Carburanti, ecco gli aumenti dell’ultima settimana certificati dal governo
Secondo la media settimanale dei prezzi nazionali pubblicata sul sito del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il costo della verde in modalità self è 1,871 euro al litro in crescita di 4,18 centesimi (+2,29%) mentre il gasolio auto si è attestato a 1,912 euro in aumento di 3,72 centesimi (+1,98%).
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
2' di lettura
Prezzi in aumento nell’ultima settimana (dal 23 al 29 gennaio) per benzina e gasolio. Si tratta della settimana in cui c’è stato lo sciopero dei benzinai (il 25 gennaio). Secondo la media settimanale dei prezzi nazionali pubblicata sul sito del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, il costo della verde in modalità self è 1,871 euro al litro in crescita di 4,18 centesimi (+2,29%) mentre il gasolio auto si è attestato a 1,912 euro in aumento di 3,72 centesimi (+1,98%).
I dati di Lab24: a Nuoro il prezzo più alto per la benzina
Il prezzo medio giornaliero rilevato da Lab24 (dati aggiornati al 31 gennaio) non si discosta molto sia per la benzina (1,875) che per il gasolio (1,915) da quello medio settimanale certificato dal ministero. Quanto alle province, Lab24 registra che quella con prezzo più alto è Nuoro (1,915) sul fronte della benzina e Bolzano (1,968) su quello del gasolio. Le province più virtuose, con prezzo più basso, sono invece Fermo per la benzina (1,818) e Ancona (1,870) per il diesel.
Decreto carburanti in aula a metà febbraio
E mentre proseguono i controlli a tappeto della Guardia di Finanza sui prezzi della benzina. (nel solo mese di gennaio, dopo lo scatto in avanti delle accise per il mancato rinnovo della norma che ne disponeva il taglio, le Fiamme gialle hanno eseguito oltre 2.500 interventi, contestando 989 violazioni alla disciplina dei prezzi), prosegue il cammino alla Camera del decreto carburanti che ha scatenato le proteste dei benzinai. Il termine per presentare le proposte di modifica è scaduto oggi. Sono 85, di cui 18 delle maggioranza - secondo quanto si apprende - gli emendamenti al decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti presentati in commissione Attività produttive della Camera. In settimana dovrebbe arrivare anche l’emendamento del governo, che aspetterà di ascoltare anche le ultime audizioni prima di formulare le proprie modifiche. La commissione è convocata anche giovedì: si dovrebbero decidere le ammissibilità, prima di iniziare le votazioni. L’arrivo in Aula a Montecitorio sarebbe previsto intorno alla metà di febbraio
I rilievi dell’Antitrust
Il decreto, che prevede tra l’altro l’obbligo per i benzinai di pubblicare, accanto al prezzo praticato, il prezzo medio regionale e fissa sanzioni da 500 a 6mila euro per chi viola questo obbligo (con la sospensione dell’attività dopo la terza violazione), è stato accolto negativamente fin da subito dai gestori. Ma voci critiche sul provvedimento si sono alzate da più parti, dalle imprese ai sindacati, fino all’Antitrust: esporre nei distributori i prezzi medi regionali della benzina non è necessario, ha avvertito il garante Roberto Rustichelli, che segnala “benefici incerti” per i consumatori e anzi «un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi».
Le possibili modifiche al decreto
Su quest’onda cresce dunque il pressing per eliminare l’obbligo di esposizione dei prezzi, che potrebbe quindi trovare spazio tra gli emendamenti al decreto. Probabile anche che si intervenga sulle sanzioni. È stato lo stesso ministro dell’Industria e del Made in Italy Adolfo Urso a proporre la modifica al tavolo con i benzinai (indicando un minimo di 200 euro e un massimo di 800): in quell’occasione ha indicato anche l’idea di rendere l’obbligo di comunicazione dei prezzi settimanale (e non giornaliero) e di prevedere che la chiusura per omessa comunicazione avvenga dopo 4 omissioni (anziché 3) nell’arco di 60 giorni.
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