Carige, l’assemblea approva aumento di capitale da 700 milioni
In assise presenti 1.200 azionisti, pari al 43% del capitale sociale, rimane fuori il 27,6% di Malacalza Investimenti
di Luca Davi e Raoul de Forcade
2' di lettura
L’assemblea degli azionisti di Carige approva a larga maggioranza l’aumento di capitale da 700 milioni di euro. Vota a favore della delibera, infatti, il 91,04% del capitale presente in assise. Alla votazione non era presente Malacalza Investimenti, che detiene il 27,6% dell'istituto di credito genovese. Vittorio Malacalza, arrivato in mattinata all’assise di Genova, e iscrittosi a intervenire come ultimo tra i piccoli azionisti, intorno alle 14 aveva lasciato la sala dell’hotel dove ancora erano in corso gli interventi degli altri soci. A quanto risulta, prima di uscire Malacalza avrebbe rinunciato al suo intervento.
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Di certo le quote “pesanti” relative alla Malacalza Investimenti, cioè quelle che fanno capo ai due figli di Vittorio, Davide e Mattia, non sono state registrate, lasciando così aperta la porta al via libera assembleare all’aumento di capitale. Un voto contrario (o un’astensione) da parte dei Malacalza avrebbe fatto saltare l’aumento di capitale da 700 milioni, necessario a tenere in piedi la banca ligure.
L’operazione è stata insomma approvata a larghissima maggioranza dagli azionisti. Contrario al rafforzamento è stato il 4,4% del capitale e astenuti altri soci che rappresentano anch'essi un ulteriore 4,4% del capitale.
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La famiglia Malacalza, non presentandosi in assemblea, «ha reso possibile questo risultato: è stata una scelta consapevole e generosa», ha detto Pietro Modiano, commissario straordinario Carige al termine della assemblea degli azionisti. Anche Fabio Innocenzi, commissario straordinario, ha ringraziato «tutti gli azionisti, anche quelli che non presentandosi hanno reso possibile l’approvazione».
L’assemblea presieduta dal commissario Lener
A presiedere l’assemblea straordinaria è stato Raffaele Lener, uno dei tre commissari straordinari di Carige indicato a gennaio da Banca di Italia in aggiunta a Pietro Modiano e Fabio Innocenzi che già erano amministratori della banca dal settembre precedente. A prendere la parola in assemblea è stato anche lo stesso Modiano che ha invitato i soci a guardare «al futuro, non al passato». La banca che rinasce è con pochissimi rischi», che aveva «34% di cattivi crediti, aveva deficit patrimoniale consistente, e si consegna a prospettiva industriale seria, se e quando Ccb eserciterà il suo diritto di opzione, a un futuro dignitoso, di stabilità che con grande fatica abbiamo cercato di costruire». Modiano ha ringraziato la platea dei piccoli azionisti per la «generosità», consapevole della perdita di valore delle azioni «sui bilanci familiari che sarà recuperata solo in parte». Modiano ha anche ringraziato i rappresentanti del Fitd, pivot dell’intera operazione, rappresentati dal presidente Salvatore Maccarone e dal dg Giuseppe Boccuzzi.
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