Capodichino e il rumore, I napoletani: «Scalo importante per la comunità»
Presentato un sondaggio che rivela l’attaccamento dei cittadini alla infrastruttura
di Vera Viola
I punti chiave
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L’aeroporto di Capodichino è considerato dai cittadini dell’area metropolitana di Napoli «funzionale e organizzato». Si riconosce alla infrastruttura «una importanza per tutta la comunità dell’area: il 50% dichiara che la sua presenza è molto importante e il 18% che è abbastanza importante». Gli intervistati, nel 52% dei casi dichiarano di non essere preoccupati dal rischio di incidenti aerei. E quanto all’inquinamento acustico, il 24% degli intervistati dichiara di sentire il rumore degli aerei diverse volte al giorno ma il 54% non ne è per niente disturbato e il 37% lo reputa sopportabile.
Nove giudizi positivi su dieci
Pochi flash di un articolato sondaggio che la Gesac, la società di gestione dello scalo aeroportuale napoletano, ha commissionato all’istituto demoscopico Noto Sondaggi. «Uno studio – lo definisce Noto nel corso della presentazione – che parte da 5mila interviste di cittadini dell’area metropolitana di Napoli e da una fetta consistente di abitanti delle aree più vicine allo scalo». Un sondaggio insomma su grandi numeri (rispetto al solito) e da cui emerge – sottolinea Noto – un orientamento inquivocabile sul forte sentiment dei cittadini per l’infrastruttura partenopea. «Nove intervistati su dieci – sottolinea – esprimono un giudizio positivo per l’impatto su tutto il territorio». Ma da cosa nasce l’esigenza di tale sondaggio? Occorre fare un passo indietro e considerare Capodichino come esempio di city airport come altri in Italia, alle prese con una tumultuosa crescita e con gli investimenti in sostenibilità.
Le polemiche sull’inquinamento acustico
Qualche mese fa in un contesto pubblico il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, dichiarava: «L’aumento del traffico aereo registratosi negli ultimi anni contribuisce alla produzione di rilevanti emissioni sonore e di un livello notevole di inquinamento acustico costituenti un pericolo ed una minaccia per la salute e la tranquillità». Dichiarazione che scotta e suscita la immediata reazione della Gesac. Ma la miccia è stata accesa e l’incendio divampa. Il Pd chiede i dati dell’Arpac sull’inquinamento acustico e alcuni abitanti della zona di Capodichino decidono di ricorrere in giudizio chiedendo una riduzione del numero dei voli. Il giudice monocratico deciderà il 22 dicembre.
Gesac: ridurre i voli? C’è rischio disinvestimento
La Gesac non si accontenta della semplice replica.Vuole fare di più. Commissiona il sondaggio alla demoscopica di Noto e una ricerca a Nomisma, chede all’economista e meridionalista Gianfranco Viesti valutazioni sull’impatto economico dell’aeroporto. «Uno studio dell’università di Harward – dice Viesti –sostiene che le città ben collegate sono quelle che crescono di più. Una spinta in questa direzione è decisiva per il Mezzogiorno, finora penalizzato dalla minore possibilità di scambiare merci e far muovere persone per un gup infrastrutturale». «Abbiamo lavorato nel segno della sostenibilità _ dice il presidente Carlo Borgomeo – ottenendo risultati misurati e certificati. Siamo il quarto aeroporto d’Italia e conosciuti come un caso di successo». E l’ad di Gesac, Roberto Barbieri aggiunge: «La società e il suo azionista stanno realizzando importanti investimenti su Salerno Pontecagnano su cui dirotteremo il traffico ancora in crescita che Capodichino non potrebbe accogliere. Ma è chiaro che se fossimo costretti a ridurre il numero dei voli, si potrebbe anche decidere per il disinvestimento. Ciò causerebbe un impatto negativo enorme».
Imprenditori e mondo della cultura si schierano al fianco
Non basta. Gesac chiama al suo fianco imprenditori e istituzioni cittadine. E ottiene il risultato sorprendente di vedere per una volta coalizzarsi la litigiosa e individualista società napoletana. «Il potenziamento dell’aeroporto, con la crescita delle rotte, rappresenta un grande valore aggiunto per il sistema delle imprese del Mezzogiorno, per tante delle quali l’aeroporto di Napoli è diventato un riferimento fondamentale», dice il presidente di Unione industriali Napoli Costanzo Jannotti Pecci. E Giancarlo Carriero, albergatore a Ischia e presidente degli albergatori della zona Flegrea dell’UNione di Napoli: «La crescita dell’aeroporto di Napoli ha consentito di far atterrare milioni di turisti. C’è ancora ampio margine di crescita a cui puntare». Gianni Lettieri, presidente di Atitech: «Sarebbe foillia pensare a una riduzione dell’attività di Capodichino, vista anche la grande attenzione della società aeroportuale ai temi della sostenibilità». Interviene Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità portuale del Mar Tirreno centrale: «Porto e aeroporto registrano uno sviluppo molto importante e che era imprevedibile dopo la pandemia. Un trend che non si può fermare». Aggiungono il loro appoggio il rettore della Federico II, Matteo Lorito («forte impatto anche sulla cultura»), il presidente della Fiavet Campania, Gino Acampora. E per finire porta una toccante testimonianza il direttore del Museo di Capodimonte, Sylvain Bellenger: «Non c’è prova dell’inquinamento dell’aria provocato dagli aerei di Capodichino – dice – quello sonoro c’è ma si possono adottare soluzioni per ridurlo. Abbiamo potuto escludere che le vibrazioni potessero danneggiare le opere d’arte. Aggiungo che non c’è progetto di Capodimonte che non riceva sostegno dalla Gesac. Il saldo – conclude Bellenger – è positivo. L’aeroporto è troppo importante per la città di Napoli intera per rischiare di perderlo».
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