Edilizia

Capoferri, nuova vita per il serramentista delle archistar

Operativa la filiale Usa

di Matteo Meneghello

 L’auditorium del Parco della musica, a Roma

3' di lettura

Una diversificazione (con il senno di poi, forse azzardata) nell’oil&gas; poi la crisi finanziaria, sfociata in un accordo di ristrutturazione del debito ex articolo 182 bis, con l’obiettivo di salvare un know how famigliare pluricentenario. Uscita dalla procedura con anticipo rispetto alla scadenza, ora Capoferri serramenti, realtà di Adrara, in provincia di Bergamo, che negli anni ha saputo consolidarsi come un punto di riferimento nella serramentistica per le archistar mondiali, prova a gettare le basi per una nuova stagione di sviluppo. «Avevano smarrito la nostra mission, entrando in un settore dalla forte ciclicità e compromettendo il nostro equilibrio patrimoniale – spiega Francesco Capoferri, negli ultimi anni entrato insieme ai fratelli Paolo e Luca in prima linea alla guida dell’azienda, fondata nel 1894, inizialmente come falegnameria artigianale-. L’accordo con le banche era un passaggio necessario, ma iniziava a pesare sul nostro appeal commerciale, soprattutto a livello internazionale. Abbiamo deciso di uscire anticipatamente dalla procedura, la cui data di scadenza era stata fissata per giugno dell’anno prossimo, pagando interamente il debito e rinegoziando l’accordo con le banche. Ora abbiamo un nuovo piano di sviluppo».

L’obiettivo è raggiungere un fatturato di 35 milioni di euro entro il 2025, praticamente raddoppiando il giro d’affari attuale (era di circa 18 milioni nel 2019, cui ha seguito una contrazione del 15% a causa del fermo cantieri e del fermo produzione legato al Covid). Un obiettivo raggiungibile attraverso un tasso di crescita annuale del 35%, vale a dire il «passo» che l’azienda era in grado di tenere prima della pandemia. «Il portafoglio ordini acquisito nel 2021 è di circa 10 milioni – spiegano i fratelli Capoferri –, ma se sommiamo il valore dei preventivi che stiamo valutando, raggiungiamo un monte contratti del valore di circa 180 milioni».

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Una delle leve del nuovo piano strategico è il mercato nordamericano, che la società ha iniziato ad approcciare direttamente creando l’anno scorso una filiale in loco. «Una presenza diretta garantisce una migliore azione commerciale – spiegano i fratelli Capoferri -. Storicamente il business model dell’azienda prevede la capacità di intercettare le commesse grazie al rapporto diretto con i grandi architetti, che sono dei veri e propri influencer per il nostro business. Lavoriamo con Renzo Piano, Michele De Lucchi, Norman Foster, David Chipperfield, grazie al passaparola sostenuto dalla qualità del prodotto e dalle nostre capacità di co-design e problem solving. Ora però l’obiettivo è riuscire a stimolare un maggiore coinvolgimento: abbiamo da poco inaugurato uno showroom negli Hamptons, con il proposito di inaugurarne altri due nei prossimi anni». Altro mercato di riferimento è quello inglese, mentre sono nel mirino anche Hong Kong e la Russia.

All’interno di questo quadro di mercato, l’Italia mantiene però un peso ancora rilevante sul giro d’affari, pari a circa il 30%, quota che nei piani dell’azienda dovrebbe mantenersi inalterata anche con il nuovo piano industriale. «La maggiore parte delle opportunità – spiegano i fratelli Capoferri – arriva dal mercato delle ristrutturazioni. Si tratta di interventi di alto livello che riguardano il patrimonio architettonico italiano. In questo momento stiamo per esempio fornendo serramenti alla Domus tiberiana al parco del Colosseo, oppure stiamo lavorando per il palazzo Portinari a Firenze, trasformato in hotel di lusso. Altri cantieri riguardano una villa palladiana, Palazzo Loggia a Brescia e il salone del 500 di palazzo della Signoria, ancora a Firenze». Recentemente l’azienda di Adrara (un secondo hub produttivo è a Telgate, sempre in provincia di Bergamo) ha siglato contratti per il progetto del’hospice Seragnoli di Bologna firmato da Renzo Piano e il Museo Etrusco – Fondazione Rovati di Milano di Mario Cucinella.

L’azienda punta a beneficiare di una ripresa post pandemica che, nel giudizio della proprietà, è già tangibile nei principali cantieri internazionali, soprattutto in Nordamerica e nel Regno Unito. Qualche criticità, invece, si riscontra lungo la catena del valore, con i prezzi delle materie prime schizzati alle stelle negli ultimi mesi. «La situazione è fuori controllo – confermano i fratelli Capoferri -, ma fortunatamente l’incidenza del costo delle materie prime è limitato nel percorso di creazione del valore di un’azienda come Capoferri».

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