Candele, i segreti del nuovo successo di un oggetto millenario
Una vera passione confermata dai numeri: il giro d’affari globale è di 3,5 miliardi di dollari, e anche in Italia coinvolge antichissime cererie e giovani atelier
di Chiara Beghelli
5' di lettura
È un momento brevissimo ma preciso, lieve ma chiaro, quello in cui si percepisce la fine dell’inverno. Un’emozione che rinvigorisce e spesso porta con sé pensieri lieti. Il passaggio delle stagioni, l’inizio di una nuova primavera, era salutato in antichità anche con il simbolo del fuoco, portatore di energia purificante per esempio per i Romani, che accoglievano febbraio (mese che secondo Macrobio prendeva il suo nome dal verbo “februare”, purificare,espiare) e soprattutto marzo con la celebrazione delle fiamme: il 1° marzo il fuoco sacro di Vesta veniva spento per essere subito dopo riacceso, segno dell’avvio del nuovo ciclo vitale della natura. Segni poi traslocati in una festa cristiana di cui si hanno notizie già nel IX secolo, in cui si salutava la prossima fine dell’inverno con la Candelora, la festa della presentazione al tempio di Gesù e dell’arrivo della sua luce divina nel mondo.
Nuove protagoniste dell’era di un nuovo intimismo
Due millenni più tardi, nell’epoca in cui l’invenzione del Led è stata premiata con il Nobel, le candele e la ritualità della loro accensione hanno valicato i confini della loro originaria natura sacra per entrare nelle case, nelle Spa, nei ristoranti, negli hotel, grazie a un rinnovato e diffuso desiderio di perdersi, sguardo e pensieri, nel tremolare della loro fiamma discreta e intensa.
Un’attrazione confermata dai numeri: il mercato globale delle candele sta crescendo costantemente e nel 2018 è valso quasi 3,5 miliardi di dollari, secondo i dati dell’ultimo World Candle Congress , che in aprile ha raccolto a Barcellona un centinaio di produttori da tutto il mondo, aziende, a volte anche antiche di secoli, che si stanno confrontando con l’evoluzione dei loro stessi prodotti, determinata anche dall’arrivo di nuovi consumatori, soprattutto in Asia.
Aromi sempre più sofisticati (e sostenibili)
A Barcellona si è discusso dunque anche di temi “contemporanei” come le emissioni delle candele, e delle nuove preferenze espresse dai loro fan, per esempio la cera naturale (soprattutto di soia, più facilmente reperibile di quella tradizionale delle api), le essenze naturali e le mono profumazioni, che oggi portano sul mercato anche candele all’aroma di bucato (come quelle del marchio britannico No.22) o di un bar affacciato su una piazza di un borgo mediterraneo (proposto dall’atelier anglo-spagnolo La Montaña ).
Le storie d’eccellenza in Italia
In questa costante sfida innovativa sono impegnate anche le storiche cererie italiane, aziende nate anche oltre due secoli fa per fornire lumi a chiese e case e che oggi hanno spostato il loro focus su sofisticati prodotti di design per l’arredamento: la più antica di tutte, la Cereria Giovanelli di Roncone, Trento, è nata come farmacia nel 1744 e anche se continua a produrre soprattutto per uso liturgico, offre anche candele intagliate che sembrano lavori di ebanistica.
Al 1805 risale invece la fondazione della Cereria Graziani di Livorno, su idea di Abramo Graziani che in quell’anno fu autorizzato a trasformare in candele la cera importata dall’India. Superati conflitti mondiali e devastanti incendi, oggi è guidata dalla sesta generazione della famiglia e vende le sue candele in tutto il mondo: uno dei modelli più apprezzati, soprattutto negli Stati Uniti, è il Meloria, una sfera lucente che prende il nome da una antica torre sul mare di Livorno e che è arrivata anche al MoMA Store di New York.
Fu invece l’amore a convincere l’armatore genovese Eugenio Migone ad aprire la sua cereria a Firenze nel 1866: solo una ventina d’anni fa, però, l’azienda ha deciso di concentrarsi sulle candele per arredamento. Oggi, guidata dalle sorelle Francesca e Sabrina, produce anche per marchi della moda e del lusso e due anni fa ha lanciato una linea di profumazioni create da nasi come Oltremare o Vino Nero, che già genera il 10% delle sue vendite.
Da Bergamo a Roma
Il tour storico e geografico nelle più antiche aziende italiane del settore prosegue toccando Bergamo, dove al 1892 risale la Cereria Pernici , oggi rinomata per le sue candele “Avvolto”, impreziosite da decori tagliati sartorialmente, e arriva a Roma, dove lo scorso ottobre la Cereria Di Giorgio , nata nel 1908 e cresciuta grazie al titolo di “fornitore pontificio”, ha inaugurato nella natia Trastevere un nuovo showroom dove acquistare una selezione dei suoi 1.800 modelli di candele.
Le start up delle fiammelle (con animo social)
La passione per le fiammelle domestiche ha alimentato anche la nascita di nuovi atelier, dove tecniche artigianali incontrano gusti contemporanei: è il caso di Coreterno , marchio fondato da Francilla Ronchi e Michelangelo Brancato fra Roma e New York, che produce in Italia e vende in tutto il mondo anche una serie di candele con stampe che mescolano stile rococò e vittoriano, punk e rock, con profumazioni che giocano con spezie, frutta e fiori.
A Los Angeles, invece, sta crescendo velocemente Boy Smells , fondata da due ex professionisti della moda: i suoi blend innovativi - come rosa e fumo e pomodoro e caprifoglio - sono racchiusi in vasetti di vetro dai colori amati dai Millennials e Gen Z, generazioni che adorano le candele, come dimostrano i ben 10,5 milioni di post su Instagram con l’hashtag #candles.
Il boom delle candele di moda
«The Candle Market is on Fire»: così Business of Fashion, testata specializzata nell'’dustria della moda, titolava nel 2018 un articolo che elencava i continui lanci di candele di design da parte dei marchi del settore, considerate un nuovo segmento “entry price”, che al pari di profumi e collezioni di make-up, può cioè introdurre a brand altrimenti poco accessibili.
Fra i lanci più recenti, quelli di Salvatore Ferragamo (Tuscan Creations), Versace e Louis Vuitton, che propone candele con profumazioni firmate dal naso Jacques Cavallier Belletrud e racchiuse in contenitori di Marc Newson; Dior ha rivisto e arricchito la sua Collection Privée e Gucci ha scelto custodie per le sue candele della linea Décor le porcellane Richard Ginori, azienda rilevata nel 2013. Si possono accendere anche candele Etro e Brunello Cucinelli, e mentre Prada ed Hermès hanno fatto per ora solo delle sperimentazioni, Tom Ford invece è un convinto sostenitore delle fiammelle, con ben 13 profumazioni.
In viaggio inseguendo bagliori
Oltre questa dimensione intimista, però, le candele mantengono ancora il proprio legame con i riti collettivi: proprio a febbraio il Giappone è punteggiato da numerose feste delle candele, con migliaia di fiammelle che brillano in contenitori ricavati nella neve e nel ghiaccio a rischiarare la notte: accade a Narai Juky (quest’anno in calendario il 3), ad Aizu (8 e 9), lungo le sponde del lago Yamanaka (15) e a Urabandai (15 e 17).
In luglio, invece, poco prima della stagione delle piogge che scurisce il cielo, a Ubon Ratchathani, Thailandia, si tiene una sorta di processione di enormi candele intagliate in forma di animali, angeli e divinità buddhiste, per il 2020 in programma il 14 e il 15 luglio.
Per viaggi meno esotici, in Italia sempre la prossima estate torneranno le notti illuminate solo dalle candele nel borgo di Vallerano (Viterbo), nel castello svevo di Cosenza e sulla spiaggia di Fregene. Riti della luce estiva, pezzetti di stelle sulla Terra che rinnovano, per le strade come in un salotto, lo stupore, descritto da Nietzsche, di «vedere un’aurora là dove viene accesa una candela».
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