ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIndustria e turismo

Camper, pieno di ordini ma resta il nodo logistica

Il mercato resta brillante, nonostante l’aumento dei listini che si aggira sul +20% rispetto all’anno scorso e nonostante il rialzo dei tassi

di Silvia Pieraccini

3' di lettura

Nel distretto del camper della Valdelsa, tra le province di Firenze e Siena dov’è concentrato il 90% della produzione italiana di motorcaravan, le aziende stanno chiudendo per le ferie estive con il portafoglio pieno di ordini e qualche apprensione.

L’onda lunga del Covid, che negli ultimi tre anni ha ridato slancio alle vacanze all’aria aperta, nel nome della sostenibilità, e fatto impennare la domanda di camper, non accenna a fermarsi. Il mercato resta brillante, nonostante l’aumento dei listini che si aggira sul +20% rispetto all’anno scorso e nonostante il rialzo dei tassi di interesse che fa lievitare le rate dei finanziamenti degli acquirenti.

Loading...
Turismo, Santini "I prezzi devono avere un contenuto"

Ma il cortocircuito tra domanda e offerta di veicoli, che da tempo tiene col fiato sospeso aziende e lavoratori, resta irrisolto. La produzione va avanti (ancora) a singhiozzo, con difficoltà di programmazione, a causa di un motivo nuovo e insidioso. Se l’anno scorso la criticità maggiore era legata alla mancanza di microchip per i telai (gli châssis) sui quali vengono costruite le “case viaggianti”, quest’anno il problema principale arriva dalla carenza di autisti in grado di guidare le bisarche che trasportano quegli stessi châssis (e, una volta realizzati, consegnano i camper in tutta Europa, Germania in testa).

«Molti autisti sono ucraini e, con la guerra in corso, non assicurano più il servizio», annuncia Iuri Campofiloni, responsabile camperistica di Fiom Cgil Toscana. Anche russi e bielorussi, che insieme con gli ucraini erano alla guida dei mezzi pesanti, sono introvabili. L’impiego – al loro posto – di personale meno esperto sta creando disguidi e difficoltà.

«La mancanza di autisti per le bisarche sta davvero condizionando il settore – spiega Ludovica Sanpaolesi, direttore generale dell’Associazione produttori camper (Apc) – ed è un problema che riguarda tutta l’Europa, come conferma la proposta di revisione della direttiva europea patenti che affronta proprio il tema degli autotrasportatori». Tutto questo, aggiunge Sanpaolesi, avviene in una fase in cui la produzione industriale di camper sta nettamente migliorando, con +15% messo a segno nel primo semestre dell’anno e un’accelerazione del +30% nel solo mese di giugno. I produttori italiani – nomi come Laika, Mobilvetta, Giottiline, Elnagh, Rimor, McLouis, che fanno capo a tre grandi gruppi internazionali: i francesi Trigano e Rapido e l’americana Thor Industries – hanno chiuso i bilanci al 31 luglio con molti segni positivi.

Nel primo trimestre 2023 l’export del distretto toscano del camper, che assorbe l’80% del fatturato, è cresciuto del 26,9% a 245,6 milioni di euro (dati Monitor distretti Intesa Sanpaolo) dopo che per tutto il 2022 era stato frenato dalla carenza di microchip e di materie prime (chiudendo l’anno a -27,7% e 717,3 milioni di euro, comunque sopra il pre-Covid).

La prospettiva è di recuperare entro dicembre il terreno produttivo perduto, a patto che migliori il fronte della logistica. «I problemi di approvvigionamento delle materie prime non sono risolti del tutto, ma sono ridimensionati – spiega Campofiloni – anche se il fatto di dover assemblare più di quattromila componenti per fare un camper rende difficile coordinare tutti i fornitori di plastica, legno, alluminio, metallo. In ogni caso le aziende hanno ordini per quasi tutto il 2024. Per fine agosto, al rientro dalle vacanze, è in programma un po’ di cassa integrazione in alcuni stabilimenti che ancora lavorano a singhiozzo». L’occupazione, formata da ottomila lavoratori tra diretti e indiretti, per adesso regge anche se in questo scenario è difficile fare nuove assunzioni.

Il sindacato ora teme soprattutto lo spostamento di parte della produzione dei telai Fiat Ducato, i più utilizzati per produrre i camper, dalla fabbrica abruzzese ex-Sevel in Val di Sangro, oggi Stellantis Europe Atessa, in Polonia: «È già stato annunciato il trasferimento della produzione di 120mila pezzi in Polonia – spiega Campofiloni – ed è chiaro che non è la stessa cosa avere una fornitura che arriva da 300 chilometri di distanza oppure da 1.500. Qualche produttore ne risentirà, e la logistica che già oggi è complicata rischia di diventarlo ancora di più».

Per testare l’andamento di mercato, e capire se l’inflazione e l’aumento dei prezzi avranno effetti sulla capacità d’acquisto delle famiglie, sarà fondamentale l’appuntamento annuale del Salone del Camper, organizzato da Apc con Fiere di Parma nella città emiliana dal 9 al 17 settembre, e diventato la seconda rassegna europea per numero di visitatori (110mila nel 2022). Apc si è preparato lanciando nell’ultimo anno una campagna di promozione del camper in Tv, sui media digitali e sui social network con un investimento di un milione di euro.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti