Campi Flegrei, terremoto: rischio più alto per abusivismo, case vetuste e viabilità inadeguata
Si calcola che il 20% delle case della zona rossa sia abusivo e quindi più fragile. Le strade sono inadeguate a sostenere eventuali evacuazioni. Tutto ciò rende più complessi gli interventi di mitigazione e messa in sicurezza della popolazione
di Vera Viola
I punti chiave
2' di lettura
Abusivismo edilizio, edifici fatiscenti, viabilità inadeguata: sono gli ostacoli maggiori in cui si imbattono i tecnici che oggi studiano come mitigare il rischio derivante dal bradisismo in Campania. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, invoca un piano di controlli sull’edilizia privata, partendo proprio da strutture che prima delle più recenti scosse di terremoto già presentavano problemi di staticità.
Abusivismo diffuso dagli anni 80
Ma ancora di più preoccupa quanto costruito abusivamente, poiché sfuggito a qualsiasi controllo e pertanto da giudicare più fragile. Una piaga, quella dell’abusivismo, che – dicono in Legambiente – dagli anni 80 ha accomunato tutte le aree più vulnerabili, come Ischia, il Vesuviano e, appunto l’area flegrea, compreso Napoli ovest, in quanto tutte di grande pregio paesaggistico.
Nella zona rossa il 20% delle abitazioni è abusivo
Nella zona rossa del bradisismo, a quanto sembra, il 20% delle abitazioni è abusivo. A fare questa stima è Pasquale Miano, docente progettazione architettonica della Federico II, molto impegnato tra Monte di Procida (uno dei comuni flegrei) e Pozzuoli e alle prese con un importante progetto integrato sui Campi Flegrei per la tutela del patrimonio archeologico e paesaggistico, finanziato con il Pnrr. «Chiarisco - dice - che in altre zone di Italia il tasso di abusivismo è ben più alto. Dall’ultimo bradisismo, quello iniziato nel 1982 e durato fino al 1984, il territorio è stato posto sotto controllo. A Pozzuoli esiste un piano urbanistico approvato di circa 15 anni fa, così a Monte di Procida. Come in pochi altri Comuni della città metropolitana di Napoli».
Aree più fragili con 40mila abitanti
Costruzioni abusive e soprattutto vetuste sono più diffuse, a quanto sembra, proprio nei quartieri del centro storico a ridosso dell’antico Rione Terra: il porto, l’area della Solfatara, via Campana, o i quartieri di edilizia economica e popolare degli anni 60.
E a Napoli nel quartiere di Agnano. In altre parole - per l’architetto Miano - le aree da tenere sotto stretto controllo sono abitate da circa 40mila abitanti. Si azzardano stime, ma gli stessi studiosi e i tecnici ne mettono in evidenza i limiti. «Il Dipartimento di Architettura - racconta Miano - ha avviato anni fa un’indagine dettagliata sugli edifici. È un peccato che questo lavoro si sia fermato. Oggi andrebbe ripreso».
Legambiente: viabilità inadeguata alla evacuazione
Emerge il problema dei piani di evacuazione. «Ce ne sono – dice il sindaco di Napoli, Manfredi – ma vanno aggiornati». «Si calcola - dice Anna Savarese di Legambiente Campania - che volendo evacuare la zona rossa dovrebbero muoversi contemporaneamente 240mila macchine private in 72 ore dall’allarme. Impossibile per la viabilità esistente. È necessario studiare una alternativa».
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