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Carburanti, Antitrust: da esposizione prezzi medi rischio minore competitività. I sindacati: bonus di 200 euro inefficace

Incerti i benefici per i consumatori a fronte invece di una possibile ricaduta negativa sugli stimoli alla concorrenza

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5' di lettura

Audizioni sulle nuove norme in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi. In particolare l’Autorità sulla concorrenza «accoglie con favore un ulteriore potenziamento delle misure di visibilità dei prezzi praticati dai singoli distributori, con le rilevazioni ministeriali e la diffusione tramite strumenti tradizionali o telematici. Ritiene, tuttavia, che non vi sia necessità di introdurre un meccanismo di calcolo e di diffusione di valori di riferimento medi, atteso che appaiono incerti i benefici per i consumatori a fronte invece di un possibile rischio di riduzione degli stimoli competitivi». Così il Garante Roberto Rustichelli, sul cartello del prezzo medio regionale imposto ai distributori dal Dl carburanti.

«Possibile convergenza degli esercenti»

Intervenendo nel corso dell’audizione convocata dalla commissione Attività produttive della Camera ha evidenziato: «Per altro verso, la diffusione presso gli esercenti di un prezzo medio regionale, a prescindere dalla rappresentatività di tale dato, rischia di ridurre la variabilità di prezzo in quanto potrebbe essere utilizzata dalle imprese per convergere automaticamente su un “prezzo focale”, verosimilmente assestatosi a un livello sufficientemente capiente, che ci si attende possa venire automaticamente seguito da tutti i distributori concorrenti, in quanto potrebbe fornire un parametro chiaro da seguire per evitare una “guerra di sconti” che andrebbe a beneficio ai consumatori».

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Mr. Prezzi, Dl Trasparenza ha ampliato sorveglianza

Il Dl Trasparenza sui carburanti ha ampliato i poteri di sorveglianza in materia del Garante per la sorveglianza dei prezzi, il cosiddetto “Mister Prezzi” presso il ministero delle Imprese. È stato aumentato il raccordo di questo con gli Uffici regionali dei prezzi, ed è stata intensificata la sua collaborazione con i Ministeri e gli altri enti interessati, per una più rapida circolazione delle informazioni. Lo ha spiegato il Garante, Benedetto Mineo, in audizione. Mineo ha aggiunto che il Decreto Trasparenza ha incrementato il rapporto fra Garante e Guardia di finanza, e ha istituito una Commissione di sorveglianza sui prezzi dei carburanti, che Mister Prezzi può convocare per attivare gli strumenti di monitoraggio. Nella Commissione ci sono rappresentanti delle autorità indipendenti, dei consumatori e delle Regioni. Qualora la Commissione riscontri irregolarità e problemi, il Garante riferisce al ministero delle Imprese, che riporta la segnalazione al governo.

Gestori: esposizione prezzo medio fa alzare i prezzi

«La cartellonistica con i prezzi medi regionali dei carburanti è invisa a tutti i gestori dei distributori per gli obblighi e i costi che comporta, ed ha un naturale effetto di allineamento dei prezzi, facendo alzare le tariffe ai distributori che fanno prezzi sotto la media. Per questo proponiamo l’eliminazione dell’obbligo di esposizione». È quanto riferisce Moreno Parin dell’associazione gestori carburanti di Trevsio - Casartigiani, in audizione sul Dl Trasparenza davanti alla Commissione Attività produttive della Camera. Per Parin «il mercato italiano gode di una concorrenza e una trasparenza notevoli. C’è l’obbligo di comunicare i prezzi dei carburanti, che sono pubblicati su internete e sono visibili da tutti». Secondo il rappresentante dei gestori, il decreto trasparenza è nato quando «le associazioni dei consumatori hanno cominciato a parlare di speculazione, senza fornire dati. Media e politici sono andati dietro, si è autoalimentata una confusione tale che ha spinto il governo a intervenire. Il decreto presuppone che ci sia stata la speculazione. Solo che dopo si è scoperto che l’aumento era dovuto all’aumento delle accise». Per Parin «la speculazione va cercata a monte dei depositi costieri, nelle forniture internazionali. Lì sì che si troverebbe qualcosa».

