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Carbone, Glencore rileva le attività di Teck Resources

L’operazione vale quasi 9 miliardi di dollari: il gigante svizzero delle materie prime acquista il 77%, un’altra quota viene rilevata da Nippon Steel

di Matteo Meneghello

Si perfeziona, dopo mesi di trattative, lo spin off del big canadese delle materie prime Teck, che ha scelto di dividere le attività carbonifere da quelle legate ai metalli di base

3' di lettura

Glencore ha raggiunto un accordo per l’acquisto del 77% della società mineraria canadese Teck Resources. Nel dettaglio, il gruppo svizzero pagherà 6,93 miliardi di dollari per cassa per rilevare la quota in Elk Valley resources, la holding che riunisce tutte le attività carbonifere di Teck. L’accordo, uno dei più grandi dell’anno, spiana la strada al progetto di spin off di Teck, separando le attività nel carbone da quelle nei metalli. Socio di minoranza di Glencore sarà Nippon steel corporation, che già possiede il 2,5% di Elk Valley e che ora ne ha rilevato un altro 20 per cento per un corrispettivo di 1,7 miliardi. Il player siderurgico sudcoreano Posco, invece, scambierà una partecipazione detenuta in due società della galassia Teck attive con il 3% del business di Elk Valley nel settore del carbone per la produzione di acciaio. L’operazione dovrebbe concludersi per il terzo trimestre dell’anno prossimo.

La società dedicata al carbone risultante dalla fusione sarà eventualmente quotata a New York, con quotazioni secondarie a Toronto e Johannesburg, secondo quanto riferito dal ceo di Glencore Gary Nagle. La sede centrale per l’industria del carbone siderurgico sarà invece allestita a Vancouver.

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Teck ha trascorso gran parte dell’anno a cercare un futuro per le sue attività nel settore del carbone. A febbraio aveva presentato il progetto di dividersi in due società indipendenti, una incentrata sui metalli di base e l’altra sul carbone.

In seguito Glencore ha proposto una vera e propria fusione tra le società, per un valore di circa 23 miliardi di dollari. In base a questo piano, Glencore ha proposto di formare due società separate per le attività di Glencore e Teck nel settore dei metalli e del carbone, per poi scorporare l’attività combinata nel settore del carbone.

In aprile Teck ha respinto l’offerta iniziale di Glencore e una successiva offerta modificata che prevedeva una componente in contanti che gli investitori avrebbero potuto prendere al posto delle azioni di un’operazione combinata nel settore del carbone. Oltre all’attività di carbone termico di Glencore, Teck ha espresso preoccupazioni per l’attività di trading petrolifero di Glencore e per i potenziali rischi geopolitici in alcuni Paesi in cui Glencore opera.

Sempre nello stesso mese, Teck aveva annullato il voto degli azionisti sul suo piano di scorporo dell’attività del carbone, una mossa che secondo gli analisti suggeriva che gli investitori erano aperti a un’offerta migliore da parte di Glencore o di altri. Teck ha dichiarato che avrebbe lavorato su un piano alternativo e ha iniziato a confrontarsi con gli offerenti per le sole attività del carbone.

«Questa è una transazione molto diversa: abbiamo trascorso i mesi tra allora e oggi impegnandoci con tutta una serie di controparti ed è importante che abbiamo impiegato questo tempo per ottenere il miglior risultato» ha spiegato ieri a Reuters il ceo di Teck, Jonathan Price.

Una nota degli analisti di Jefferies di lunedì ha affermato che la cessione del carbone da parte di Glencore avrebbe potuto «sbloccare un significativo valore intrappolato per gli azionisti di Glencore e sollevare [un peso ambientale, sociale e di governance] sulle azioni della società». Gli analisti di Jefferies hanno anche detto che Glencore potrebbe perseguire più progetti metallurgici in regioni a basso rischio e sbarazzarsi di quelli ad alto rischio.

Teck, che ora non avrà più alcuna presenza nel business del carbone, ha affermato che utilizzerà i proventi per ripagare i debiti, costruire nuove miniere di metalli e restituirne una parte agli azionisti.

Glencore è uno dei pochi tra i grandi gruppi attivi nel settore delle materie prime a restare fedele al carbone. Negli ultimi anni, molte grandi società minerarie hanno ridotto la loro esposizione a questa materia prima, in seguito alle pressioni esercitate da investitori, governi e consumatori per ridurre al minimo le emissioni di gas serra. Glencore ha comunque dichiarato di volere chiudere queste attività entro il 2050 e di volere scorporare completamente l’attività se la maggioranza dei suoi azionisti lo approverà.

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