Caos passaporti: danni alle agenzie per 180 milioni. Timori per Pasqua e la stagione estiva
Non si sblocca la situazione nonostante gli impegni di PIantedosi e Santanché. A Prato 9 mesi per un appuntamento. Mancano anche i libretti. Ricerca Vamonos Vacanze: saltati 100mila viaggi organizzati
di Giovanna Mancini e Sara Monaci
4' di lettura
Nonostante l’intervento di ben due ministri – quello dell’Interno Matteo Piantedosi e quello del Turismo Daniela Santanché – per cercare di sbloccare la situazione, il «caos passaporti» non è ancora superato. Anzi, rischia di aggravarsi in vista delle vacanze di Pasqua e della bella stagione.
Le ultime stime su un fenomeno che persiste ormai da mesi – con gravi danni sui viaggiatori ma anche sulle imprese del turismo – arrivano da un report commissionato all’Istituto di Ricerca IRCM da Vamonos Vacanze, tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo. I viaggi annullati a causa dei ritardi delle questure e (soprattutto) dei meccanismi di prenotazione, sarebbero stati finora circa 100mila, corrispondenti a 180 milioni di euro di mancate vendite per il sistema italiano delle agenzie di viaggio.
L’appello ai ministri Piantedosi e Santanché
Proprio le agenzie avevano lanciato per prime l’allarme, già nei mesi scorsi, e a gennaio Fiavet-Confcommercio aveva scritto al ministro Piantedosi chiedendo di intervenire e risolvere una situazione che rischia di frenare l’ottima ripresa registrata dal settore a partire dallo scorso anno, dopo il tracollo dovuto ai due anni di pandemia e al caos aeroporti della scorsa estate. Le agenzie associate a Fiavet, spiega il presidente Giuseppe Ciminnisi, denunciano tempi di attesa dai due ai sei mesi per il rilascio o il rinnovo dei passaporti.
«Sappiamo per certo che il ministro Santanché si sta adoperando per sollecitare soluzioni che portino quanto prima alla soluzione di un problema che sta diventando troppo gravoso per le nostre imprese – dice Ciminnisi –. La situazione è molto diversa a seconda delle regioni, ma in media registriamo una percentuale elevata di viaggi cancellati a causa del mancato rilascio del passaporto, soprattutto da parte di chi è dovuto partire in modo imprevisto, tipicamente le persone che viaggiano per lavoro».
Situazione a macchia di leopardo
In gran parte le lungaggini sono dovute ai sistemi digitali di prenotazione, che fissano gli appuntamenti a distanza di mesi. Fto-Confcommercio, l’associazione dei Tour Operator, ha registrato alcune tra le situazioni più complesse: a Prato, ad esempio, conviene organizzarsi per le vacanze di Natale, dato che il primo «slot» è solo il prossimo 13 dicembre. A Udine occorre attendere fino al 10 agosto, né va meglio a Napoli (7 agosto), Brescia (17 luglio), mentre a Torino e Bologna non risulta disponibile alcun appuntamento. Roma “brilla” con un 3 aprile, ma chiaramente si tratta di una situazione insostenibile.
Secondo i dati raccolti da Fiavet, i tempi di rilascio vengono rispettati solo se viene contestualmente presentato un biglietto aereo o una lettera di impegno. In Sardegna ci vogliono 7 mesi a Olbia, 2-3 a Oristano e 6 a Sassari. In Liguria si riscontrano attese di 4-5 mesi, in Abruzzo di 8-10 mesi. In Piemonte ci vogliono 4-6 mesi per ottenere un appuntamento e altri due per il rilascio del passaporto. In Veneto le attese sono di 3 o 4 mesi.
«Apprezziamo l’intervento del ministro Santanché, che si è espressa a riguardo, e il comunicato del ministro Piantedosi, che ha giustificato il problema, rimaniamo però preoccupati, perché la situazione è a macchia di leopardo – dice Franco Gattinoni, presidente di Fto-Confcommercio –. L’aver inserito tra i motivi di urgenza per andare all’estero anche il turismo è un passo importante, però metterlo in pratica non è facile e molti si trovano ad aspettare fino all’ultimo momento con il rischio di non partire. Con la Pasqua in arrivo, i ponti e la bella stagione siamo ottimisti, ma c’è un elemento di preoccupazione».
Le cause dei ritardi
I ritardi, aveva spiegato ancora lo scorso febbraio il ministro Piantedosi, sono dovuti principalmente all’accumulo di arretrati dovuti al Covid-19, ma sono anche una conseguenza della Brexit, vista la necessità di viaggiare muniti di passaporto anche per accedere in Gran Bretagna, una meta molto frequentata dagli italiani, per vacanza e per lavoro, soprattutto dal Nord Italia, dove non a caso i ritardi sono stati in questi mesi più accentuati, anche se ora la situazione si sta un po’ uniformando in tutto il Paese.
Si aggiungono altre due cause: ci sono Paesi che chiegono un passaporto valido per i successivi 6 mesi e ci sono Paesi, come il Marocco, che adesso non accettano più la sola carta d’identità. Le procedure richieste quindi sono diventate quindi più complicate.
Queste cause sono ancora più sentite nelle città con maggiore popolazione ma soprattutto con il maggior numero di attività produttive: è per questo un fenomeno più visibile al Nord e nel Centro Italia. Le questure di tutta Italia si stanno attivando per aumentare l’attività lavorativa, mettendo a disposizione più personale e soprattutto, in alcuni casi, aprire gli uffici anche nei giorni festivi, il sabato e la domenica, come hanno fatto a Monza e a Mantova.
A Milano tuttavia viene sottolineato che l’impegno è particolarmente gravoso: nei primi 2 mesi dell’anno solo nel capoluogo lombardo sono stati rilasciati 412.385 passaporti, con l’obiettivo di arrivare a 2 milioni nel 2023. Molti appuntamenti sono stati rimodulati e anticipati.
In questo momento la questura di Milano sta prendendo appuntamenti a 90 giorni, dando disponibilità a 450 domande al giorno. Oltre a questo, riesce a fare il passaporto a 250 persone al giorno che si presentano in questura senza appuntamento.
Inoltre sembrano di difficile reperibilità anche i libretti, realizzati dal Poligrafico di Stato.
I danni per le agenzie
Tornando alla ricerca commissionata da Vamonos Vacanze, sette viaggiatori su dieci hanno visto lievitare a sei settimane (69% del campione intervistato) il tempo necessario per ottenere un appuntamento per il rilascio del passaporto. Sono perciò saltati in media 11,4 viaggi per ciascuna agenzia, a un prezzo medio di 1.800 euro a viaggio (trattandosi di viaggi fuori dall’Unione europea, quindi mediamente di lunga tratta). Complessivamente ciascuna agenzia ha accusato mediamente 20.520 euro di vendite non effettuate. Ma per le grandi OTA (Online Travel Agency) il danno è stato maggiore: la media è di 65 viaggi in fumo per circa 116.656 euro di vendite non effettuate per ciascun operatore» sottolineano gli specialisti della piattaforma Vamonos-Vacanze.it.
loading...