento è quel luogo dove il presidente di un ramo può essere un cattolico tradizionalista come Fontana e magari il vice presidente un paladino delle battaglie LGBT come Zan. Oppure il contrario, tra qualche anno. È il luogo del confronto delle diversità, senza pregiudizio». Lo scrive su twitter Guido Crosetto commentando l’ipotesi di Alessandro Zan vicepresidente in quota Pd.
Meloni ancora al lavoro su dossier, contatti con Cingolani
Dopo aver espresso soddisfazione per l’elezione in tempi rapidi dei presidenti di Senato e Camera, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha lavorato ai dossier urgenti per l’Italia. Lo riferisce il partito in una nota. «Avevamo promesso agli italiani di procedere a passi spediti. Ci siamo riusciti: ora continuiamo a lavorare con la stessa velocità per le altre scadenze», ha detto Meloni uscendo dall’aula. A parte un breve saluto nel cortile della Camera con il segretario leghista Matteo Salvini Meloni, ha ripreso le riunoni «per affrontare i dossier più urgenti come la legge di bilancio, il caro energia e l’approvvigionamento energetico». Su questo ha avuto contatti in giornata con il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. Infine, ai giornalisti che le hanno chiesto novità sulla composizione e la squadra di governo, la leader ha ribadito: «Per parlare del governo bisogna prima avere un incarico».
Orlando: improprio La Russa entri in vicenda politica
«Ma sbaglio io o è un po’ improprio che il garante di tutti i senatori entri così in una vicenda tra esponenti politici di una parte? Non dovrebbe uscirne con una cosa tipo: il presidente del senato non si occupa di questo. O ancora: non commento gli appunti di un senatore etc etc. Se inizia a dire ai suoi (e non uno qualunque) cosa devono fare che farà con quelli dell’opposizione (compresi quei furbacchioni che lo hanno votato)?». Lo scrive su fb il ministro del Lavoro uscente Andrea Orlando (Pd) commentando le dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, su un appunto con dei giudizi negativi su Giorgia Meloni attribuito a Silvio Berlusconi.
Zingaretti: uniti per non regalare il Lazio alla destra
«L’elezione di La Russa e Fontana sono semplicemente la materializzazione della destra che ha vinto le elezioni. E avendo vinto continueranno così. Ora sta a noi prendere atto del processo che si è aperto e dare una risposta adeguata». Lo ha detto Nicola Zingaretti a margine di una iniziativa politica a Pietralata. «Questo significa opposizione del Pd su contenuti chiari nei quartieri e in Parlamento ma anche apertura di una fase nuova tra le opposizioni. Se la situazione è preoccupante non si può rimanere congelati al passato e le occasioni non mancheranno», sottolinea Zingaretti ribadendo poi: «Le forze che oggi governano la Regione Lazio, il 25 settembre sono risultate maggioranza tra gli elettori. Queste forze coincidono con le forze di opposizione. Credo sia giusto fare uno sforzo, fare di tutto per provare a non distruggere l’alleanza e presentarsi uniti e competitivi . Combattere e soprattutto dopo l’elezione dei presidenti di Senato e Camera e poi Palazzo Chigi non regalare alla destra la guida della seconda Regione italiana».
Appello vescovi Ue, servono serie proposte per la pace
«In piena comunione con i numerosi appelli lanciati da Papa Francesco e dalla Santa Sede, anche noi rivolgiamo un forte appello ai responsabili dell’aggressione, affinché sospendano immediatamente le ostilità, e a tutte le parti affinché si aprano a ’serie proposte’ per una pace giusta, in vista di una soluzione sostenibile del conflitto nel pieno rispetto del diritto internazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina». È l’appello lanciato dalla Comece, la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea. I vescovi dell’Unione europea esprimono «profonda tristezza per le orribili sofferenze umane inflitte ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina dalla brutale aggressione militare dell’autorità politica russa. Ricordiamo le vittime nelle nostre preghiere ed esprimiamo la nostra più sincera vicinanza alle loro famiglie. Ci sentiamo ugualmente vicini ai milioni di rifugiati, per lo più donne e bambini, che sono stati costretti a lasciare le loro case, così come a tutti coloro che soffrono in Ucraina e nei Paesi vicini a causa della follia della guerra».
