Capodanno tra disdette e mini-vacanze, l’impatto su hotel e agriturismi
A pagare il prezzo più salato sono le strutture impegnate nell'alloggio, nell'alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir con la cancellazione di molti eventi legati al Natale e Capodanno nelle località turistiche, a partire dalle tradizionali feste in piazza
I punti chiave
- Su 25 milioni di partenze programmate, già 5 milioni di disdette
- Alberghi, il bilancio 2021: meno 48,6% camere occupate, perdite -55%
- Roma, -50% prenotazioni, hotel chiudono
- La montagna per ora tiene
- Omicron pesa su agriturismo, disdette a oltre il 40%
- Con la ripresa dei contagi in Europa meno un milione di pernottamenti nella stagione
- Mancati introiti per oltre dieci miliardi di euro
- A rischio le vacanze di 10 milioni di italiani
- La crisi del turismo organizzato
5' di lettura
La corsa dei contagi Omicron infligge un ulteriore colpo a un comparto, quello del turismo, già messo abbondantemente all’angolo dalla pandemia Covid 19. Gli operatori speravano che l’avvio e il consolidamento di una campagna vaccinale di massa avrebbe migliorato le condizioni di salute del comparto, ma un’ulteriore spallata l’ha data la nuova variante. In questi giorni a ridosso del Capodanno, tradizionalmente strategici per il turismo, tra positivi, quarantene, impauriti la situazione è ancora peggiorata.
Su 25 milioni di partenze, già 5 milioni di disdette
A scattare una fotografia delle difficoltà in cui versa il comparto è un’analisi effettuata da Confcommercio in collaborazione con SWG, sulla base di dati Istat e Bankitalia. Il 2021 si chiuderà con dati disastrosi con almeno 60 milioni di arrivi e 120 milioni di presenze che mancheranno all’appello rispetto al 2019 e 13 milioni in meno di viaggi degli italiani all’estero. Solo per le vacanze tra Natale, Capodanno ed Epifania, rispetto ai 25 milioni di partenze programmate dagli italiani appena pochi mesi fa, 5 milioni sono state già cancellate e 5,3 milioni modificate riducendo i giorni di vacanza o scegliendo una destinazione più vicina, ma ci sono anche 7 milioni di viaggi che restano in sospeso.
Alberghi, bilancio 2021: -48,6% camere occupate, perdite -55%
In particolare per gli alberghi italiani il 2021 si chiude con un passivo addirittura peggiore del 2020. Sulla base dei dati dell'osservatorio Confindustria Alberghi quest’anno si chiude con un tasso di occupazione camere che fa registrare il -48,6%, con punte nelle città d'arte, che toccano -58% a Roma e -56,1% a Firenze e con Venezia e Napoli rispettivamente -57% e -43%. Non va meglio sul fronte dei ricavi dove la perdita media arriva al -55% con le città d'arte che si attestano al -65%. Pesa sul settore l'assenza del turismo internazionale.
Quest'anno gli arrivi internazionali - in massima parte europei - si fermeranno a 36 milioni. Un dato drammatico se si considera che rispetto al 2019 mancano oltre 60 milioni di viaggiatori stranieri, e che impatta fortemente sui conti del settore con una perdita di 25 miliardi di euro di spese turistiche.
Frontiere ancora chiuse, sei mesi di fermo pressoché totale delle attività, lo stop alla stagione invernale della montagna, due mesi buoni per l'Italia del mare e dopo alcuni segnali di miglioramento a settembre e ottobre, trascinati degli ottimi risultati della campagna vaccinale, con l'arrivo della variante Omicron la brusca frenata che ha compromesso le feste di Natale e aperto una nuova fase di incertezza per i prossimi mesi. Dati in linea purtroppo con le rilevazioni Istat che nel solo periodo gennaio-settembre ha registrato una flessione sul fatturato ricettivo del 36%. Stesso dicasi per Banca d'Italia che rilevava l'assenza del 63% dei turisti internazionali ed un crollo della spesa turistica degli stranieri di ben oltre il 55%.
Roma, -50% prenotazioni, hotel chiudono
La situazione si è fatta difficile anche nelle città d’arte. Gli alberghi continuano a chiudere e rischiano di diventare facili prede degli investitori stranieri. «Le prenotazioni negli alberghi romani sono il 50% in meno rispetto al dicembre 2019 a causa del perdurare della pandemia e degli ultimi provvedimenti presi dal governo. Diversi alberghi hanno addirittura chiuso durante le feste dopo le disdette. Spero che il governo prenda provvedimenti a favore di un settore tra i più colpiti: quello turistico», ha detto il presidente di Federalberghi di Roma Giuseppe Roscioli.
