Cara Meloni, ok al braccio di ferro con l’Ue ma alla fine un compromesso è necessario
Dobbiamo stare molto attenti a non alzare troppo la voce perché i soci del club europeo sono per noi indispensabili
di Giancarlo Mazzuca
2' di lettura
Ha fatto bene Giorgia Meloni a creare un rapporto privilegiato con certi Paesi dell'Africa, il “piano Mattei”, così come a rinsaldare alcune alleanze in Europa con certi “partner” tipo Polonia ed Ungheria. Non passa, infatti, giorno che la Ue non piazzi qualche ostacolo sul nostro cammino. Tra migranti, Mes e Pnrr, Bruxelles e Francoforte paiono, infatti, sempre pronti a chiuderci la porta in faccia anche a causa di certe nostre resistenze. Dobbiamo, comunque, stare molto attenti a non alzare troppo la voce perché i soci del club europeo sono per noi indispensabili. Possiamo, insomma, lamentarci per i tanti mal di pancia della Unione, possiamo anche prendere posizione contro certe decisioni che ci sembrano particolarmente masochistiche – e l'ultimo esempio arriva dalla Bce con la presidente Lagarde che continua ad aumentare, imperterrita, i tassi d'interesse nonostante i rischi di recessione e le lamentele di molti addetti ai lavori soprattutto italiani – ma, alla fine, su un fatto dobbiamo essere, tutti, consapevoli: mai come ora non possiamo fare a meno dell'Europa.
Per la verità, nulla è cambiato da quando, ancora, non era stata posta la prima pietra della costruzione europea. Non è un caso che, in tempi non sospetti, Giuseppe Prezzolini, il grande maestro di Montanelli, scriveva che gli italiani sono sempre stati ammalati di un sentimento supernazionale che li porta ad essere i più internazionalisti al mondo. Prezzolini docet: vanno bene i contrasti con i nostri vicini, vanno bene le discussioni e anche i bracci di ferro ma, alla fine, dobbiamo sempre cercare qualche compromesso con il resto dell'Unione (e non solo). Ecco perché la nostra premier è stata “soft” al recente vertice europeo dopo avere, invece, spinto sull'acceleratore delle polemiche, qualche giorno prima, durante la sua audizione davanti alle Camere riunite.
Tutti ci ricordiamo ancora, toccando ferro, quando, nell'ottobre del 2009, la Grecia era sull'orlo della bancarotta e venne letteralmente salvata dall'Europa e dal Fondo monetario internazionale. Mai come oggi anche noi non possiamo fare a meno della Ue e quindi dobbiamo sempre cercare, magari turandoci il naso, di non isolarci troppo. Semmai dobbiamo trovare altre strade che non siano alternative a quelle che ci portano a Bruxelles: è il caso del “piano Mattei” per l'Africa, Tunisia “in primis”, varato dal nostro governo. Al riguardo, aveva perfettamente ragione Aldo Moro quando, da presidente del Consiglio, diceva che tutto il Mediterraneo è in Europa perché tutta l'Europa è nel Mediterraneo.
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