Costituito gruppo Autonomie, Unterberger presidente
«Si è costituito in Senato il gruppo per le Autonomie a cui hanno aderito SVP-PATT, Campobase e Sud chiama Nord. È stata eletta presidente Julia Unterberger, la vicepresidenza invece è stata affidata alla senatrice di Sud chiama Nord Dafne Musolino». Lo annuncia un comunicato. «Esprimiamo grande soddisfazione, afferma Dafne Musolino, per la costituzione del gruppo che dimostra da subito l’operatività del movimento che in tal modo potrà ancor di più partecipare attivamente ai lavori d’aula rivendicando la difesa dell’autonomia siciliana nelle politiche nazionali. Con la costituzione del gruppo denominato «Per le Autonomie SVP-PATT, Campobase, Sud chiama Nord» confermiamo che il voto espresso dai siciliani con la mia elezione è stato un voto non soltanto utile, ma ci che consentirà di avere voce in capitolo nei lavori delle commissioni dove si presentano i disegni di legge e si svolge tutta quell’attività che poi, in aula, ci vedrà attivamente impegnati per dare le risposte».
Tria: governo avrà compito arduo, recessione è probabile
«La recessione non è sicura, ma è probabile», e «la situazione attuale, se non cambia la posizione della Ue, presenta margini ristretti» per cui il compito del prossimo governo «è piuttosto arduo». Lo ha affermato Giovanni Tria, ex ministro dell’Economia, intervenendo in collegamento video con SkyTg24 Live in Firenze. «Gli Usa hanno rallentato, la Cina anche, e stanno aumentando i tassi d’interesse. In questa situazione, con la guerra in corso, c’è un’incertezza di fondo anche per il mondo industriale. La situazione è complicata: lo Stato deve cercare le risorse per tenere in vita il sistema produttivo e aiutare le famiglie, ridistribuendo la spesa là dove veramente serve».
La madre di Carlo Acutis, «suo messaggio arriva a tutti»
«Speriamo che Carlo interceda per i nostri politici, stiamo vivendo momenti difficili, è iniziato un nuovo governo, speriamo che Dio li aiuti a governare bene». Queste le parole all’Ansa di Antonia Salzano Acutis, mamma di Carlo Acutis, il 15enne milanese proclamato beato nel 2020 citato nel suo discorso dal neopresidente della Camera Lorenzo Fontana. Carlo, ucciso da una leucemia nel 2006, «era proiettato sui più deboli, sui migranti, famiglie in difficoltà - ricorda la madre - e vivendo nel centro di Milano sa quanti ne abbiamo conosciuti».
Crosetto: weekend porterà consiglio e calma
«Tutto bene quel che finisce bene, penso che il weekend portera consiglio, sorriso e calma». Così il cofondatore di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto commentando i distinguo di ieri nel centrodestra al Senato per l’elezione del presidente. Crosetto l’ha detto ospite di Sky Live-in da Firenze. Alla domanda se ieri la coalizione sia inciampata nella prima prova, ha risposto: «Possiamo anche dirlo ma in realtà è stato frutto di un assestamento che il giorno dopo c’è stato, infatti oggi il centrodestra è stato compatto. Ieri il tema si è sviluppato su un soggetto sbagliato cioè il presidente del Senato rispetto alla formazione del governo».
Agricoltura, la Lega presenta in Senato ddl per giornata nazionale
«Riconoscere la figura dell’agricoltore quale custode dell’ambiente e del territorio». È quanto chiedono il senatore Giorgio Maria Bergesio e il collega Gian Marco Centinaio con il disegno di legge depositato oggi nel corso della prima seduta della XIX Legislatura, nel quale si propone anche l’istituzione di una Giornata nazionale dell’Agricoltura, da istituire la seconda domenica di novembre.
Nel Pd ipotesi Zan vicepresidente “anti-Fontana”
Come risposta all’’elezione del leghista Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera, nel Pd spunta l’ipotesi di schierare alla vicepresidenza un profilo diametralmente opposto e contrapposto a quello dell’ultraconservatore veneto: Alessandro Zan. Il nome di Zan, paladino dei diritti della comunità Lgbtq+ e padre del ddl contro l’omotransfobia (mai approvato ma sempre rivendicato dal Nazareno) è entrato tra quelli su cui si sta discutendo per la vicepresidenza della Camera. Proprio oggi il deputato dem ha esposto in Aula uno striscione contro Fontana.
