ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa spaccatura interna

M5S, Consiglio nazionale: «Coinvolgere il Parlamento su forniture militari. Di Maio smetta con parole lesive per il Movimento»

Aggiornata a martedì mattina la riunione tra maggioranza e Governo sulla sulla risoluzione da votare dopo le comunicazioni di Mario Draghi in vista del Consiglio europeo

Articolo aggiornato il 20 giugno, ore 15

Regola doppio mandato, Di Maio: "Non si sta guardando al 2050 ma indietro"

4' di lettura

Ogni scelta che riguarda la fornitura di nuove armi al Governo ucraino deve essere valutata da Camera e Senato. «Un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento con riguardo alle linee di indirizzo politico che verranno perseguite dal Governo italiano nei più rilevanti consessi europei e internazionali, inclusa l’eventuale decisione di inviare a livello bilaterale nuove forniture militari, funzionale a rafforzare il mandato del Presidente del Consiglio in tali consessi». È quanto è stato messo in evidenza nel comunicato del Consiglio nazionale del M5s, dopo la riunione che si è svolta nella nottata tra domenica 19 giugno e lunedì 20. Questi sono i punti su cui «auspica che l’intero Parlamento o, quantomeno, i Gruppi parlamentari che sostengono il Governo possano convenire».

Riunione maggioranza-Governo, ora nodo è coinvolgimento Camere

Il tema del coinvolgimento del Parlamento è dunque in primo piano. È stata aggiornata a martedì mattina, alle 8.30, la riunione di maggioranza sulla risoluzione sull’Ucraina. L’accordo «è molto vicino» secondo il capogruppo di LeU alla Camera, Federico Fornaro, uscendo. Dopo la nota del consiglio nazionale M5S, il nodo si è spostato sulle richiesta grillina di un maggiore coinvolgimento del Parlamento. La mediazione ora, a quanto si riferisce, ruota attorno a questo punto fermo restando, si faceva notare, che non può passare l'idea di un “commissariamento” del Governo da parte delle Camere.

Loading...

M5s, da Di Maio parole irrispettose, getta discredito

Un passaggio della nota si sofferma sul ministro degli Affari esteri, Luigi Di Maio. Le «recenti dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio» sulla linea di politica estera M5s sono «esternazioni» che «distorcono le chiare posizioni» assunte a maggio e «oggi integralmente ribadite, sempre all’unanimità». Sono parole «inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta» dal Movimento - si legge ancora nel documento - che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell’ambito» dell’Alleanza atlantica e dell’Unione europea. Dichiarazioni che «sono suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno».

Espulsione di Di Maio momentaneamente congelata

Per il momento resta congelata un’eventuale espulsione del ministro degli Esteri. Alla fine, Conte deve mediare tra l’ala più dura del M5s, secondo cui il ministro degli Esteri si sarebbe allontanato dalle origini e avrebbe ormai altri progetti e chi invece spinge per ricomporre la frattura. Le polemiche continuano. Il presidente della Camera, Roberto Fico è sceso in campo accanto a Conte descrivendo un movimento «deluso e arrabbiato» con Di Maio. Dura la replica del ministro attraverso il suo portavoce. Di Maio si è detto «stupito» degli attacchi subiti.

Nel corso della riunione notturna - in parte in presenza, in parte in videoconferenza - con i 14 componenti del Consiglio, è stata ribadita la linea sulla risoluzione che dovrà essere votata al Senato martedì, in concomitanza con le comunicazioni del premier Mario Draghi prima di partire per Bruxelles: il Movimento continuerà nella mediazione con il resto della maggioranza sulla risoluzione unitaria, ribadendo la centralità del Parlamento, ma senza creare problemi. Dunque, nessun riferimento alle armi, ma ad una de-escalation militare e alla centralità del Parlamento.

Guerra aperta e rischio scissione

La riunione del consiglio nazionale è l’atto finale della guerra aperta nel M5s, dopo gli attacchi reciproci dei giorni scorsi fra Di Maio e Conte. Gli attriti sono ulteriormente aumentati dopo la bozza di risoluzione circolata di alcuni senatori del M5s che chiede al Governo lo stop all’invio di nuove armi a Kiev. Dal testo si è dissociato il ministro degli Esteri. Immediate le prese di posizione pro e contro che delineano la frattura netta fra i due schieramenti. Su Repubblica il vicepresidente Ricciardi ventila l’ipotesi di un’espulsione dell’ex vicepremier: «Da tempo è un corpo estraneo al Movimento». Sulla stessa linea sulla Stampa l’altro vicepresidente Michele Gubitosa: «Siamo a un punto di non ritorno Luigi Di Maio ha pianificato la sua uscita dal Movimento Cinquestelle». Enrica Sabatini, moglie di Davide Casaleggio e socia della piattaforma Rousseau suona il de profundis al M5s: «È un’esperienza finita».

Todde: iter Di Maio non in linea

«Cercheremo di fare il consiglio nazionale tra oggi e domani. Se c’è l’ipotesi di mettere in discussione il ruolo di Di Maio nel Movimento? Non è quello il punto, ma le posizioni che sta prendendo lui pubblicamente senza confronto interno», incalza la viceministra allo sviluppo economico e vicepresidente del M5S Alessandra Todde, che aggiunge: «È pretestuoso dire che la nostra forza politica può costituire un problema per la sicurezza nazionale, lo trovo gravissimo» e «parte di un percorso che si pone in contrapposizione con linea che il M5s sta portando avanti in questo momento». E ancora: «Trovo vergognoso che ieri sia stata fatta circolata una bozza vecchia che non ha niente a che fare con la base su cui stiamo discutendo. La risoluzione deve essere di maggioranza».

La risoluzione della discordia sulle armi a Kiev

Nel M5s le minacce di scissione erano nell’aria già da tempo. Ma scintilla è stata appunto la bozza circolata della risoluzione redatta da alcuni senatori M5s in vista del voto di martedì dopo la comunicazioni del presidente del Consiglio sul Consiglio europeo del 23-24 giugno sull’Ucraina. Nella risoluzione si impegna il Governo «a non procedere, stante l’attuale quadro bellico in atto, a ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica». Immediata la sconfessione di Di Maio: «Si tratta - ha detto - di una risoluzione che ci disallinea dall’alleanza della Nato e che mette a repentaglio la sicurezza dell’Italia».

Di Maio: mi attaccano con odio, rivendico atlantismo

«La prossima settimana in Parlamento si voterà la risoluzione sulla posizione che il Governo porterà avanti ai tavoli europei. Da Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana ho ribadito e continuerò a ribadire che l’Italia non può permettersi di prendere posizioni contrarie ai valori Euro-Atlantici» ha poi puntualizzato in una nota il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha aggiunto: «Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da Ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista». E ancora, a rincarare la dose: «I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave»


Riproduzione riservata ©

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti