Caro-bollette, in arrivo altri 300 milioni. Faro sulle tutele per energivori e fasce deboli
La dotazione per fronteggiare i prossimi rincari delle bollette di luce e gas è salita nelle ultime ore a 2,8 miliardi
di Celestina Dominelli
3' di lettura
Di certo, per ora, c’è solo che la dotazione per fronteggiare i prossimi rincari delle bollette di luce e gas è salita nelle ultime ore a 2,8 miliardi. Per effetto del fondo ad hoc, già previsto nella manovra, al quale si sommano altri 500 milioni, assicurati dai risparmi conseguenti all’intervento per la nuova Irpef e ulteriori 300 milioni recuperati tra le pieghe del Bilancio.
In totale, dunque, poco meno di 3 miliardi, cioè la base di partenza per l’avvio dell’esame in Parlamento che, a giudicare dalle prese di posizione delle diverse forze politiche sul tema, si annuncia in salita per il governo. Anche perché, se si guarda allo sforzo, pari a 3,5 miliardi, predisposto a fine settembre per annullare transitoriamente gli oneri generali di sistema in bolletta e potenziare il bonus sociale alle famiglie in difficoltà, si comprende facilmente che i margini di manovra sono stretti.
E lo sono anche perché, come ha ricordato l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente in una recente audizione parlamentare, qualsiasi nuovo intervento dovrà innanzitutto assicurare la parziale sterilizzazione degli oneri già messa in campo con le precedenti misure-tampone. Pena il pericolo che, agli aumenti legati ai prezzi delle commodity, si aggiungano anche quelli causati dal ripristino delle voci che finanziano attività di interesse generale per il sistema elettrico.
Via stretta per il governo
Fin qui, dunque, l’ammontare della futura manovra contro il caro-energia, stretta tra la necessità di intercettare la platea più ampia di beneficiari e il rischio, sempre possibile, di incorrere nel cartellino rosso di Bruxelles per aiuti di Stato. Ecco perché, accantonata per ora l’idea di una riforma strutturale della bolletta, le ipotesi sul tavolo, al centro di un fitto confronto tra ministeri, Ragioneria generale dello Stato e Arera e su cui la riflessione è in corso, ruotano per cominciare attorno alla possibilità di allargare la fascia delle famiglie in condizioni di difficoltà che accedono allo sconto nella fattura energetica e per le quali, con l’ultimo intervento del governo, è stato praticamente azzerato l’impatto degli aumenti di luce e gas.
I requisiti per il beneficio
Attualmente, l’asticella per l’accesso al beneficio è fissata a un massimo di 8.265 euro per l’Isee (l’indicatore per misurare la situazione economica) e a 20mila euro per le famiglie numerose (con almeno 4 figli). Con un numero di beneficiari, per effetto dell’avvio dell’erogazione automatica del bonus, stimato in oltre 2,6 milioni di famiglie. Un numero destinato, quindi, ad aumentare se il livello dell’Isee fosse rivisto anche per tener conto dei nuovi poveri causati dalla pandemia e per non vanificare gli effetti di ridistribuzione sulle fasce economicamente più deboli collegati alla manovra sull’Irpef. Ed è chiaro che un eventuale ritocco all’insù, con conseguente aumento della platea, renderebbe necessario un fabbisogno aggiuntivo di risorse per assicurare lo stesso effetto di fine settembre.
Il nodo delle imprese
L’altro terreno di riflessione riguarda, invece, le imprese. Perché le ultime misure hanno lasciato fuori le aziende che hanno la bolletta più alta per via dei consistenti consumi di energia. Un tema, quest’ultimo, che era già spuntato in sede di conversione parlamentare dell’ultimo decreto bollette, sostenuto trasversalmente dai partiti, ma che era stato poi accantonato per mancanza di risorse. Ora, però, il pressing delle forze politiche sull’esecutivo è tornato a farsi sentire, insieme al timore di un bagno di sangue per gli energivori in assenza di correttivi ad hoc in vista dei nuovi rincari.
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