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Lo smart working è una conquista, ma non dovrebbe essere la priorità dei giovani talenti

Lo smart working è una conquista del mondo del lavoro ma non può essere il primo obiettivo da raggiungere, specialmente per i più giovani

di Alfonso Emanuele de León*

3' di lettura

Una delle cose che più mi ha colpito nel mondo post-covid è il ricorrere del tema dello smart working nei colloqui di assunzione di giovani talenti, quasi fosse il fattore principale su cui valutare il potenziale datore di lavoro.

Per sgombrare ogni dubbio dal campo vorrei dichiarare la mia posizione.

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Lo smart working è una conquista del mondo del lavoro e il Covid ha permesso di accelerare di dieci anni un processo che era già iniziato in precedenza. Ha liberato ore di sonno, energia e produttività a chi ha un lungo commuting verso il luogo di lavoro. Per chi ha una famiglia, soprattutto per la persona della coppia che si sobbarca il peso di seguire da vicino i figli, ha risolto quel conflitto esistenziale tra prendersi cura dei figli e le proprie aspirazioni e soddisfazioni professionali. O anche semplicemente ha eliminato il dramma che era ricevere un artigiano in casa in orario lavorativo per sistemare piccoli ma urgenti problemi domestici. Di fatto, ammetto che sto scrivendo questo articolo al mare mentre mio figlio è in spiaggia.

Ma tornando alle nuove generazioni, e spero di non fare arrabbiare nessuno, tutto questo non fa ancora per voi. O meglio detto, non dovrebbe essere la vostra priorità nei colloqui in questa fase della vostra vita.

Provo a spiegarmi.

Per chi si affaccia al mondo del lavoro l'ufficio offre quattro fondamentali benefici che non possono essere erogati da remoto: mentoring, networking, socializzazione professionale e socializzazione extra-professionale.

1) Mentoring. Ci sono capi buoni e capi cattivi, simpatici ed antipatici, che pagano bene o che sfruttano. Ma nella maggior parte dei casi il vero motivo per il quale una persona lascia l'azienda è perché smette di imparare. Il mentore è colui che fa un investimento personale sulla crescita ed il successo della persona, e per questo l'importanza del mentoring è inversamente proporzionale all'età: per chi entra nel mondo del lavoro ciò che si impara dai propri superiori è in realtà la prima componente retributiva. Sfido chiunque a dare o ricevere mentoring su Zoom, perché il mentoring si fa giorno per giorno, fianco a fianco al proprio superiore. Provato da uno studio di Harvard, lavorare da casa riduce del 12% la probabilità di essere promosso, in quanto le promozioni vanno tipicamente alle persone che hanno una relazione più stretta con il decisore.

2) Networking. Non posso sorridere quando sento frasi del tipo “adesso con lo smart working lavoro da casa in Puglia pagando un affitto locale e percependo uno stipendio da Milano”. Sorrido perché mi chiedo come questa persona troverà il prossimo lavoro quando vorrà o malauguratamente sarà obbligata a cercarlo. Non certo mandando un curriculum ad una inserzione, ma attraverso il prezioso network costruito attorno al mondo del lavoro.

3) Socializzazione professionale. Su scala diversa è molto simile al mentoring. Si apprende non solo verticalmente, ma anche orizzontalmente dai colleghi, osservando o anche solo scambiando quattro chiacchiere sui problemi che ciascuno incontra sul lavoro e su come li risolve.

4) Socializzazione extra-professionale. Soprattutto quando si è giovani, l'ufficio è un luogo in cui socializzare con persone di estrazione, esperienze e a volte anche nazionalità diverse. Si forgiano amicizie e relazioni durevoli, a volte si incontra anche il compagno per la vita. Il luogo di lavoro è una mini università dove conoscere persone interessanti, e attorno all'orario dell'ufficio (pranzi, aperitivi, formazioni ed eventi aziendali) queste relazioni vengono approfondite.

In conclusione, lo smart working è una grande conquista, dovrebbe essere offerto dalle aziende con intelligenza e fiducia (evitando le regole giurassiche come “no smart working di lunedì e venerdì”), ma allo stesso tempo il messaggio che vorrei dare alle nuove generazioni è: non cercatelo a tutti i costi adesso, approfittate invece di questi piccoli laboratorio di crescita umana e professionale che sono i luoghi di lavoro.

Ve lo meritate dopo i quasi due anni che avete passato tra lockdown intermittenti.

 * Partner presso FA Hong Kong Consulting

Riproduzione riservata ©

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