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Per Carige si riparte da zero. Dopo la rinuncia di Blackrock a presentare un’offerta, i commissari straordinari della banca ligure si sono subito messi alla ricerca di nuovi potenziali acquirenti. Formalmente, a quanto risulta a Il Sole 24 Ore, non c’è una scadenza per trovare un partner: venuta meno l’offerta del fondo americano,è decaduta anche la dead-line del 17 maggio ad essa associato. Certo che per Carige l’urgenza di trovare una soluzione definitiva rimane: i tre commissari Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener sono stati rinnovati fino al prossimo 30 settembre (e sono possibili ulteriori rinnovi) ed è chiaro che entro quella data qualche novità dovrà pur emergere.
I tre commissari sono stati messi al timone da Bankitalia e Bce con alcuni obiettivi chiari, ovvero quello di procedere con un rafforzamento patrimoniale - che con BlackRock sembrava concordato in 720 milioni -, rilanciare commercialmente la banca, avviare il derisking attraverso la riduzione dei Non Performing Loan e ricercare possibili “business combination” con altri partner.
La buona notizia è che, come riconosciuto da Bce, la banca al momento è solvibile, ha liquidità sufficiente (le garanzie pubbliche hanno permesso di erogare due bond da 2 miliardi di euro con durata rispettivamente di 12 e 18 mesi) e, notizia di ieri, l’uscita di scena di BlackRock non avrebbe innescato fughe da parte della clientela.
Secondo quanto riportato da Radiocor, il livello di liquidità ieri si è mantenuto stabile, come nei giorni precedenti, intorno ai 3,5 miliardi di euro in termini di attività stanziabili (2,7 miliardi il dato di gennaio fornito in occasione del piano industriale) e non si sono verificate situazioni di tensione agli sportelli. A confermarlo a Bloomberg è stato anche Raffaele Lener, uno dei tre commissari straordinari dell’istituto.
Insomma, allo stato attuale la banca è nelle condizioni di rimanere in piedi. Meno chiarezza invece c’è sulle possibili strade da percorrere per trovare un partner, posto che si riesca a trovare. I commissari, secondo le indiscrezioni, avrebbero riallacciato discussioni con gli investitori che si erano fatti avanti, prima che Blackrock emergesse come unico soggetto in campo.
Ma ora che l’asset manager americano si è ritirato, si riapre da capo il tavolo delle trattative: ad esempio con il fondo Varde, che a lungo ha guardato il dossier e che era interessato a una soluzione complessiva sull’istituto genovese, quindi con l’inclusione del portafoglio di non performing loans.
C’è da dire che, in attesa di avere certezze sul furturo e su altri potenziali compratori, resta per ora congelata la cessione a Sga del portafoglio di crediti problematici da 1,9 miliardi dell’istituto genovese. Infatti la dismissione era in sintonia con il piano Blackrock, ma resta da capire se altri potenziali interessati a Carige possano (o meno) gradire questa opzione.
Sullo sfondo rimane la soluzione di sistema, con l’intervento del Fitd accanto a quello dello schema volontario, che ha approvato la conversione del bond da 320 milioni in capitale.
Dopo l’ok di Mustier, ieri è arrivato quello dell’azionista di maggioranza di Bper. «Mi pare difficile che una banca delle dimensioni e dell’importanza di Bper possa sottrarsi» in caso di richiesta di un intervento del sistema a sostegno di Carige, ha detto Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, azionista della banca modenese con una quota del 15 per cento.
Altre soluzioni, di tipo statale sulla falsariga di Mps, non sembrano invece al momento prevedibili: soprattutto con le elezioni europee alle porte e prima dell’insediamento della commissione banche.
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