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Cammini religiosi, al via il catalogo con 35 percorsi per 13mila km

Dalla Lombardia alla Sicilia: l’elenco dei percorsi accreditati con il Fondo del Mitur che prevede uno stanziamento di circa 4,5 milioni di euro in vista del Giubileo 2025

3' di lettura

Dalla Lombardia alla Sicilia passando per le regioni del centro Italia. Sulle orme di san Benedetto, san Giacomo ma soprattutto san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. Con una rete complessiva di oltre 13mila da percorree per lo più su strade chiuse al transito delle automobili. Sono già i 35 cammini religiosi selezionati dal ministero del Turismo (in collaborazione con Invitalia) per una prima edizione del catalogo che riunisce sotto un unico marchio gli itinerari escursionistici a tema religioso o spirituale, percorribili a piedi o con altre forme di turismo lento e sostenibile presenti in Italia.

Il turismo religioso è in crescita ed è destinato a svilupparsi ulteriormente con il Giubileo del 2025. Il “catalogo” rientra nelle misure previste dal Fondo per i cammini religiosi di competenza del Mitur con uno stanziamento di circa 4,5 milioni di euro per iniziative di promozione e valorizzazione dei cammini religiosi proprio in vista del grande evento 2025. I cammini sono stati individuati attraverso un avviso senza scadenza lanciato a novembre 2022.

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Le vie: dal Nord al Sud

Del catalogo fanno parte percorsi celebri: è il caso della Via Francigena con tremila chilometri da Canterbury a Roma verso Santa Maria di Leuca. Un percorso che complessivamente tocca 5 stati, 10 regioni italiane (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Basilicata e Puglia) e più di 600 comuni. Della Via Francigena c’è anche la derivazione Renana: un cammino transalpino che, su vie storiche, attraversa il cuore dell’Europa collegando la valle del Reno alla valle del Po. Si può anche ripercorrere l’itinerario dei pellegrini medievali che venivano dal Nord Europa seguendo la Via Romea Germanica.

Nell’elenco accreditato dal ministero del Turismo si ritrovano anche itinerari poco conosciuti, come il “Cammino di Hasekura e dei martiri giapponesi”: rievocazione dell’impresa compiuta da un giovane ambasciatore giapponese, il samurai Hasekura Tsunenaga Rokuemon, che sbarcò nel 1615 a Civitavecchia e venne ricevuto da Papa Paolo V Borghese.

Il nome più ricorrente è indiscutibilmente quello di Francesco. A uno dei santi più venerati della cristianità sono dedicati diversi cammini: ci sono la Via di Francesco nel Lazio, il Cammino di San Francesco da Rimini a La Verna, quelli Francescano della Marca (da Assisi ad Ascoli) e dei Protomartiri Francescani, oltre alla ricostruzione del percorso che il Serafico fece partendo da Assisi per raggiungere il porto di Ancona e imbarcarsi per la Terra Santa (La Via di Francesco per Gerusalemme). C’è anche il cammino che ripercorre i passi del Poverello d’Assisi dal luogo delle Stimmate (La Verna in Toscana) fino a Monte Sant’Angelo in Puglia dove andò in pellegrinaggio.

L’unico percorso dedicato a una santa femminile è quello di Santa Barbara in Sardegna: un anello di circa 500 km lungo gli antichi cammini minerari nella regione del Sulcis-Iglesiente-Guspinese che porta il nome della patrona dei minatori (ma anche dei vigili del fuoco, degli artiglieri, del Genio Militare, della Marina Militare).

Catalogo «aperto»

L’elenco è già lungo ma solo una prima versione destinata ad arricchirsi. Perché i soggetti che svolgono funzioni di promozione, organizzazione, manutenzione dei cammini religiosi (privati, enti pubblici, enti religiosi e del terzo settore) possono inviare in qualsiasi momento la loro candidatura.

Con un nuovo avviso, il Fondo finanzierà interventi di rifunzionalizzazione edilizia degli immobili pubblici vicini ai cammini presenti nel catalogo. Gli interventi serviranno ai servizi per i turisti-pellegrini (sosta, permanenza, ristoro e svago) con l’obiettivo di migliorare l'attrattività dei percorsi e, in generale, l’esperienza di viaggio. Ciò consentirà di qualificare il recupero e l’utilizzo degli immobili e di attivare, al contempo, economie sui relativi territori, anche attraverso lo sviluppo, nei nuovi spazi , di iniziative imprenditoriali in settori collegati alla fruizione dei cammini e, in generale, al turismo lento.


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