La Russa: da Berlusconi nessun insulto, con me presente
«Sono andato a rendere omaggio a Fontana. Non ho sentito le sue parole, perché ero impegnato in una riunione ma saranno state di saggezza». Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, all’uscita da Montecitorio. «Con Berlusconi non ci siamo sentiti. Colgo l’occasione per assicurare che non mi ha rivolto nessuna parola ingiuriosa nei miei confronti, almeno quando ero presente. Non so quando me ne sono andato», aggiunge.
La Russa: appunti Berlusconi su Meloni? Dica che è fake
«Io credo che il presidente Berlusconi dovrebbe dichiarare quello di cui io sono quasi certo, che quella foto è fake, però deve dichiararlo lui non lo posso dire io». Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa a proposito dello scatto di ieri di un appunto con dei giudizi negativi su Giorgia Meloni, interpellato dai cronisti mentre lasciava Montecitorio.
Guerini: con Fontana posizioni antitetiche, ma buon lavoro
«Come ministro della difesa non posso che augurare buon lavoro a Lorenzo Fontana, nonostante le posizioni antitetiche”. Così Lorenzo Guerini, deputato del Pd e ministro della Difesa uscente, fuori dal palazzo di Montecitorio. «Sulla Russia credo che la posizione dell’Italia sia chiara», ha aggiunto.
Camera: Fontana si è fermato a 222, mancano 15 voti centrodestra
Sull’elezione di Lorenzo Fontana a Montecitorio pesano 15 voti non pervenuti del centrodestra. Il nuovo presidente della Camera ha incassato 222 voti tra i 392 votanti (gliene bastavano 197 per essere eletto), non avendo quindi raccolto tutti i 237 voti nella disponibilità del centrodestra, che sono dati dalla somma dei 119 di Fratelli d’Italia, i 66 della Lega, i 45 di Forza Italia e i 7 di Noi moderati.
Fazzolari (FdI): Letta mente su Putin, stupidità o ritorno a tempi Pci?
«Letta e il Pd che diffondono la grossolana menzogna secondo la quale “con Fontana presidente della Camera “Putin festeggia”, stanno facendo proprio il gioco del Cremlino. Chissà se lo fanno per stupidità o perché ben oliati come ai tempi del Pci». Lo scrive su Twitter il responsabile del programma di Fdi, Giovanbattista Fazzolari.
Camera: tra 11 schede nulle voti per omonimi Fontana, anche Attilio
Tra le 11 schede nulle, secondo quanto apprende l’agenzia di stamoa LaPresse da fonti parlamentari, ci sarebbero anche quelle sulle quali c’è scritto il nome del Governatore della Lombardia Attilio Fontana. Altre schede, invece, sarebbero state annullate perché riportavano solo il cognome “Fontana” senza l’indicazione del nome o dell’iniziale: essendo presente in aula la deputata del M5S Ilaria Fontana era infatti necessario specificare per avere un elemento di univocità.
Siparietto Salvini-Giorgetti: Mef? Se il nome si brucia..
«E se si brucia, si brucia...». Giancarlo Giorgetti ha appena fatto la foto di gruppo della Lega fuori da Montecitorio. E rientrando allarga le braccia davanti a chi gli chiede se il suo nome per il ministero dell’Economia sia uscito troppo presto. Poi si gira verso Matteo Salvini: «Ci sta provando, a bruciarlo». Scherza a sua volta il leader leghista rivolto ai cronisti, «è la tua ultima possibilità», dice a Giorgetti sorridendo. A chi poco dopo osserva che la Lega ha fatto ufficialmente il suo nome che quindi, non dovrebbe più essere in quota “tecnici”: «Come tecnico per la Juventus», risponde. «E pure la panchina del Southampton è traballante...».
