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Due ricerche presentate in settimana ci restituiscono il rapporto dei più giovani con l’educazione finanziaria. L’indagine promossa da Esdebitami Retake e condotta da Nomisma per indagare le abitudini di spesa e la conoscenza finanziaria della Generazione Z, che mette in luce scarse conoscenze delle dinamiche economico finanziarie, con entrate limitate e spese spesso elevate dei giovani tra i 18 e 25 anni. E l’Osservatorio Internazionale Edufin Pictet “Diventare investitori”, realizzato da Finer Finance Explorer, che mostra invece una crescita dell’interesse per la finanza soprattutto nei giovani, che si reputano comunque ancora non all’altezza della materia.
Secondo la rilevazione condotta da Finer per conto di Pictet a giocare un ruolo decisivo sulla voglia di aumentare le proprie conoscenze sui temi del risparmio e degli investimenti gioca l’incertezza di mercato e la complessità economica che registra una crescita del 10% rispetto ai livelli del 2021. I giovani, in particolare, si dimostrano sempre più attenti ai temi economico-finanziari, con il 50% del campione che vi dedica regolarmente del tempo su base settimanale.
L’interesse degli investitori per la finanza resta in larga parte legato all’entità del patrimonio, raggiungendo il totale campione per i clienti Private (con patrimonio finanziario da 500mila a oltre 5 milioni), scendendo al 97% per i clienti Affluent (da 50mila a 500mila) e al 91% per i Mass Market (da 10mila a 50mila). Buoni, sebbene inferiori, sono anche i dati relativi a studenti e non investitori che complessivamente si dichiarano interessati nel 72% dei casi. In particolare, gli studenti over 18 passano al 78% rispetto al 51% del 2021.
Sempre più studenti si informano quindi quotidianamente su temi economico-finanziari. Un maggiore interesse per i temi finanziari porta con sé anche un aumento del tempo speso per mantenersi costantemente aggiornati che, a totale campione, registra nell’arco di appena un anno un incremento del 3%, sebbene resti predominante per i 2/3 degli intervistati dedicarsi all’approfondimento di temi finanziari durante eventi eccezionali una tantum.
Tra i non investitori, gli studenti over 18 sono i più costanti: il 50% dichiara infatti di dedicare uno spazio all’informazione economico-finanziaria continuativo, giornaliero o settimanale, contro un 36% che dichiara di informarsi solo in concomitanza di eventi occasionali. Dato degno di nota, che testimonia la necessità dell’educazione finanziaria fin dalla giovane età, il fatto che in Italia l’inserimento di temi afferenti all’educazione finanziaria nei programmi scolastici dedicati all’educazione civica sia stato accolto molto positivamente dal 49% del campione.
Contenuti digitali e social network si confermano tra i principali canali di informazione finanziaria per i più giovani, con un più 10% in due anni. Solo nell’ultimo anno la fiducia verso le piattaforme social è aumentata del 17%, tuttavia, il 35% del campione continua ad affermare di non trovare contenuti disponibili o referenti adeguati.
Nell’indagine condotta da Nomisma, considerando la disponibilità finanziaria dei ragazzi appartenenti alla Gen Z, emerge come 8 su 10 abbiano avuto negli ultimi 12 mesi denaro da gestire in autonomia, con un’entrata media mensile pari a 842 euro tra stipendio, paghetta e regali. Il denaro che hanno a disposizione deriva da una combinazione di stipendio o proventi da un’attività lavorativa (nel 57% dei casi), di regali ricevuti (37%), di una somma fissa elargita dai genitori (32%) e somme di denaro date all’occorrenza (30%).
Un campanello d’allarme proviene però dal fatto che il 12% degli intervistati dichiari di ricavare guadagni da vincite a scommesse, giochi e lotterie. Considerando che in questa fascia di età meno del 40% dei ragazzi ha un’occupazione lavorativa più o meno stabile, nel complesso rimane elevato il supporto da parte della famiglia nella copertura delle spese mensili: ben il 62% di chi lavora e il 72% di chi non lavora non riesce infatti a far fronte alle spese mensili, anche per una frequente difficoltà a gestire in modo consapevole l’equilibrio tra risorse disponibili e spese.
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