Canali accelera su green, innovazione e welfare con la strategia «Care»
L’azienda brianzola ha analizzato l’impatto del processo produttivo e dei prodotti e ha avviato un programma di welfare per i dipendenti che crescerà nei prossimi anni
di Chiara Beghelli
3' di lettura
«La nostra idea di mascolinità e di stile è decisa ma composta, è chiara ma non ha bisogno di imporsi con aggressività»: Stefano Canali, alla guida dell’azienda di abbigliamento sartoriale fondata dalla sua famiglia in Brianza nel 1934, pronuncia spesso anche la parola «compostezza». E con lo stesso approccio, dopo due anni di intenso lavoro e aspettando che i dati fossero sicuri, coerenti e affidabili, presenta “Care”, la nuova strategia di sostenibilità di Canali. Un nome che custodisce una parte di quello dell’azienda, ma anche il senso di prendersi cura, espresso in sei ambiti di azione che iniziano tutti con il prefisso “Re-”, da ReSpect a ReCycle. «Abbiamo ritenuto indispensabile misurare quello che facevamo, per poi decidere in modo serio e informato - spiega -. Ci siamo affidati ai sistemi di misurazione Oef e Pef messi a punto dall’Unione Europea, e prendendo in esame 16 criteri abbiamo verificato l’impatto sia del processo produttivo, dai filati alla logistica, sia dei nostri prodotti, per avere un quadro completo della nostra attività. Abbiamo esaminato il 59% della nostra produzione, percentuale molto alta per gli standard del settore. E le conclusioni sono state interessanti: la qualità delle nostre creazioni, del tutto made in Italy, significa anche durabilità, un aspetto che abbatte il nostro impatto. Anche per questo stiamo investendo nei servizi di riparazione in alcuni dei nostri negozi. Ma soprattutto, in questa luce il made in Italy assume una nuova identità: non significa più solo stile e bellezza, ma è una nuova via alla sostenibilità».
Per la sua storia e il suo modo di produrre Canali ha questa “nuova” sostenibilità nel suo dna. Ma sta investendo anche in numerose innovazioni: «Abbiamo installato pannelli fotovoltaici, puntiamo su materiali riciclati (alcuni saranno impiegati per la prima volta nei capi Care della collezione AI 23-24, nda), anche se francamente facciamo fatica a trovarne di certificati», aggiunge Canali. Al di là delle materie prime, una delle voci più importanti della strategia Care sono le persone: la voce “ReWard” coinvolge tutte le attività di welfare per i 1.500 collaboratori di Canali nel mondo, di cui 900 nelle tre manifatture italiane in Brianza, nelle Marche e in Abruzzo: «Dopo aver stanziato un bonus di 400 euro come sostegno al caro vita per i nostri dipendenti, in gennaio abbiamo lanciato un nuovo programma di welfare, che arricchiremo nei prossimi anni», aggiunge Canali. La coerenza e insieme il senso dell’innovazione ha premiato anche i conti dell’azienda, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 193,3 milioni di euro, +38,4% a cambi correnti. E il primo trimestre di quest’anno ha già registrato un +32,3% (a tassi costanti) rispetto allo stesso periodo del 2022. L’area delle Americhe, che genera circa il 52% dei ricavi, nel 2022 ha registrato un aumento del 48%, l’Emea (che vale circa un terzo del fatturato) del 46% e l’Apac, anche se in calo a causa del lungo lockdown nella Greater China, nel primo trimestre 2023 è cresciuta del 17%. «Stiamo applicando un diverso store concept anche alle nuove aperture, a partire da quella di Madison Avenue a New York, quella milanese di via Verri, che ristruttureremo a partire dall’estate, le relocation e i nuovi negozi previsti in Cina e in India, a Mumbai. Un mercato, quest’ultimo, molto interessante e che offre contesti all’altezza dei nostri migliori shopping center. Al Plaza 66 di Pechino proporremo poi anche il primo Canali Café, in linea con la nostra strategia di proporci come marchio lifestyle». Investimenti, dalla sostenibilità al retail, facilitati dall’essere un’azienda familiare: «Siamo liberi di decidere, rendiamo conto a noi stessi, alle persone con cui lavoriamo. E anche così portiamo avanti i nostri valori, la nostra coerenza».
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