Camorra, il «sistema» del riciclaggio dalla Campania all’Emilia-Romagna: la Gdf sequestra 293 milioni
Le indagini, eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna, hanno tracciato il meccanismo per ripulire il denaro sporco
di Ivan Cimmarusti
2' di lettura
La rete del riciclaggio camorrista passava da investimenti immobiliari tra Campania, Lazio, Sardegna ed Emilia-Romagna. Un «sistema» di lavaggio di oltre 290 milioni di euro di capitali illeciti reso possibile da Antonio Passarelli, noto imprenditore campano ritenuto da anni legato ai clan Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Pica, Aversano, Verde e Perfetto.
Sigilli a beni per 293 milioni di euro
La Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Napoli a carico di Passarelli e del rispettivo nucleo familiare, per un ammontare di 293 milioni di euro, patrimonio costituito da 639 beni immobili e terreni, 15 beni mobili, 37 rapporti bancari e 21 quote societarie.
L’attività investigativa è stata diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e dagli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Bologna, al comando del colonnello Fabio Ranieri.
In particolare, nel 2017 le indagini avevano condotto all’arresto di 17 soggetti - tra i quali Passarelli, indagato per diversi reati aggravati anche dal «metodo mafioso» - e al sequestro di un ingente patrimonio dal valore di 700 milioni di euro.
La rete di prestanome
Dalle indagini, eseguite dal Nucleo Pef di Bologna, sono scaturiti diversi procedimenti di prevenzione, attraverso i quali, avvalendosi degli incisivi strumenti ablatori contemplati dal “Codice Antimafia”, sono stati aggrediti, sotto il profilo patrimoniale, numerosi beni individuati in capo a Passarelli. Quest’ultimo, in particolare, avvalendosi di prestanome di fiducia (tra i quali familiari), ha costituito un vero e proprio sistema di società commerciali di vario genere, operanti in diversificati settori e con interessi economici radicati, tra l'altro, in Campania, Emilia-Romagna, Sardegna e Lazio.
Da Napoli a Bologna
Il sequestro di prevenzione, eseguito in maniera coordinata dai Nuclei Pef di Bologna e di Napoli, ha interessato ben 7 province (Napoli, Caserta, Latina, Benevento, Sassari, Ravenna e Bologna) e ha permesso di assicurare all'Erario 639 beni immobili tra fabbricati e terreni (tra i quali diverse ville in Sardegna, 323 unità abitative site nel noto insediamento residenziale denominato “Parco Primavera” di Melito di Napoli, un nuovo signorile complesso abitativo nella provincia di Ravenna di ben 77 immobili costruiti e mai utilizzati), 16 autoveicoli, 37 rapporti bancari attivi e 21 quote di partecipazione societaria per un valore, come detto, di oltre 290 milioni di euro.
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