Radicali: scelta Fontana oscurantista penalizza Italia
«Da oggi il presidente della Camera dei deputati è il leghista Lorenzo Fontana, 42 anni e, ricordiamolo, ultratifoso di Vladimir Putin, con la Russia considerata, almeno fino a prima dell’invasione in Ucraina, secondo le sue parole “il riferimento per chi crede in un modello identitario di società”, ammiratore del presidente ungherese Orban e Marine Le Pen in Francia, ultraconservatore, contrario all’aborto (da lui definito “la prima causa di femminicidio al mondo”), alle unioni civili, promotore del mito della ’sostituzione etnica’ che avverrebbe attraverso l’immigrazione. Una scelta così oscurantista che mette in difficoltà l’Italia intera», così in una nota Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani.
Fonti Nazareno: inquietante slittamento a destra, opposizione durissima
«Per l’elezione di Fontana il primo a festeggiare è Vladimir Putin, alla faccia della tanto sbandierata continuità e della presunta svolta moderata raccontata da alcuni commentatori». Lo sottolineano fonti del Nazareno. «La verità è che tra ieri e oggi si è consumato un ulteriore inquietante slittamento a destra. Il Pd ha fatto una campagna elettorale di contrapposizione forte verso questa stessa destra, denunciando i rischi di una deriva che era prevedibilissima già prima del voto -proseguono le stesse fonti-. Siamo stati gli unici a farlo. La realtà di queste ore si è incaricata di dimostrare che avevamo ragione e che serviva una campagna durissima. Come durissima e intransigente sarà la nostra opposizione a partire da oggi».Letta: Fontana? Il primo ad essere contento è Putin
«Ci hanno raccontato per tutta la campagna elettorale che ci sarebbe stato moderatismo, continuità e scelte nell’interesse del Paese. La scelta di oggi alla Camera va esattamente contro gli interessi del Paese, sposta l’Italia sempre più lontano dal cuore dell’Europa». Così Enrico Letta lasciando la Camera dopo l’elezione di Lorenzo Fontana presidente. «Una scelta che giudichiamo sbagliata e che conferma quello che abbiamo sempre pensato: questa è una maggioranza che si è spostata verso destra e il sovranismo. La scelta di oggi troverà qualcuno contenti fuori dell’Italia. Il primo ad essere sarà Putin».
Fontana: invertire tendenza, riaffermare ruolo centrale Camere
«La legislatura che sta iniziando dovrà riaffermare il ruolo centrale del Parlamento come luogo delle decisioni politiche» e servirà una «rinnovata attenzione sulla qualità delle leggi che saremo chiamate a elaborare: leggi oscure o imperfette si traducono in costi per i cittadini, dispendio energie e nei casi più gravi negazione dei diritti». Così il neoeletto presidente della Camera Lorenzo Fontana nel discorso dopo la proclamazione, sottolineando che servirà «una inversione di tendenza tra potere normativo del governo e del Parlamento».
Fontana: la grandezza dell’Italia è la diversità
«La Camera rappresenta le diverse volontà dei cittadini: la nostra è una nazione multiforme con diverse realtà storiche e territoriali che l’hanno formata e l’hanno fatta grande: la grandezza dell’Italia è la diversità. Interesse dell’Italia è sublimare le diversità». Lo afferma il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana nel suo intervento dopo la proclamazione
Papa Francesco è riferimento maggioranza italiani
«Volevo dedicare un primo saluto al pontefice Francesco che rappresenta un riferimento spirituale per la maggioranza dei cittadini italiani». Così il neoeletto presidente della Camera Lorenzo Fontana nel discorso dopo la proclamazione. Applauso dell’Aula. “Il Papa sta svolgendo un’azione diplomatica a favore della pace senza uguali”, ha aggiunto.
Fontana: grazie a chi mi ha votato e a chi no
«Onorevoli colleghi, è con forte gratitudine e grande commozione che mi rivolgo per la fiducia, ringrazio chi mi ha votato e chi no. Sarà mio onore dirigere il parlamento». Lo afferma il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel suo intervento dopo la proclamazione.
Camera: Fontana entra in Aula, solo centrodestra lo applaude
Il neo presidente dell Camera Lorenzo Fontana è entrato in Aula a Montecitorio Assumendo la presidenza. Per lui una standing ovation del solo centrodestra, presente in massa. Vistosi vuoti nei banchi del centrosinistra, che non ha partecipato all’applauso
Meloni: anche alla Camera buona la prima, procediamo spediti
«Anche qui alla Camera buona la prima. Stiamo procedendo in modo spedito, sono contenta e faccio le mie congratulazioni a Fontana». Lo afferma la leader di Fdi Giorgia Meloni commentando in Transatlantico l’elezione di Lorenzo Fontana alla presidenza della Camera.