La montagna per ora tiene
Il problema è generale. Secondo il presidente nazionale di Federalberghi Bernabò Bocca «la situazione del turismo è in netto peggioramento e non solo nelle città d’arte. Tra positivi, persone in isolamento fiduciario, paurosi, persone che si fanno il tampone e scoprono di essere positivi non c’è più nessuno in giro, è difficile trovare gente libera di muoversi... Qualcuno parte ma tende ad andare in case di proprietà, certo non solo in Italia ma in molti paesi europei. Siamo il settore che soffre di più, negli ultimi giorni abbiamo assistito a un blocco delle prenotazioni e ora registriamo solo cancellazioni.
La montagna - ha spiegato Bocca - sta performando meglio, anche se abbiamo anche lì cancellazioni, ma finita la Befana negli alberghi avranno l’eco... Poi sarebbero dovuti cominciare i long week end sulla neve di inglesi, francesi, tedeschi, svizzeri ma non verranno. Per le settimane bianche è ancora tutto sospeso e incerto, ormai si ragiona di 7 giorni in 7 giorni».
Omicron pesa su agriturismo, disdette a oltre il 40%
Alberghi, ma non solo. La ricettività del mondo agricolo conta già oltre il 40% delle disdette tra Natale e l’Epifania, una perdita, in media, di circa 25 mila euro in 10 giorni e un Capodanno a picco da recuperare, forse, puntando sulla consegna a domicilio. Sotto l’ondata Omicron, questo il quadro della situazione tracciato da Cia-Agricoltori Italiani che insieme a Turismo Verde, sua associazione agrituristica, teme adesso una ripartenza lontana e sempre più in salita.
Con la ripresa dei contagi in Europa meno un milione di pernottamenti nella stagione
«Dopo un’estate e un autunno positivi, l’inverno - ha ricordato il presidente di Assoturismo Confesercenti Vittorio Messina - ha portato purtroppo una netta inversione di tendenza. La ripresa dei contagi in Europa, specie nei mercati tradizionalmente forti dell’Italia, ha avuto un impatto pesantissimo sulla domanda estera, cancellando circa un milione di pernottamenti nella stagione. E l’ombra delle restrizioni sta riducendo ai minimi termini anche la domanda italiana».
Nel complesso, Confesercenti stima che senza una proroga immediata degli ammortizzatori sociali Covid, dal primo gennaio almeno 200mila lavoratori nell’ambito del turismo e della ristorazione saranno senza copertura. «Particolarmente colpiti - viene spiegato in una nota - il comparto agenzie di viaggio, con il 95% delle imprese con dipendenti in cassa integrazione, e quello alberghiero, soprattutto nelle città d’arte. E le prospettive di rientro al lavoro sono ogni giorno più incerte».
Mancati introiti per oltre dieci miliardi di euro
«La paura del Covid, accentuata dalla rapida diffusione della variante Omicron - ha spiegato Raffaele Rio di Demoskopika - incide in maniera rilevante sulla spesa turistica con una stima sui mancati introiti per il settore pari a oltre 10 miliardi di euro. In questa direzione non cada nel dimenticatoio il nostro appello rivolto, in più occasioni, a Draghi e Garavaglia di programmare un piano strategico».
A rischio le vacanze di 10 milioni di italiani
Con l'avanzare dei contagi sono a rischio le vacanze di 10 milioni di italiani, per una spesa di 4,1 miliardi solo per i turisti nazionali, dei quali quasi 1/3 destinato al cibo, tra souvenir e pranzi e cenoni in ristoranti e agriturismi. È quanto ha stimato la Coldiretti sugli effetti delle crescenti preoccupazioni per gli effetti della variante Omicron che ha portato in molti casi a disdette.
A pagare il prezzo più salato sono le strutture impegnate nell'alloggio, nell'alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir con la cancellazione di molti eventi legati al Natale e Capodanno nelle località turistiche, a partire dalle tradizionali feste in piazza. Secondo Coldiretti, in montagna gli effetti si fanno però sentire sull’intero indotto delle vacanze, dall`attività dei rifugi alle malghe fino alle aziende agricole con le attività di allevamento e coltivazione impegnate a garantire le forniture alimentari.
La crisi del turismo organizzato
La situazione è disastrosa anche per quanto riguarda il comparto del turismo organizzato: Aidit, Astoi, Assoviaggi, Fiavet, Fto e Maavi si sono rivolte al presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere interventi ormai urgentissimi. «Nel 2019 il nostro settore - hanno sottolineato - generava un volume d’affari di circa 13,3 miliardi di euro. Nel 2020 ha registrato una perdita pari a circa il 70% del fatturato, mentre si stima che la chiusura dell’anno in corso condurrà ad una perdita di oltre l’80% del fatturato. In assenza di urgenti interventi economici e finanziari si stimano chiusure pari ad oltre il 50% delle imprese attive e la perdita di oltre 40 mila posti di lavoro».
loading...