Carige, via ai giochi per il vertice. Entro ottobre i criteri per la selezione
Fondo interbancario e Ccb pronte ad aprire il cantiere per il rinnovo del consiglio. A gennaio l'assemblea che eleggerà la nuova governance dell'istituto
di Luca Davi
3' di lettura
Ora è che stato messo al sicuro l’ok all’aumento di capitale da 900 milioni (700 cash, 200 di un bond subordinato Tier 2), il focus per Carige è tutto rivolto ai prossimi passi. A partire dalla definizione della futura governance dell’istituto. Oggi la banca ligure è governata dai tre Commissari straordinari - Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener - che Banca Centrale Europea ha voluto mantenere alla tolda di comando dopo il commissariamento datato 2 gennaio 2018. La scadenza del loro mandato è fissata ad oggi al 30 settembre ma è scontato il rinnovo a fine 2019, così da portare a termine il rafforzamento patrimoniale approvato venerdì scorso dall’assemblea dei soci.
I tre manager, figure stimate dal mondo bancario e dalla Vigilanza stessa, hanno tenuto la barra dritta nella fase più delicata della storia della banca ligure. E sono riusciti a conservare intatta la fiducia dei dipendenti e della rete portando l’istituto al porto sicuro della ricapitalizzazione. Per questo qualcuno non esclude che il ticket Modiano-Innocenzi sia quello giusto per la fase del rilancio commerciale e la messa a terra del nuovo piano industriale.
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Vero è che che da più parti ora si invoca una discontinuità manageriale. Modiano e Innocenzi, ricorda qualcuno, erano del resto i candidati (di lusso) scelti da Malacalza Investimenti rispettivamente nei ruoli di presidente e ceo della banca in occasione del rinnovo del board Carige di settembre 2018, giusto tre mesi prima del ribaltone della Bce.
Oggi che all’orizzonte si prospetta uno stravolgimento dell’azionariato - con il Fitd all’82-83% e Ccb all’8%, ma con prospettive di diventare socio di riferimento in caso di esercizio dell’opzione call - è realistico che anche per il vertice della banca i futuri azionisti valutino un avvicendamento, magari da fare in maniera il più possibile condivisa. E da varare quanto prima per dare stabilità all’istituto e una nuova prospettiva industriale.
I giochi si faranno nelle prossime settimane. In tempo per arrivare a dicembre quando, una volta realizzato l’aumento, saranno presentate le liste in vista dell’assemblea che - realisticamente - si terrà con il nuovo anno. E a cui spetterà nominare il nuovo board: possibile un cda a sette membri, di cui uno alla lista di minoranza.
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Prima ancora della scelta dei nomi, tuttavia, c’è da capire il metodo per la selezione dei nomi. Il cantiere verrà aperto a brevissimo, così da definire almeno le linee guida operative entro la metà di ottobre. Di fatto si tratta di ragionare sui possibili percorsi di selezione, se cioè portare direttamente al bord del Fitd i nomi dei potenziali candidati, oppure se procedere con una selezione tramite head hunter.
In parallelo, servirà smarcare alcuni punti tecnici con le Authority, cioè Bce, Consob e Autorità per la concorrenza. Con Francoforte servirà l’autorizzazione a detenere la partecipazione qualificata (poichè superiore al 10%), e per cui è già in corso la raccolta della documentazione di fit and proper dei rappresentanti del Fitd. Altro passaggio tecnico, interno al fondo,è costituito dalla valutazione dell’opportunità di far transitare le quote dello Schema volontario al Fitd stesso (o se procedere con due entità distinte).
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