Governo: Salvini, Fi? Andremo a consultazioni insieme
«Uno a zero palla al centro: abbiamo eletto presidente del Senato e della Camera al primo voto». Così il leader della Lega Matteo Salvini parlando con i cronisiti in Transatlantico. A chi gli chiede dell’ipotesi che Forza Italia vada da sola al Quirinale risponde che “andremo alle consultazioni insieme».
Camera: Lorenzo Fontana proclamato presidente, 222 voti
Il deputato della Lega Lorenzo Fontana è stato eletto presidente della Camera. Lo ha proclamato il presidente provvisorio dell’Assemblea di Montecitorio Ettore Rosato dopo aver letto il risultato dello scrutinio della quarta votazione. Fontana ha ricevuto 222 voti. Tutto il centrodestra si è nuovamente levato in piedi ad applaudire. Il presidente Ettore Rosato va a comunicare a Fontana, che non è in Aula, il risultato della votazione. I votanti sono stati 392, la maggioranza richiesta 197. Oltre a Fontana hanno ottenuto voti: Guerra 77, De Raho 52, Richetti 22. le schede disperse sono state 2, le bianche 6, le nulle 11
Lorenzo Fontana eletto presidente, superata quota 201 voti
Lorenzo Fontana, deputato e vicesegretario della Lega, è stato eletto presidente della Camera. Il suo nome, infatti, ha superato quota 201 voti, raggiungendo il quorum della metà più uno dei componenti dell’assemblea. Immediato è scattato l’applauso dei parlamentari del centrodestra.
Conte a Spiegel: mobilitazione se Meloni si allea con Orban e Vox
«Se Giorgia Meloni puntasse su posizioni reazionarie e si alleasse con Viktor Orbán, i suoi amici a Varsavia o la destra estremista di Vox, noi dovremmo mobilitare davvero tutte le nostre forze». È quello che dice il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, in un’intervista allo Spiegel, secondo un’anticipazione dell’edizione in edicola nel weekend. «Nel mio Paese non deve esserci un corso illiberale. Se fosse necessario, il mio partito farebbe da baluardo contro Meloni. L’Italia è una democrazia forte. Dobbiamo evitare che lasci la politica di centro in Europa», ha aggiunto. Conte afferma anche che «Meloni, Salvini e Berlusconi si sono presentati agli elettori come molto uniti, ma in realtà su tutte le grandi questioni hanno posizioni diverse. Vedremo se la loro coesione sia solo facciata o se reggerà al test del governo».
Mulè (Fi): votiamo Fontana ma vigili su sue tesi pro Putin
«Su Fontana non c’è nessun tipo di disaccordo, siamo accordati benissimo. Posizioni pro-Russia di Fontana? Ove mai questo presidente della Camera dovesse prendere delle posizioni, e lo escludo, che andassero in contrasto con quello che è la storia e il nostro ancoraggio totale ai valori come l’atlantismo e l’europeismo, non mancheremo di segnalarlo e di intervenire con tutta la forza che sarà necessaria, posto che io non penso che questo accadrà». Lo ha detto Giorgio Mulè, sottosegretario azzurro alla Difesa, a 24 Mattino su Radio 24.
Camera: Lorenzo Fontana ha votato, deputati lo fotografano
Lorenzo Fontana, su cui convergono i voti della maggioranza per la presidenza della Camera, ha votato nell’Aula di Montecitorio. Elegantissimo in un completo scuro, l’esponente della Lega dopo aver votato è tornato al suo posto in Aula. Per lui parecchie foto dei colleghi.
