Capire e usare al meglio le risorse che stanno in fondo al mare
Lo Spazio affascina da sempre. I fondali marini, al contrario, sono popolati da mostri diabolici. Di qui il paradosso. Sappiamo cosa c’è a migliaia di chilometri di distanza nello spazio, ma ignoriamo cosa c’è a cento metri sotto il pelo dell’acqua.
di Luciano Violante
4' di lettura
Lo Spazio affascina da sempre. I fondali marini, al contrario, sono popolati da mostri diabolici. Di qui il paradosso. Sappiamo cosa c’è a migliaia di chilometri di distanza nello spazio, ma ignoriamo cosa c’è a cento metri sotto il pelo dell’acqua.
Naturalmente c’è una ragione. La corsa allo Spazio è determinata dalla competizione tra le grandi potenze e dalla speranza di trovare quelle materie prime e quei metalli che garantiscono il nostro sviluppo tecnologico. Ebbene, anche i fondali marini potrebbero darci quello che cerchiamo; hanno terre rare e ospitano noduli polimetallici ricchi di nickel,
cobalto, rame e manganese. Le sorgenti idrotermali creano depositi di solfuri, che contengono metalli industrialmente ricercati come argento, oro, rame, manganese, cobalto e zinco.
La sola zona Clarion-Clipperton, al largo dell’Oceano Pacifico, conterrebbe una quantità di manganese, nickel, cobalto,
titanio e ittrio superiore all’intera riserva terrestre. La quantità di titanio contenuta in quella zona sembra essere, inoltre,
6mila volte più grande di tutte le riserve terrestri messe insieme. Inoltre la gestione efficace del subacqueo è essenziale
per la nostra alimentazione.
Il fondali marini sono attraversati da sei tipi di infrastrutture essenziali: energetiche, per il trasporto di energia elettrica, comunicazione, bio-farming, minerarie, per lo stoccaggio dell’anidride carbonica. Ciascuna di queste strutture è esposta a rischi di vario tipo, naturali, accidentali, intenzionali; tra le diverse insidie spiccano le tecniche di intercettazione delle comunicazioni via cavo.
Il mare profondo è importante anche per la ricerca scientifica. Alcune specie marine, che vivono in assenza di luce, si sviluppano grazie a processi chimici che hanno come base non l’ossigeno ma il metano. La questione è importante non solo per se stessa, ma anche perché alcune correnti scientifiche pensano che all’inizio sulla Terra non ci fosse ossigeno e pertanto questo meccanismo che viene dai fondali marini potrebbe aiutarci a comprendere l’origine della vita sul nostro pianeta.
Sulla Terra, questa è la prima conclusione, si potrà vivere meglio se ci si occuperà del mare. Il subacqueo, è la seconda conclusione, per le sue proprie specifiche caratteristiche, necessita di appositi indirizzi politici. Dal Rapporto ne estraiamo quattro
1 Serve un’azione diretta a scoprire, tutelare, studiare e valorizzare il patrimonio archeologico sottomarino. Sott’acqua è documentata una parte rilevante della nostra civiltà. Abbiamo il dovere di tutelarla e di garantirne la conoscenza
2 Occorre individuare un equilibrio tra la necessità di approvvigionamento di materie prime e l’esigenza di preservare la biodiversità marina. Il mining e la pesca devono essere effettuate in modo da non produrre danni irreversibili all’ambiente. L’utilizzazione razionale delle risorse marine non può essere confusa con un accaparramento abusivo di quelle risorse. Per stabilire se si tratta di una pratica accettabile occorre guardare a cinque fattori: a) tipo di governance delle procedure
di utilizzazione, b) tecnologie usate, c) rischi per la sicurezza delle persone, d) conseguenze per l’ambiente, e) utilità conseguibili. A questi temi la Fondazione è particolarmente sensibile, tanto che, come forse avrete notato, abbiamo chiamato Civiltà del mare questo settore di lavoro.
3 Uno dei problemi più delicati per il nostro Paese è la gestione delle autorizzazioni per le attività subacquee nelle porzioni di mare che rientrano nella nostra giurisdizione. Si tratta di un sistema non coordinato, privo di una definizione chiara delle competenze reciproche. Nel Rapporto si propone di istituire un’Autorità nazionale per il controllo del traffico subacqueo.
4 La geopolitica sta attraversando una fase di ristrutturazione. La guerra in Ucraina, che sin dall’inizio ha acquisito un netto significato antioccidentale e di lotta contro le democrazie, ha attivato un processo di deglobalizzazione, di cambiamento della globalizzazione per come l’abbiamo sinora conosciuta. Un ulteriore fattore di cambiamento è costituito dalla competizione sul terreno dell’alta tecnologia. Per effetto di questi fattori, si manifesterà un urgente bisogno di terre rare che si trovano in Paesi terzi, i quali oggi gravitano in sfere di influenza non europee, e nel subacqueo. Occorrerà valutare l’opportunità di considerare il subacqueo come vero e proprio nuovo dominio operativo, dopo terra, mare, aria, spazio extra-atmosferico, cyberspace. La dimensione underwater interessa i corridoi strategici per la trasmissione del traffico dati e che, come tali, devono essere sorvegliati e protetti.
L’Onu ha recentemente approvato un Accordo che impegna tra l’altro all’uso sostenibile della biodiversità marina e alla utilizzazione concordata delle risorse genetiche marine. Ci vorrà tempo prima che l’accordo diventi efficace come Trattato; costituisce comunque una importante presa di consapevolezza del ruolo che ha il subacqueo per la vita dell’umanità intera.
Novità importanti vengono anche dall’Italia. Abbiamo, credo per la prima volta, un ministro del Mare.
La legge di bilancio 2023 ha stanziato due milioni per la costituzione del Polo Nazionale della dimensione subacquea per valorizzare e sviluppare , scrive il Rapporto, competenze e potenzialità nazionali sotto la supervisione e il controllo della Marina militare. È stata già individuata la sede nel Centro di supporto e sperimentazione navale (Cssn) di La Spezia sia per le attività attualmente svolte dallo stesso Centro sia per la vicinanza ad altre strutture e infrastrutture con interessi affini.
Con questo rapporto, abbiamo cercato di sollevare il sipario su un mondo di straordinario fascino scientifico e di strategico interesse nazionale. Intendiamo andare avanti, approfondendo volta per volta temi specifici, cercando di coinvolgere anche la scuola e le Università, nella consapevolezza che si tratta di un mondo decisivo per il nostro futuro.
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