COMPARTO VITIVINICOLo E CORONAVIRUS

Cantina Valentini: «Resistere è già una ripartenza»

Francesco Paolo Valentini, titolare della cantina più antica d'Abruzzo, fa un bilancio dell’attività vinicola post-covid. I tempi bui sono alle spalle ma non è ancora il momento di nuovi progetti

di Enza Moscaritolo

3' di lettura

«La priorità è la vita umana, tutto il resto viene dopo». Aveva esordito così Francesco Paolo Valentini, titolare della storica azienda agricola di Loreto Aprutino, in provincia di Pescara, quando, intervistato durante la chiusura del lockdown, parlava dei suoi collaboratori e delle attività quasi completamente ferme durante la pandemia. «Dopo, ma solo molto dopo, vengono gli aspetti economici e commerciali». Parole pacate ma ferme che rivelano una visione “umanista” che spicca e sorprende in un quadro generale di grande difficoltà e sofferenza per tutto il comparto vitivinicolo, in particolare per quello che lavora nel canale horeca, e in un periodo storico di pesante incertezza.

Nella passata primavera le aziende agricole erano alle prese con la ripresa vegetativa: “chiudere” una vigna è praticamente impossibile. Era necessario conciliare le esigenze di tutela della salute degli operai con le necessità della manutenzione necessaria dei terreni e delle colture, non solo per salvaguardare l'annata, ma per tutelare le coltivazioni che altrimenti sarebbero andate irrimediabilmente perse. Dunque, un momento non facile affrontato con serenità: «Durante la chiusura per la pandemia, non avrei mai messo a repentaglio la salute dei miei collaboratori – spiega - eravamo riusciti ad anticipare tutti i lavori per la mancanza di pioggia, ma, pur potendo lavorare in sicurezza all'aperto, poiché gli operai possono mantenere le distanze, non abbiamo iniziato subito per una questione di coscienza e di scrupolo». Francesco Paolo Valentini, titolare della cantina più antica d'Abruzzo, ama definirsi un artigiano del vino e porta avanti una tradizione di famiglia che risale al Seicento e di grande passione che è arrivata fino ai giorni nostri, basata essenzialmente sul rispetto del territorio, della terra e dei cicli vitali della natura.

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Priorità ai lavoratori: nessun licenziamento e
aumento in busta paga


Suo padre Edoardo (al quale a Roma è stato intitolato un parco in Viale Giustiniano Imperatore) è stato uno tra i più noti vignaioli del panorama nazionale e ha contribuito a rendere famosi i vini abruzzesi nel mondo, Trebbiano, Montepulciano e Cerasuolo. Ancora oggi l'azienda Valentini è premiata da numerosi riconoscimenti (nel 2012 il Trebbiano 2007 si è aggiudicato il primo posto al Best Italian Wine Award), conserva il tratto dell'artigianalità nella produzione del vino che, come il titolare sottolinea, predilige il canale tradizionale delle enoteche e della ristorazione per il 90% nel mercato italiano, che ha lentamente ripreso a lavorare, rimettendo in moto anche le aziende vitivinicole. Così come un sostegno è certamente arrivato anche dall'incremento del consumo casalingo di vino, grazie alla riscoperta del pranzo e della cena consumati a casa. «Io e i miei collaboratori siamo una famiglia – aggiunge Valentini che produce anche olio e grano – non ho licenziato nessuno. Ho messo un aumento in busta paga e ho cercato di dotare i miei collaboratori dei migliori dispositivi di sicurezza in circolazione e ho organizzato attività di formazione e prevenzione anticovid in azienda. Ho stipulato polizze assicurative per garantire la salute dei miei collaboratori in caso di contagio dentro o fuori l'azienda».

In molti si sono interrogati su come saremmo stati una volta ritornati ad una “normalità”. Prevale prudenza e buon senso ancora una volta. «Progetti futuri? Per il momento resistere – conclude Valentini - io sono un imprenditore, ma principalmente sono un agricoltore e devo pensare a mantenere ciò che ho. Non è il momento di progettare cose nuove. Prima rimanere in piedi e poi ripartire».

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