Cgil, Cisl e Uil: bonus di 200 euro è inefficace

Il bonus 200 euro benzina previsto nel dl Trasparenza e riservato ai lavoratori dipendenti è «inefficace» perché una misura che non frena il caro carburante, è sottratta alla contrattazione e applicata unilateralmente. Così Cgil, Cisl e Uil, i cui rappresentanti sono stati auditi in Commissione Attività produttive della Camera sul Dl Trasparenza. I sindacati bocciano anche la norma sul prezzo medio, perché non riesce a «frenare manovre speculative» e rischia di far «scatenare una guerra tra poveri». Quanto alla proroga dello sconto di 60 euro sugli abbonamenti ai trasporti, la Cgil sottolinea come la misura sia destinata a una «platea più ristretta perché è stata abbassata al soglia di reddito». Cisl apprezza la misura, anche se «non è moltissimo». Audita anche l’Ugl, che invece ha mostrato interesse per il bonus 200 euro.

Codacons: la speculazione sui prezzi è evidente

«La speculazione sui prezzi dei carburanti è evidente quando le quotazioni del petrolio e del Platts scendono e il prezzo di benzina e gasolio, immotivatamente, sale alla pompa». Lo afferma il Codacons, che attacca le affermazioni rese oggi dai benzinai nelle audizioni alla Camera. «Che in concomitanza del rialzo delle accise dello scorso 1 gennaio si siano verificate speculazioni è un dato di fatto - spiega il Codacons - A dirlo sono i numeri ufficiali: le quotazioni Platts del gasolio sono passate dai 738,76 euro a tonnellata del 30 dicembre 2022 ai 699,18 euro del 10 gennaio; stesso trend per la benzina, che è scesa da 582,39 euro del 30 dicembre ai 552,19 euro del 10 gennaio. In tale periodo, e al netto dell’aumento delle accise, i prezzi alla pompa inspiegabilmente non sono diminuiti come ci si aspetterebbe in un mercato sano, con conseguente maggiore esborso a carico degli automobilisti. Come abbiamo sempre detto fin dall’inizio, la speculazione si nasconde non alla pompa, ma nei vari passaggi della filiera dall’estrazione del petrolio alla vendita dei carburanti presso i distributori - afferma il presidente Carlo Rienzi - Per questo chiediamo maggiore trasparenza sui prezzi, attraverso la determinazione del massimo di ricarico delle commissioni di intermediazione in tutti i passaggi della filiera dal produttore alla raffinazione alla vendita».

Unc: ritirare il decreto trasparenza

In audizione l’Unione nazionale consumatori ha chiesto il ritiro del decreto n. 5 perché, nella nuova formulazione annacquata, sono ormai maggiori gli aspetti negativi rispetto a quelli positivi. «Se il Governo voleva punire i distributori che non comunicano i prezzi, oltre 4000, non è certo riducendo le multe da 516 euro a 200 euro che si ottiene il risultato. L’unica cosa positiva è l’App, che si può fare indipendentemente dal varo di un decreto, mentre pubblicare il prezzo medio regionale presso i distributori è dannoso, non solo perché si favoriscono accordi collusivi e si riduce la concorrenza, non solo perché, essendo la mediana inferiore alla media, saranno di più i distributori incentivati ad aumentare il prezzo, avendolo sotto la media, rispetto a quelli incentivati ad abbassarlo, ma anche perché, se si vuole una vera concorrenza, occorre che il consumatore si abitui ad andare da chi pratica il prezzo più basso della sua zona e non che si accontenti di andare da chi ha un prezzo appena inferiore alla media».


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