combustibili

Carbone di nuovo redditizio per le minerarie

di Sissi Bellomo

Bloomberg

2' di lettura

Sfidato dalle energie rinnovabili e dal gas il carbone avrà anche imboccato la via del tramonto. Ma le minerarie che lo producono hanno ricominciato a fare buoni affari.

Nel primo contratto di fornitura annuale di carbone termico, destinato a fare da benchmark per il mercato asiatico, Glencore ha appena strappato alla giapponese Tohoku Electric Power un prezzo di 84,97 dollari per tonnellata (Fob Newcastle), circa il 40% in più rispetto al 2016-2017 e una decina di dollari sopra gli attuali valori sul mercato spot.

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Anche per il carbone da coke i produttori, guidati in questo caso da Bhp Billiton, potrebbero essere in posizione di forza quando si risiederanno a trattare con i grandi gruppi siderurgici. Gli incontri – che erano stati sospesi ad aprile, dopo che il ciclone Debbie aveva colpito le aree minerarie del Queensland, in Australia – dovrebbero riprendere questa settimana, secondo indiscrezioni raccolte dalla Reuters. E il prezzo del carbone da coke, benché l’emergenza sia finita, è ancora a livelli storicamente elevati e molto remunerativi per i produttori: appena sotto 200 dollari per tonnellata, il doppio rispetto a un anno fa.

Il ritorno in funzione di tutte le linee ferroviarie interrotte da Debbie (per ultima la più importante, Goonyella, lo scorso 26 aprile) ha in effetti consentito la piena ripresa delle esportazioni dal Queensland – origine di oltre metà delle forniture mondiali di carbone da coke – provocando una precipitosa discesa dei prezzi spot della materia prima, che si erano spinti fino a 315 $/tonn, più che raddoppiando nel giro di una decina di giorni. Il ciclone ha ridotto del 70% l’export dal Queensland settentrionale in aprile, ad appena 3,23 milioni di tonnellate. Ma le spedizioni sono state soltanto rinviate: non ci sono stati danni alle miniere e i trasporti sono stati ripristinati in tempi più brevi del temuto.

C’è ancora spazio per un’ulteriore discesa dei prezzi, probabilmente. Ma se anche si ritornasse intorno a 130-150 $/tonn, le minerarie godrebbero di margini generosi. Il ritorno della redditività ha spinto non a caso a riconsiderare progetti di chiusura di miniere. Glencore proprio ieri ha comunicato che rimetterà in funzione Tahmoor, nel New South Wales, con l’intenzione di venderla. Un mese fa Bhp e la partner Mitsubishi, primi produttori mondiali di carbone metallurgico con la joint venture Bma, hanno annunciato un investiomento da 204 milioni di dollari nel Queensland per espandere l’output.

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