Meloni: a Italia serve un governo autorevole che lavori spedito
«Caro bollette, tasse, lavoro, approvvigionamento energetico: all’Italia serve un Governo autorevole che lavori spedito sulle grandi questioni. Non c’è tempo da perdere». Lo scrive sui social la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
Salvini scherza su Giorgetti, sta già preparando manovra
Il leader della Lega, Matteo Salvini arriva in Transatlantico a Montecitorio e scorta in Aula Lorenzo Fontana, il nome proposto dalla Lega per la presidenza. Subito dopo scherza con alcuni deputati, fermi a parlare con Giancarlo Giorgetti: «Sta già preparando la legge di bilancio». Dopo un caffè alla buvette, Salvini, accompagnato da Giorgetti e Roberto Calderoli esce in cortile a salutare Umberto Bossi.
Camera: in Aula striscione anti Fontana
Non appena inizia la quarta votazione per eleggere il presidente della Camera dei deputati tra cui Rachele Scarpa ed Alessandro Zan del Pd espongono un grande striscione con la scritta «No a un presidente omofobo pro Putin». Il riferimento è a Lorenzo Fontana della Lega, su cui dovrebbero convergere i voti della maggioranza di centrodestra. Il presidente provvisorio Ettore Rosato ne ha chiesto la rimozione ai commessi.
Salvini ai suoi: «Verso accordo su tutto»
Non nasconde ottimismo con i deputati della Lega riuniti alla Camera Matteo Salvini. «Si va verso l’accordo su tutto», avrebbe detto agli eletti del partito. A breve la prova dell’aula sul voto del presidente della Camera, con la Lega che ha candidato Lorenzo Fontana.
Camera: Letta, compatti su Guerra, nome oltre schieramento
«Tra ieri e oggi abbiamo cercato un nome condiviso che potesse andare anche oltre il nostro schieramento. Ho tenuto contatti con gli altri su un profilo autorevole e un nome il meno divisivo possibile. Questo nome è quello di Maria Cecilia Guerra. L’ho comunicato alle altre opposizioni. Non so se saremo in grado di avere il consenso di tutti, alcuni segnali sono stati positivi, ma è stata una mossa nell’interesse collettivo. Questa proposta deve trovare il consenso di tutti noi, dobbiamo dimostrare compattezza. In questo momento bisogna essere uniti e determinati». Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta in occasione dell’assemblea dei deputati del Partito democratico.
Renzi: non sono bravo con i calcoli come Franceschini
I voti per l’elezione del presidente del Senato? «Se io orchestrassi un’operazione del genere, la rivendicherei. Di più: andrei all’incasso». Matteo Renzi si smarca e in colloquio con il Messaggero, ribadisce: «Io non c’entro nulla, questa è una resa dei conti tutta interna al centrodestra». «Può essere stato chiunque - aggiunge -. Non scherziamo: non ci si cappotta per sbaglio. Io, Letta e Gentiloni siamo durati per cinque anni di legislatura. E poi io non sono uno bravo a fare questo tipo di calcoli. Non sono, per dire, un Franceschini», poi si schermisce: «Diciamo solo che Dario è un ragazzo intelligente». Renzi dice di aver parlato con Franceschini e Patuanelli delle vicepresidenze “che, per la cronaca, non c’entrano nulla con questo voto» visto che sono le opposizioni a decidere: «Sono sei posti. Io ho avuto l’impressione che volessero dividerli in tre e tre, Pd e Cinque Stelle. E ho detto no, non ci stiamo. Una dovete darla a noi. La vera partita, qui, si giocherà per la guida del Copasir».
Camera: Provenzano, Pd avrà candidato bandiera, probabile donna
«Chissà che non possa essere una donna. Questo sarebbe importante». Così Giuseppe Provenzano, parlamentare del Partito Democratico, risponde ad Agorà su Rai Tre alla domanda su quale potrebbe essere il candidato del Pd alle votazioni per l’elezione del Presidente della Camera.
Camera: alle 10,30 la seduta per eleggere il presidente
Dopo l’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza del Senato, oggi tocca a Montecitorio eleggere il proprio presidente. La seduta è convocata alle 10,30 per la quarta votazione che dovrebbe essere quella buona dopo le tre “fumate nere” di ieri, visto che il quorum richiesto scende alla maggioranza semplice: un obiettivo alla portata del centrodestra che sullo scranno più alto della Camera vuole il leghista Lorenzo Fontana. Dopo l’elezione, il presidente darà ai deputati il termine per scegliere a quale gruppo parlamentare intendano iscriversi.