IL FUTURO DEL RETAIL

Carla Sozzani: «L'esperienza a cinque sensi è insostituibile»

La gallerista e fondatrice di 10 Corso Como spiega perché internet è un punto di riferimento, ma l'e-commerce non può sostituire il negozio fisico.

di Redazione

Carla Sozzani, gallerista e fondatrice di 10 Corso Como.

2' di lettura

«Ero bambina quando, nel 1957, si diffuse nel mondo l'influenza asiatica. E cosa c'è stato dopo? Il boom economico, il trionfo della creatività, Milano diventò il centro dell'arte. Non credo che la crisi di oggi si risolverà prima di metà 2021, però bisogna pensarla come un momento di passaggio, è successo così con tutte le altre pandemie del mondo. In questo contesto, il digitale è stato utile come non mai, ma non può sostituire la vita, il profumo di un buon piatto o la morbidezza di un tessuto, e poi perché dovremmo farlo? L'individuo non è nato per essere isolato, e credo che questo sia vero soprattutto per gli italiani.

Si sono ormai configurati due modi di fare shopping: internet è il punto di riferimento per gli acquisti di servizio, oppure per pezzi rari come arredi o libri, ma che cosa c'è di più bello dell'uscire, guardare il cielo, fermarsi in un luogo dove si può bere un buon caffè e insieme sfogliare un libro? Sono 30 anni che 10 Corso Como si occupa dell'esperienza, è stato il primo luogo a far dialogare i cinque sensi, a unire moda, cibo e arte. Credo che oggi questo abbia un valore se possibile ancora maggiore, proprio perché passiamo una gran parte delle nostre giornate davanti a uno schermo, e di contro servono luoghi che permettano di ritrovarsi e favorire lo scambio di idee.

Loading...

Anche se in questo momento il settore turistico affronta difficoltà e incertezze, penso che l'Italia sia e rimarrà un “prodotto” super popolare nel mondo intero. Bisogna però ricordarlo anche agli italiani, che sono sempre molto esterofili, ed educare le nuove generazioni. Ricordo ancora le vacanze italiane organizzate dai miei genitori alla scoperta del nostro patrimonio artistico, una ricchezza di cui poi si porta traccia tutta la vita. Anche per questo, credo si possa e debba fare molto di più per avvicinare e incoraggiare i giovani a credere nell'artigianalità e a sceglierla come professione. Servono scuole, master, una diffusa rete di atelier di couture (mentre ormai solo le grandi maison li mantengono) per spiegare ai ragazzi quanto sia nobile questo lavoro. Perché gli artigiani sono artisti e senza un passaggio generazionale di conoscenze, l'Italia perderebbe un patrimonio inestimabile.

È il momento giusto, adesso che la qualità è percepita come necessaria. Mi riferisco anche al periodo pre-Covid, dove era già diffusa nelle nuove generazioni un'attenzione alla provenienza e alla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti. Per questo penso che sarebbe bello agganciare al Green Carpet ufficiale, organizzato dalla Camera Nazionale della Moda, una versione super young, incentrata su una nuova awareness, che renda i giovani protagonisti. Siamo ancora in una fase complessa, perché l'impatto della crisi è forte, ma sono convinta che presto ci sarà un'esplosione di creatività. Tutti noi abbiamo serbato dentro idee, programmi, spunti e chissà quanti progetti magnifici ne verranno fuori. C'è stato tempo per sognare, adesso bisogna mandare avanti i sogni».

Riproduzione riservata ©
Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti